Nel primo Dynamite del 2023 rivedremo sul ring Darby Allin. Non manca da tanto, ma certamente nell’anno appena passato non ha vissuto di certo uno stint da ricordare. Tante occasioni con Sting, diversi feud mordi e fuggi, ed una costante sensazione che dovesse attendere il suo momento per essere rilanciato ai piani alti.

È vero, si è portato dietro per molto tempo la critica che uno così piccolo, sia di statura che fisicamente, non potesse ambire più di tanto. Eppure nella storia della AEW, ciò che Darby ha toccato, ha avuto buoni riscontri. I suoi match, da campione TNT, sono ancora oggi quelli col maggior numero di telespettatori collegati. Nel main event, per giunta.

Poi, come detto, è stato retrocesso. A parte MJF, un po’ tutti i capisaldi giovani della compagnia hanno dovuto attendere una scrittura migliore. Delle occasioni migliori, che potessero dare loro uno sbocco. C’è chi come Jack Perry ha avuto qualche match di rilievo, c’è chi come Darby Allin è stato messo un po’ di lato.

L’incontro con Samoa Joe può dire tanto. Il Samoan Submission Machine si è preso lo scalpo di Wardlow, può fare altrettanto con Allin. Ma l’esposizione in un match dipende da come quel match viene messo in mostra. E qui Darby può fare la differenza, può convincere qualcuno dietro le quinte che questo 2023 può essere il suo anno. Anzi, deve esserlo. Avremo bisogno di lui per maggiore qualità negli show.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.