WrestleMania si sa, per qualsiasi fan di wrestling è l’evento per eccellenza, l’evento che si sogna di vedere sin da bambini, e per me che seguo questa disciplina da ben 15 anni così è stato.

Il tutto è iniziato a novembre, quando ero in prossimità della mia laurea mi sono detto tra me e me “faccio la pazzia e mando a prendere il biglietto, nel peggiore dei casi farò finta di aver perso qualche soldo”, e allora il giorno stesso della messa in vendita dei biglietti su ticketmaster, dopo un’attesa di circa due ore per lo scorrimento dei biglietti disponibili ecco che riesco a trovarne uno con una buona visuale e senza spendere l’ira di Dio. Ero incredulo, ma ancora non avevo realizzato cosa avevo appena comprato, ci misi due mesi per organizzare il viaggio a NY e tutto il resto, e quando tutto era pronto per la partenza allora iniziai a rendermene conto, il mio sogno stava prendendo forma.

Arrivato con quattro giorni di anticipo rispetto a WrestleMania per godermi anche la grande mela, iniziai a provare un miscuglio di emozioni e sensazioni dentro di me, la prima proprio all’aeroporto JFK, quando vidi un cartellone di WM enorme con scritto “New York welcomes WWE fans”, ma non solo questo, perché durante la lunga attesa per i controlli della dogana, notai una moltitudine di fans WWE che indossavano diverse t-shirt, provenienti da diverse parti del mondo per assistere allo Showcase of the Immortal.

I giorni successivi li passai a girare per la città, poiché avevo l’hotel a Manhattan e non nel New Jersey. Ed ecco finalmente il 7 aprile, la notte precedente dormii poco e niente, un grande miscuglio di emozioni mi tenevano sveglio, e anche qualche piccola paura ad essere onesto, perché andando solo, avevo il timore di sbagliare pullman per arrivare al Metlife Stadium o magari non sapevo come muovermi o dove andare una volta arrivato lì, ma non ci pensai troppo.

La mattina lasciai l’hotel presto, il tempo di un caffè e alle 9 ero già a Port Authority, la stazione centrale dei pullman vicino Times Square, che sembrava un labirinto ai miei occhi, chiesi diverse informazioni per trovare il pullman numero 120 in direzione East Rutherford, New Jersey, nei pressi dell’arena e dopo qualche piccola difficoltà trovai finalmente il gate dove partiva il bus. Una volta salito sul bus l’autista mi disse che il biglietto non potevo farlo a bordo ma tramite una specifica app o in precedenza ai vari monitor che erano sparsi qua e la per la stazione; fortunatamente una ragazza si offrì di farmelo con la sua app dando i soldi contanti a lei. Il pullman partì e finalmente iniziai a rendermi conto che stavo andando davvero a WrestleMania! Durante il viaggio, (non molto lungo, una scarsa mezz’ora), un ragazzo con la maglia di Jushin Thunder Liger di nome Josh mi chiese se stessi andando a WrestleMania, gli risposi si e ovviamente feci la stessa domanda a lui, anche se scontata, e facciamo amicizia, lui viene dall’Ohio e anche lui è venuto solo e manco a farlo a posta scopriamo che abbiamo un posto non molto lontano l’un l’altro.

Il pullman ci lascia alla fermata, il Metlife Stadium all’orizzonte e avevo già la pelle d’oca, guardiamo come arrivare all’arena e scopriamo che bisogna fare un lungo tratto a piedi e perimetrare tutta la strada che circonda l’arena per arrivare, con ben 51 minuti di cammino! A metà strada troviamo un Dunkin’ Donuts e facciamo pausa ciambelle e schifezze, lui mi racconta che la sera prima era andato al G1 Supercard al Madison Square Garden e che ama tanto la ROH e la NJPW, ma che ovviamente la WWE lo accompagna da quando era bambino, e finalmente era riuscito anche lui ad andare ad una WM dal vivo (cosa che mi è sembrata strana visto che vivendo negli USA dovrebbe essere più abbordabile vederla dal vivo, però mi ha spiegato quanto è dispendioso andarci se vivi in una famiglia numerosa). Ci rimettiamo in marcia e per strada vediamo diversi stand organizzati dai fans in attesa dell’evento, dove poter mangiare e passare il tempo con diverse attività, allora ci informiamo sul costo da pagare per entrare e ci chiedono 120$! Senza pensarci due volte andiamo via e arriviamo nei prossimità dell’arena, dove i parcheggi iniziavano a riempirsi, dopo qualche foto con l’arena alle spalle, Josh mi dice che è iscritto ad un gruppo facebook dove si erano organizzati diversi fans provenienti da diverse località degli USA e si erano dati appuntamento al parcheggio numero L-9 per mangiare e bere in attesa dell’apertura dei gate, alle 15 e 30.

Raggiungiamo la sezione del parcheggio e troviamo 6/7 persone con due pick up che allestivano tavoli e frigo bar con una quantità smisurata di cibo e bevande, Josh si presenta ai membri e lui a sua volta presenta me e quando mi chiedevano da dove venissi tutti quanti hanno iniziato a darmi del folle ad essere venuto dall’Italia (in senso buono ovviamente) e che mi davano il benvenuto negli USA; iniziamo a mangiare e bere qualcosa e nel frattempo iniziano ad arrivare fans nei parcheggi che vestivano i panni di Undertaker, Sting, Finn Balor e cosi via, e ogni volta che passavano partivano i cori per loro. Dopo diversi discorsi e opinioni varie scopro che la maggioranza di loro è entusiasta nel main event femminile e questo mi rende felice, dopo la bellissima esperienza con queste persone che ci hanno fatto mangiare e bere senza spendere un soldo, stile quasi serie tv, io e Josh decidiamo di andare un po’ prima ai gate per evitare le lunghe file e perché dovevamo lasciare lo zaino ai box, poiché non ti permettono di far entrare quasi nulla se non piccoli marsupi o borse.

Ore 15:00, eravamo in uno dei tanti ingressi dell’arena, nello specifico quello che ti consente di entrare alle spalle dello stage, durate la fila pre-ingresso sentiamo le prove tecniche delle musiche d’entrata, quando parte quella di Drew McIntyre io stavo impazzendo.

15:30, aprono i gate, piccoli controlli e mostriamo il biglietto e si sale, l’arena che già da fuori era immensa, nel salire le scale mobili diventa ancora più grande, io ero all’ultimo piano, Josh al secondo, così ci dividiamo e ci diamo appuntamento a fine show nei box dove avevamo lasciato lo zaino. Prima di trovare il mio posto decido di andare in uno dei mille stand dove vendevano maglie e gadget ufficiali e compro una maglia a manica corta con il logo di WM azzurra a 35$.

Trovo il mio anello e la mia fila e mi piazzo lì, l’arena ancora si stava riempiendo e mancava un’ora al kick off. Mi godo l’atmosfera e penso a quando ero piccolo e guardavo le varie edizioni di WM in dvd o su Sky e desideravo andarci più di ogni altra cosa, ed ora ero veramente lì.

17:30: parte il kick off, (non mi metto a commentare gli incontri perché tutti sappiamo come sono stati e come sono finiti) devo ammettere che durante diverse entrate come ad esempio Hardy Boyz e Braun Strowman, nonostante si trattasse del pre show il pubblico era molto gasato ed euforico dovuto al fatto che si trattava di WM e non di qualsiasi altro PPV che con molta probabilità non avrebbe garantito un gran interesse nei confronti del kick off.

19:00: SI INIZIA, dopo la consueta America the Beautiful cantata da Yolanda Adams (patriottismo a mille degli americani con tanto di elicotteri) parte il promo, a mio avviso ben realizzato e subito dopo fuochi d’artificio. WrestleMania è ufficialmente iniziata!

Dopo l’arrivo di Alexa Bliss dove il pubblico era in visibilio, me compreso, arriva l’Hulkster che viene accolto molto calorosamente, ed ecco che arriva Paul Heyman e si scopre che l’incontro per il titolo Universale  aprirà le danze e il pubblico esplode, lascio immaginare la gioia e la reazione dopo il pin di Seth, un momento da brividi. I successivi incontri non hanno deluso le aspettative a mio avviso, soprattutto quello di coppia di Smackdown che ho adorato e anche il grande pop riservato per la vittoria delle Iconics è stato formidabile.

Ma ecco arrivare a quello che forse era l’incontro più atteso per me, Kofi Kingston ha finalmente l’opportunità di vincere un titolo massimo, l’entrata non è spettacolare o troppo scenica, ma il pubblico è in delirio e i cori coprono quasi la musica, il che rendono l’entrata del New Day epica. L’incontro ha un ottimo livello di lottato e il pubblico non si ferma mai, momenti da cardiopalma, ed ecco arrivare al momento del trouble in paradise, 1, 2, 3..KOFI È CAMPIONE WWE, il pubblico esplode, una reazione talmente grande che la paragonerei alla vittoria di Bryan a WM 30.

La scaletta procede bene, momenti spettacolari come l’ingresso della classe 2019 della Hall of Fame e grandi ritorni, come John Cena  nei panni del Doctor of thuganomics che mandano il pubblico alle stelle. Piccola nota negativa del pubblico dove sono partiti i vari cori per CM Punk e le varie OLA la si trova solo nell’incontro tra Roman Reigns e Drew McIntyre, incontro che forse secondo molti è rimasto sotto le aspettative, ma che personalmente a me non è dispiaciuto in se, anche se speravo nella vittoria dello scozzese. Ovviamente Roman non avrebbe mai perso dopo il ritorno, e nonostante i fuochi d’artificio troppo esagerati per il mastino dello Shield a mio avviso, rimane un buon match.

Cinematografica l’entrata di Triple H stile Mad Max, d’altronde il re dei re ogni anno ci delizia con ingressi epici e ottima prestazione di Batista, che per un attimo mi ha fatto credere che potesse addirittura vincere, e che dimostra a tutti i più scettici quanto tenesse a questo ultimo match contro il suo ex compagno dell’Evolution.

Altro momento da menzionare e molto commovente è stato l’ingresso di Kurt Angle che mi ha ricordato molto la sua entrata a WM 19, edizione che rimane la mia preferita. La scaletta sta per terminare, penultimo incontro è quello per il titolo intercontinentale, dove l’entrata di Balor è stata a dir poco spettacolare, e con tanto di riconquista del titolo, mi è piaciuta la scelta di lasciargli il penultimo incontro all’irlandese.

Ed eccoci arrivare al main event, filmato da paura ed entrate speciali per le tre ragazze impegnate nel primo main event femminile della storia, il pubblico è quasi tutto per Becky ovviamente, anche se di rado parte qualche coro per Charlotte, mentre molto ostile l’atteggiamento per la Rousey (da evidenziare un abbandono di molti spettatori durante l’ingresso delle atlete). Incontro ben fatto e ben interpretato a mio avviso, e nonostante fossi stremato per la lunga giornata ho avuto modo di apprezzarlo. Il finale ha lasciato un po’ di perplessità  ma non conta perché quando parte la musica di Becky il pubblico non smette più di cantare la sua theme song fino all’uscita dell’arena, ed è stato spettacolare quando sono partiti i fuochi d’artificio con l’irlandese che finalmente si prende il suo giusto riconoscimento difronte a oltre 80.000 persone.

Che dire, forse perché l’ho vissuta in prima persona e forse perché ero troppo gasato dall’atmosfera e da tutte le emozioni che ha generato in me, io la ritengo un’ottima WrestleMania, forse la migliore degli ultimi cinque anni.