Le pari opportunità tra gli uomini e le donne è un tema scottante, che spesso ha scaldato anche la WWE. In molti si fanno grandi con le parole quando si tratta questo tema, ma guardando i fatti sono poche le persone coerenti.

Anche la WWE, in primis, ha sempre cercato di promuovere l’uguaglianza tra i suoi wrestler e perseguendo questo obiettivo organizzò nel 2018 un pay – per- View, Evolution, solo per wrestler donne ma il risultato non è stato quello sperato.
L’uguaglianza si ottiene dando le stesse opportunità ai wrestler negli stessi eventi, dando loro i main event e non un evento a parte per dimostrare quanto si tifa per l’uguaglianza tra i due sessi. Non è così che si fa.

Ma, per fortuna, la WWE sembra aver capito dai suoi errori; e quanto abbiamo visto in Arabia Saudita sabato scorso è una conferma. In un luogo in cui sembra più difficile il raggiungimento dei diritti delle donne, avere tre match femminili è una grande vittoria.

Una grande vittoria che però deve essere la prima delle tante, e non perché la WWE tratti “male” le sue wrestler ma da una grande federazione qual è, l’esempio deve partire anche da qui.

Studentessa universitaria con la passione per la scrittura e le serie TV, qui vi faccio compagnia con i miei report e gli editoriali. Attualmente trovo molti atleti interessanti ma rimango fedele sin dal 2014 al mio 'credo' per il King Slayer Seth Rollins e il fu Dean Ambrose, motivo quest'ultimo per il quale ho aperto i miei orizzonti verso i lidi giapponesi e l'AEW