RANDY ORTON vs RUSEV

Dopo i due match lampo, questa volta si è lottato sul serio e la battaglia tra Rusev ed Orton pur non essendo stata particolarmente convincente, non è stata neanche particolarmente deludente, posizionandosi a metà rispetto a ciò che la card del ppv ci presentava. Ritmo nella norma, così come le sequenze di manovre all’interno del ring. Tutto con relativa tranquillità, come un mare in una serena giornata d’estate. A volte la normalità senza eccessi può risultare migliore di quanto si possa fare in un match ricco di contenuti ma con scarsi risultati. Finale accettabile con una sequenza di tentativi inusuali di annientare le finisher move dell’avversario. Un bel 6+ d’incoraggiamento.

 

NATALYA vs CHARLOTTE

La rivincita della sfida avvenuta a RAW ma a parti invertite. Curioso come ci sia stato un deciso cambio dei ruoli, Charlotte senza il padre al suo fianco e tifata dal pubblico, e Natalya nei panni della campionessa heel che utilizza ogni mezzo pur di mantenere il titolo. Se precedentemente era Charlotte ad usare una strategia da dirty player, questa volta è stata Nattie la regina della situazione attaccando sin dall’inizio la gamba sinistra della figlia di Ric, continuando per tutta la durata dell’incontro con la stessa tattica. Una gestione dunque che va a richiamare lo stile della dinastia Flair, che viene utilizzato come arma vincente da colei che è cresciuta sotto il segno dei Hart. Una caratteristica che ha dato al match una prospettiva diversa. La modalità conclusiva, la vittoria per squalifica di Charlotte, rientra perfettamente nel piano generale della contesa. La sfida per il titolo femminile di SD si è affermato per cui per la qualità del wrestling lottato in vecchio stile, come solo alcuni wrestler sapevano fare, meno qualità ma più concretezza.

 

AJ STYLES vs TYE DILLINGER vs BARON CORBIN

Evolvere l’uno contro uno in un triple threat match è stata una saggia scelta. AJ Styles e Baron Corbin avrebbero avevo l’occasione di condurre un incontro ti tutto rispetto ma l’ingresso di Tye Dillinger è stato a tutti gli effetti un bonus ben usufruito che ha arricchito la sfida titolata dati i trascorsi con gli altri due contendenti, specie dopo le ultime settimane. I tre hanno ben figurato scambiandosi più volte momenti singoli che collettivi. Positivo il fatto di avere Dillinger coinvolto al 100% e vederlo alle prese in un match di valore, così come è stato positivo vedere Corbin campione statunitense dopo il periodo travagliato in cui si era peraltro avvistata una sfiducia e una retrocessione in procinto d’arrivo. Il MITB sfumato in una manciata di secondi e le critiche sui social, un periodo complicato e risollevato dalla conquista del titolo US che è arrivata nel momento giusto. Un esito che ha probabilmente aiutato chi era con l’acqua alla gola, senza danneggiare un AJ Styles sempre e costantemente sul pezzo. Una questione tutt’altra che chiusa ma questa fase intermedia della faida ha dato modo a Tye e Baron di respirare e tornare in superficie, dove ad aspettarli e a tendere una mano c’era AJ Styles.

 

THE USOS vs BIG E & XAVIER WOODS

In passato c’erano i Dudley, gli Hardy e il duo formato da Edge & Christian, che si affrontavano più e più volte senza mai sfigurare e dare quella sensazione di déjà vu. L’importante non era la quantità di volte che lottavano tra di loro, ma la qualità che riuscivano ad offrire. Potevano salire in cima ad una scala, essere scaraventati attraverso un tavolo, salire in cima ad una gabbia…il risultato era il medesimo. Il livello dei tag team citati era impareggiabile tant’è che il volere di vederli continuamente in azione gli uni contro gli altri era l’unica cosa che contava davvero. Lo stesso discorso è ragionevolmente giusto per quanto riguarda il feud tra il New Day e gli Uso. Si sono affrontati in tutte le salse ed hanno convinto, sempre. Una faida che prosegue da tempo ma quando ci sono due coppie che lavorano bene assieme tale da garantire uno spettacolo assicurato, bisogna proseguire sullo stesso binario in quanto non c’è alcuna possibilità che il treno che si occupa dei titoli di coppia, possa avere dei problemi. Domenica sera i due tag team avevano l’arduo compito di esibirsi nel primo HIAC match di coppia e di scrivere la storia. Big E, Xavier Woods, Jimmy & Jey Uso hanno risposto riconfermando per l’ennesima volta il verdetto unanime delle precedenti sfide. La possibilità di lottare un 2vs2 secondo le regole del tornado tag team match, è stato come regalare ai quattro condenti un unico grande desiderio e utilizzarlo nei migliori dei modi. Anche in questo caso il concetto della crudeltà è notevolmente emerso armeggiando le kendo stick come solo i migliori musicisti sanno fare con le proprie batterie. I campioni in carica e gli sfidanti hanno sfruttato a dovere l’intero parco giochi che avevano a disposizione. Una serie di spot e azioni fuori dall’ordinario. Un bel grande applauso per l’ottima riuscita. Tra RAW e SD è quasi un testa a testa, con entrambe le categorie tag team che rispondono colpo su colpo, valorizzando al meglio l’anima de titoli.

 

KEVIN OWENS (e Sami Zayn) vs SHANE McMAHON

Non solo il Main Event della serata ma anche il Main Event del ppv in termini di qualità. L’aggiunta del Falls Count Anywhere faceva intuire ad un HIAC che poteva riservare delle sorprese e sebbene queste tardavano ad arrivare, la parte conclusiva del match ha spiegato a fatti il perché di quella postilla sulla stipulazione speciale. Lo scambio di colpi avvenuto sul tetto della gabbia ci ha fatto rivivere storici momenti aggiungendo quella nota di timore, facendo dell’Hell In A Cell non solo un match macabro e violento dove il fisico viene portato all’estremo, ma anche un match dove la paura e la tensione giocano un ruolo importante, come d’altronde ci è stato raccontato dagli occhi di Owens mentre titubava di saltare giù nel vuoto, al contrario di Shane che nonostante avesse l’opportunità ti schienare Kevin, oramai ko, è salito in cima per compiere il salto della vita, come un funambolo quando decide di ripercorrere più volte il percorso nonostante il rischio elevato. La faida tra Shane ed Owens ha permesso che l’astio tra i due uomini si trasportasse all’interno della gabbia tramutando l’incontro in una sorta di regolamento dei conti, dove il concetto di vittoria passava in secondo piano lasciando spazio alla crudeltà e nell’imprimere maggiore dolore possibile all’avversario. Per la prima volta in WWE abbiamo potuto ammirare un Kevin Owens all’interno di un match cruento dove potesse dare tutto se stesso e il risultato è stato senz’altro piacevole. Ogni particolare ha fatto la differenza, fino ad arrivare a colui che effettivamente ha rubato la scena, il protagonista principale, ovvero Sami Zayn. Finalmente grazie a questa opportunità è riuscito ad “esplodere” venendo fuori da quel guscio in cui è stato intrappolato dal momento in cui è approdato nel main roster. Prima a Raw e poi a SD, mesi vissuti all’ombra di Owens e mai delle reali occasioni per lasciare il segno. Se sarà un completo turn heel lo sapremo in futuro, ma di certo ad HIAC Sami ha avuto il suo grande momento proprio grazie al legame che lo tiene unito da sempre ad Owens. Una corda che la WWE non ha mai deciso si tagliare permettendo appunto un risvolto eccezionale, un colpo di scena sensazionale, come quello avvenuto nel ppv. Puntare ancora una volta sul sentimento di amici/nemici tra Zayn ed Owens per dar vita a nuove storyline, è ben accetto. Lo stupore di Zayn per ciò che aveva compiuto e il doppio stupore di Owens per ciò che aveva visto e che aveva vissuto con i propri occhi, è stata la scena clou. Il momento esatto in cui Sami tira via Kevin dal proiettile che si stava fiondando a tutta velocità dall’alto, è stato il punto di svolta. Un finale per un nuovo inizio.