Guardando All Out dello scorso anno si notano tante differenze tra quel prodotto e quello di oggi della All Elite Wrestling. C’è un gruppo di wrestler che è rimasto fisso nelle proprie posizioni, un altro gruppo che è cresciuto e un altro che ha vissuto di alti e bassi. Il Covid ha semplicemente accelerato una seconda fase che era già nelle idee della compagnia.

La prima fase è stata quella della presentazione. Una serie di nomi maggiormente legati ad un concetto più indy, hardcore match come se piovessero, una serie di giovani ragazzi da far conoscere e dei veterani che facevano da apripista. Chris Jericho e gli SCU primi campioni la scelta dovuta, a portare un filo conduttore solido e ben orchestrato per le storyline legate ai match per i titoli.

Nel mentre hanno macinato km e performance atleti come MJF, Wardlow, Darby Allin, Scorpio Sky, Jungle Boy, Private Party, Orange Cassidy, Joey Janela, Adam Page, Kip Sabian, Sammy Guevara, The Butcher and The Blade, Jurassic Express. Ma questi interpreti hanno bisogno di essere sostenuti da altri colleghi che siano espressione di un pubblico ancora più ampio dei Jimmy Havoc o degli Hybrid 2 di turno.

La sensazione è che abbiano capito che percorso prendere. I vari ex WWE servono ad ingraziare quel pubblico più legato alla WWE che finora non aveva ancora abbracciato il loro prodotto. Il reparto femminile è cambiato quasi in toto a parte Nyla Rose, Britt Baker e Hikaru Shida. I veterani si stanno via via facendo da parte, si pensi a Daniels che vediamo ormai solo a Dark. La categoria tag team si sta facendo meno spottosa e più collegata ad un modo old school di lottare (FTR e Butcher & Blade la stanno spiegando a tutti). La zona main event si sta rimescolando, quella del midcard è abbastanza delineata.

Dopo Havoc, Priestley e la Gibbs arriveranno altri licenziamenti. Lo auspicavo già a inizio anno: ad un certo punto la AEW avrebbe capito di dover puntare su profili che le consentissero di fare un passo in avanti. Se la prima fase era di esplorazione, la seconda deve essere di assestamento: solo in questo modo saliranno gli ascolti e si manterrà fiduciosa l’attenzione. Avere le idee chiare su cosa si vuol essere, prima di tutto. Il resto verrà da sé.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.