Ritorna il consueto appuntamento post-PPV della WWE, in cui si analizzano i momenti decisamente “no” degli special event made in Stamford. E la carne al fuoco, questo mese, sembra essere veramente tanta

MA COME TI VESTI?! EXTREME RULES 2018 EDITION:

Edizione fiacca, cosa che a quanto pare sarà un leightmotive di questo PPV. Due soli candidati in quest’edizione: all’angolo sinistro, Baron “Paletta” Corbin in completo da ufficio, che fa tanto “Corporate Kane” dei tempi dell’Authority; all’angolo destro, Dolph Ziggler che, quando pensi non possa diventare più tamarro di così, ti tira fuori una scritta “Evil” in arancione su pantalone blu. Il ritorno del Campionissimo

VOLARE:

I voli dal paletto, dall’apron ring, attraverso le corde, sono rischiosi, si sa. Domenica scorsa questi spot hanno mietuto due vittime: la prima, Sin Cara che manca clamorosamente Andrade durante un’Headscissor dal paletto, anche se i due in qualche modo riescono ad agganciarsi e a recuperare; il secondo, il povero Bobby Lashley, il quale venendo lanciato fuori ring perde l’appiglio sulle corde e, nonostante cerchi in ogni modo di aggrapparcisi nuovamente, finisce per cadere impietosamente al suolo. Ouch

WRONG TURN:

Questo è uno di quei momenti in cui mi pento di non aver tempo di tornare a far le GIF come ai bei vecchi tempi. Ad ogni modo, al minuto 2:53:55 circa del PPV, Aiden English ha appena tolto la protezione da uno degli angoli, AJ Styles dovrebbe dirigersi verso quel palo, togliersi all’ultimo momento e farci sbattere contro Rusev, peccato che AJ, liberandosi dalla Accolade, si diriga prima verso l’angolo sbagliato e, accortosi dell’errore, con un triplo avvitamento carpiato raggiunge il palo corretto giusto un secondo prima che Rusev gli si lanci contro. Intuizione e velocità d’esecuzione

SEI SECONDI NETTI:

“Dateci i match belli!”. Questa è la frase che mi sono ritrovata a urlare quando ho visto che il match tra Nakamura e Jeff Hardy era terminato dopo un low blow ed una Kinshasa. Eravamo già a buon punto dello show e avevo assistito a match bruttini e forse troppo brevi per i miei gusti (ma su questo punto ci arriviamo). Arriva il momento di Nakamura e del buon Gieffo ed io mi aspetto una contesa piacevole, intrattenente, coinvolgente, invece il tutto termina nel giro di un attimo. Va bene per il personaggio di Nakamura, va bene per farlo odiare ancor di più, ma ricordo bene come in quel momento ho pensato “voi un bel match in questo PPV proprio non ce lo volete dare”

USELESS MONSTER:

Analizziamo com’è stato gestito il match per i titoli di coppia di SmackDown: Daniel Bryan lotta da solo per tutto il match, Kane arriva non in un momento di estrema difficoltà bensì quando Bryan sembra quasi farcela da solo, zoppica fino al ring, esegue giusto un paio di mosse e poi sul finale sono comunque i miei carissimi Fratelli Randelli ad aggiudicarsi la contesa. Alla luce di tutto ciò: valeva la pena riesumare un team così amato come il Team Hell No solo per questo PPV e solo per un match che definire riempitivo è dire poco? Che definire dimenticabile è fargli un complimento? Li perdono solo perché il segmento del funerale del team nella puntata di SmackDown è stato oro puro

SMACKDOWN WOMEN’S CHAMPIONSHIP MATCH:

Il match tra Asuka e Carmella è stato brutto sotto diversi punti di vista, oltre che per la qualità del lottato. Ammetto che Ellsworth che si riempie il giubbotto di oggetti da lanciare a Carmella mi ha divertito, oltre a ricordarmi vagamente Roberto Benigni ne “Il mostro”, nella scena del supermercato. Ma a parte ciò, che son gusti personali, si sa, analizziamo un po’ lo spettacolo offertoci: Carmella sul ring è ancora decisamente acerba, Ellsworth che rimane appeso in maniera troppo “finta”, con l’imbracatura di sicurezza sotto al giubbotto e il gancio che lega la gamba alla gabbia; si continua con Asuka che perde mezz’ora a picchiare Ellsworth dimenticandosi di Carmella e si conclude con il classico finale alla “per schienare una lottatrice basta farla sbattere contro qualcosa”. Potrei anche aggiungere un’Asuka che subisce un’altra batosta al sua character, ma non voglio infierire oltre, che è meglio

MENO DI OTTO:

Guardando Extreme Rules, mi è parso che molti dei match proposti fossero eccessivamente affrettati, tirati via, riempiti giusto di quei due o tre spot essenziali e poco più. Di fatto, a parte un paio di eccezioni e l’Iron man match, si sono tenuti tutti entri gli otto minuti. Vien da pensare che la WWE abbia puntato tutto sul main event, illudendosi che quell’ottima mezz’ora avrebbe accontentato i fan. Peccato che prima di quel match ci fossero ancora tre ore di show da riempire degnamente

EXTREME RULES?

Se ne parla già da anni: ormai Extreme Rules di estremo ha ben poco. Qua non si parla di Hell In A Cell, in cui un match nella gabbia, se la rivalità è ben costruita, può bastare; non si può regalare un solo match con regole estreme su nove, specialmente se poi quel match di estremo ha ben poco. Chiamare questo PPV “Extreme Rules” ormai non ha più senso; i fan della WWE non sono una manica di sadici desiderosi di veder scorrere il sangue, ma pretendono che un PPV porti fede al suo nome e che se proprio debbano esserci dei match con stipulazioni “estreme” almeno siano fatti bene. Ripeto, nessuno vuol vedere il ring ridotto a una pozza di sangue, ma neanche che il tutto si riduca a un lottatore che scaraventa l’altro su una pila disordinata di sedie e poco più