Dobbiamo constatare come, negli ultimi mesi, Raw abbia superato nettamente Smackdown, in tema di interesse e spettacolarità. Lo show rosso, da sempre diamante di punta della Compagnia, ha mostrato di sapersi rinnovare costantemente, proponendo sempre nuovi, ed accattivanti, scenari per il suo pubblico. Smackdown, invece, non è riuscito mai a staccarsi del tutto dalla forte emozione del Main Event di Wrestlemania 40, che ha dato il là un regno di Cody Rhodes piatto, senza picchi di emozionalità da registrare, e senza mai apportare nulla di nuovo alla sua narrativa. Ciò che molti usano dire della gestione Triple H, che non trova applicazione sempre ma che, almeno con molti show di Smackdown, risulta pertinente, e cioè una certa “prevedibilità” delle storyline, è stato il filo conduttore dello show blu da Aprile ad oggi. Perlomeno fino a qualche puntata fa.

Il cambio di logo e della musica di introduzione di Smackdown sembra un tentativo di rompere questa monotonia; E nel suo piccolo forse ci riesce. A Smackdown serviva rimescolare le carte, dare profondità alle sfide di Cody, necessitando, come l’aria, del ritorno di Roman Reigns. Cosa che è avvenuta a SummerSlam, e che ha aggiunto un po’ di brio alle puntate settimanali. Ed anche se, i dissidi interni alla Bloodline, erano pronosticabili già con largo anticipo (più che per l’acume presunto di alcuni fan, per la trasparenza della stessa WWE nel presentare le storyline, tutte chiaramente indirizzate allo scontro intestino alla stable), resta il fatto che hanno reso lo show blu imperdibile quasi quanto il suo gemello del lunedì sera. L’ultimo episodio del brand ha introdotto però una novità: l’alleanza forzata tra Cody e Roman. Un sodalizio che, solo quattro mesi fa, era meno probabile di chiudere con scala reale alla prima mano a poker.

Inizialmente Cody si è pure rifiutato di affiancarsi all’OTC, dicendo, in sostanza, che i panni sporchi vanno lavati in famiglia. Anche se era assai improbabile che, alla fine, Cody non accettasse di lottare in coppia con Roman a Bad Blood, questa sua iniziale riluttanza a formare un tag team con il Capotribù ha lasciato per un attimo col fiato sospeso. Va riconosciuto, infine, un grosso merito alle capacità attoriali di Roman: Ha saputo rendere l’idea di quanto travagliata sia stata la scelta di accettare l’appoggio di chi lo ha costretto a cedere il titolo mondiale, saldamente tra le sue mani per 3 anni. In definitiva, un plauso a Solo Sikoa e alla sua capacità di presentarsi come avversario temibile, ma non troppo “serio”, nello stesso tempo. Sarebbe stato difficile chiudere definitivamente la porta alla storia della Bloodline dopo WM 40. Gli strascichi hanno condizionato inevitabilmente tutto il 2024. Tuttavia, la scelta dei protagonisti di questa narrativa, è stata fatta in maniera sapiente; Tutti gli attori sono da Oscar, da Solo ai suoi accoliti, passando per Heyman, Cody e, ultimo ma non ultimo, Roman Reigns. Questo suo ritorno, e le ultime due settimane, fanno ben sperare per il futuro di Smackdown, sancendone senza dubbio una sua effettiva “rinascita”.