Domenica, presumibilmente, assisteremo all’ultimo match di Sting. Una lunga carriera, iniziata negli anni ’80, che si chiuderà in una cornice di pubblica straordinaria e in una realtà adatta a chiudere un cerchio. Dopo essere partito dai fasti della NWA, aver fatto parte da protagonista della grande epoca della WCW e della TNA, fino allo stint dimenticabile in WWE. In AEW ha provato a dare una mano, soprattutto ai giovani. E ha provato a divertirsi, rischiando più del dovuto.
Qual è stato il primo match di Sting che abbiamo visto? Lo chiedo a voi, e scrivetemi nei commenti il vostro primo contatto con The Icon. Io vi racconto il mio. Anzi i miei.
Sono due, in effetti.
Il primo contatto è stato cartaceo. Siamo agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso. In edicola arrivavano tanti giornalini, fanzine. Me ne ricordo due. Era piccolo, quasi tascabile, che a metà presentava i rankings delle principali realtà di wrestling del periodo. La foto di Sting in versione surfer, spesso accostato a Ric Flair, di cui per un periodo divenne la perfetta nemesi, veniva replicata spesso. Ricordo anche un piccolo fumetto, al suo interno, in cui venne rappresentata la sua faida con Cactus Jack in versione fedele ma anche ironica.
La rappresentazione televisiva arriva solo nel 1999. La WCW arriva su Italia 1, col spassoso commento di Paolo Cavallone e Sergio Sironi. Che nella prima puntata si ritrovano a commentare, nel main event proposto in tv, il match tra Sting e Ric Flair. The Stinger aveva un nuovo face paint, quello che tutti abbiamo preso ad amare col tempo, quello da Corvo. Non è un incontro memorabile quello: i due si sfideranno tante volte nel tempo, ma non sapranno mai più replicare i grandi match degli anni 80′. Però ricordo di aver empatizzato subito con quel personaggio così amato dal pubblico di cui andrò a recuperare la storia molti anni dopo.
E a breve quella storia si chiuderà. Ancora con Sting protagonista.