Paul Heyman è uno dei personaggi più apprezzati della WWE attuale. Giusto e legittimo da parte della Federazione, dunque, capitalizzare sull’ ottimo momento di fama di questo fantastico manager: signore e signori ecco a voi la review del DVD “Ladies and Gentleman, my name is Paul Heyman”. Please Enjoy.

Preludio

I’m a Shmuck son of two extraordinary human beings”.

Il DVD comincia con Paul, nel salotto di casa sua, che ci presenta idealmente i suoi genitori: suo padre, un avvocato ebreo tra i più conosciuti di New York, e sua madre, una sopravvissuta dell’olocausto. Ed il frutto dell’unione di questi due straordinari esseri, altri non è che il protagonista della nostra storia.

Rivoluzionario. Sfrenato. Intenso. Passione. Integrità. Colorato. Creativo. Maestro. Confidente. Mentore. Brillante. Scienziato pazzo. Pianificatore. Genio. Wrestling. Manipolatore. Non meritevole di fiducia. Aggressivo. Troppo insistente. Risata. Amico. Preferito. Famiglia. Sopravvissuto. Genuino. Camaleonte. Perfetto. Queste sono le parole che le mille voci intervistate per questo DVD associano al nome Paul Heyman, e dopo questo bel preludio, inizia il nostro viaggio all’interno del DVD vero e proprio ha inizio.

Ladies and Gentleman, my name is Paul Heyman”.

 

Chapter 1. The Beginning – Outside The Ring

Paul Heyman diventa fan di wrestling quando, per la prima volta, osserva in TV un giovane Vince McMahon intento ad intervistare Supertar Billy Graham. La grandezza di quest’ultimo, il suo carisma ed il suo spessore catturano in modo immediato la curiosità di questo ragazzino che, in fondo, era destinato ad avvicinarsi al wrestling sin dal primo giorno di vita.

Heyman ci racconta che sin da piccolo non era mai voluto essere parte del pubblico, bensì parte del processo: ciò che lo affascinava non era la magia in se, bensì il modo in cui metterla in scena. Ad 11 anni il nostro beniamino è già un businessman con i fiocchi e lancia un commercio via posta di locandine cinematografiche, mentre qualche anno dopo utilizza i soldi del suo Bar Mitzvah (rito ebraico in cui l’uomo approda all’età adulta, sacramento importantissimo per questa religione n.d.r.) per comprare tutta l’attrezzatura fotografica necessaria per poter creare un primo embrione di studio fotografico. Altri avrebbero comprato una bici magari, ma non il giovane Paul.

Grazie a questi mezzi ed al gruzzolo messo da parte il giovane comincia ad alimentare la sua vera passione, il wrestling, cominciando ad andare agli show locali fotografando i protagonisti e creando una prima testata giornalistica monotematica autoprodotta. Straordinario osservare come, sin da una tenerissima età, Paul non si è mai approcciato al wrestling da performer sul quadrato, bensì il suo è stato immediatamente un approccio da studente, da regista, da direttore e non da attore. Un istinto iniziale che la dice lunga sulla sua lungimiranza in termini di longevità all’interno del wrestling business.

Grazie ad un espediente, Paul riesce a mettersi in contatto con lo studio di Vince McMahon Sr. ed a soli 14 anni riesce ad essere accreditato al Madison Square Garden con tanto di pass per la stampa, godendo gratis dei migliori posti a sedere in tutto il palazzetto. Bill Apter, famoso giornalista dell’epoca, ricorda ancora oggi come questo giovane ragazzino fosse onnipresente a tutti gli show più rilevanti, e ci descrive come lo stesso fu preso sotto l’ala protettrice di Capitan Lou Albano, Classy Freddy Blassy e del Grand Wizard of Wrestling, che finirono con l’educarlo alla disciplina da loro praticata sino al punto di renderlo un vero e proprio compagno di viaggio, nonostnte la tenerissima età.

Un altro episodio curioso della parte iniziale della carriera di Paul Heyman ci viene descritto da Dusty Rhodes. Al tempo (primi anni ’80) l’American Dream era head booker della NWA, e teneva regolarmente dei meeting creativi con il suo staff. Un giorno, Heyman riuscì ad infiltrarsi ad un meeting ed immediatamente fu fermato da Rhodes, che lo interrogò sul perché della sua presenza in una riunione a porte chiuse. Alla risposta “Sono qui per imparare dal migliore”, Dusty non potè che rispondere “In quel caso, amico mio, sei nel posto giusto!”.

Una volta apprese le importanti lezioni di Rhodes, Heyman accompagna per uno show l’amico Gorgeus Jimmy Garvin agli Studios 54, uno dei più importanti Night Club degli States. Neanche a farlo apposta, la stessa sera il fotografo degli Studios va in escandescenze e dopo una pesante ubriacatura perde il lavoro, lasciando una posizione lavorativa scoperta: il resto è presto detto, e Paul Heyman a soli 19 anni diventa fotografo e collaboratore senza avere alcuna esperienza in concreto.

Il primo evento di wrestling organizzato da Paul avviene proprio presso gli Studios, dove utilizza la consegna di un “prestigioso premio” come espediente per attrarre Ric Flair e Dusty Rhodes, una volta contattato Jim Crockett. La stessa sera, ci sarebbe stato il primissimo match di Bam Bam Bigelow, amico intimo dell’oramai ventenne fotografo/promoter. Tuttavia, nell’Aprile del 1986 gli Studios falliscono ed è proprio Bam Bam Bigelow a convincere Heyman, proprietario di tre testate giornalistiche, ad intraprendere una carriera come manager. Mai consiglio fu più azzeccato.

Considerazioni: Il DVD, inizialmente, cerca di far capire allo spettatore le caratteristiche principali di un giovane Heyman, mantenute anche in età adulta: l’arte di sapersi “arrangiare”, lo spirito imprenditoriale e la temerarietà accompagneranno il nostro antieroe per tutta la sua esistenza. Le voci interpellate sono quelle giuste, la fotografia e le immagini dell’epoca sono estremamente interessanti e denotano un certo impegno nella ricerca del materiale, il montaggio assolutamente vibrante.

 

Chapter 2. The Beginning – Inside The Ring

Approfittando della vaga somiglianza fisica con l’attore Michael Keaton (protagonista dei primi due Batman con regia di Tim Burton, per intenderci) Heyman comincia la sua carriera ispirandosi al film “Johnny Dangerously”, chiamandosi appunto “Paul E. Dangerously” ed approdando nel panorama indipendente del Nord Est con due mastodonti, i Motor City Madman. Qualche mese dopo, Kevin Sullivan riesce a portare Heyman come manager di Tombestone, uno dei componenti del suo tag team, tuttavia l’acquisto della CWF da parte della Jim Crockett Promotion manda all’aria tutti i sogni di gloria di Paul, che non si perde d’animo e, ancora una volta su suggerimento di Bigelow, vola verso Memphis, alla corte del “Re”.

Il rapporto con Jerry Lawler ha i suoi alti ed i suoi bassi, tuttavia inizialmente fu molto proficuo: Heyman viene affiancato ad i due Top Heel della Federazione, Tommy Rich ed Austin Idol, ed assieme arrivano persino a vincere un Hair Vs Hair match con lo stesso Lawler, epilogo rarissimo all’epoca. Tuttavia il carattere poco propenso al ridimensionamento di Heyman, unito all’estremo centrismo di Lawler (ma da uno che si fa chiamare “Re” cosa pretendiamo?) porta ad un’interruzione dei rapporti lavorativi, ed il buon Jerry avrà poche parole lusinghiere per Heyman da qui in avanti, pur riconoscendone il valore.

Ad ogni modo Heyman approda alla American Wrestling Association come manager per gli Original Midnight Express, lanciando come suo trademark (che lo seguirà per molti anni a seguire) un vistoso cellulare ben lontano dai piccoli e leggerissimi aggeggini a cui siamo abituati oggi, per peso e dimensioni. Inoltre, viste le registrazioni molto corpose di questa federazione, Heyman comincia a sfornare decine e decine di vignette, apprendendo l’arte della produzione video e del tempismo “cinematografico”. Arte che in seguito gli tornerà estremamente utile in ECW.

Di qui la vera e propria svolta: Rhodes chiama Heyman e gli OME in WCW per feudare con Jim Cornette ed i suoi Midnight Express. Lo scontro gode di un’alchimia quasi naturale, ed il clash tra le due figure manageriali è altrettanto immediato: Heyman contro Cornette, il Telefono contro la Racchetta, i “veri” ME contro quelli falsi. Fatto sta che dopo questa ottima faida, il ruolo di Heyman va sempre più scemando, sino a vacillare tra il licenziamento e l’inutilizzo. Ma in acque agitate, ciò che può riportare a coste sicure altro non è che una mano amica.

E la mano che mette in salvo Paul e la sua carriera è quella di Jim Ross, che finisce con l’adottarlo come “uomo suo” affiancandolo al tavolo di commento come color commentator. A detta di Paul Heyman, in quel periodo passato al fianco di JR ha imparato tutti i dettagli ed i sofismi della performance e del processo realizzativo in ring, al di la della psicologia creativa di cui già aveva nozioni. Ross invece descrive Heyman come uno studente difficile ma brillante, una spugna desiderosa di conoscenza che pur tuttavia in alcuni momenti non era in grado di comprendere quale fosse la linea da non valicare: proprio per questo, ancora una volta Paul non riesce a trovare una dimensione in grado di contenere il suo vulcanico ego, e dopo un periodo di sospensione viene richiamato come manager, nonostante l’ottima alchimia dimostrata con Ross.

L’idea di Rhodes, una volta messo sotto contratto Rick Rude, era quella di creare una stable che potesse avvicinarsi il più possibile ai 4 Horseman. Proprio per questo a Rude vengono affiancati Larry Zbyzko, Madusa, Arn Anderson, Bobby Eaton e, su richiesta di Heyman in quanto manager della stable, “Stunning” Steve Austin, un giovane prospetto di belle speranze che da li a qualche anno sarebbe diventato la cosa più calda mai generata dal wrestling business. Il vero talento di Heyman comincia ad emergere: al di la della sua straordinaria dialettica e della sua innata capacità di rendersi inviso anche ad una folla di pacifisti, Heyman capisce che lavorare con i giovani talenti è la cosa che gli riesce meglio, in quanto dotato della capacità di far esplodere all’infinito le qualità dell’individuo di fronte a se, rendendo le debolezze così piccole da essere quasi insignificanti. La stable conosciuta come la “Dangerous Alliance” passerà alla storia come una delle più apprezzate di sempre, e la faida con lo “Sting Squadron” è da vedersi come reale sugello di questa attestazione. Ma le cose, con Paul, non possono andar bene per troppo tempo.

Heyman viene allontanato dalla WCW, a cui successivamente fa causa ottenendo una cospicua buonuscita. Il protagonista della nostra storia non entra troppo nel dettaglio, limitandosi a dire che l’odio tra lui e la federazione era oramai reciproco e che, a 27 anni, ne aveva già abbastanza del wrestling. Ma la pagina più bella doveva ancora essere scritta.

Considerazioni: Heyman ed il wrestling, a conti fatti, sono fatti l’uno per l’altro e questo concetto è estremamente evidente in questa parte del DVD. Sin dall’inizio, tuttavia, si stressa molto sul fatto che nonostante Paul avesse raggiunto ottimi livelli in diversi ambiti, il suo carattere poco propenso all’essere gestito lo ha portato a non ricoprire posizioni singole per molto tempo. Per fare un paragone, tutte le voci interpellate in questo frangente (Ross su tutti) descrivono PH come un fucile tremendamente potente, ma con un rinculo eccessivo. Le voci dicevamo. Ottimo come sempre Ross, correttamente utilizzati Dusty e Lawler, voce di “dissenso” all’interno dell’intera opera. Anche qui, i filmati dell’epoca con i singoli spezzoni sono stati un tocco davvero di classe, mescolati tramite un sapiente montaggio in dissolvenza.

 

Chapter 3. This is EXTREME

Heyman si da alla radio, tuttavia viene subito preso per la “gola” Jim Crockett: il promoter gli ricorda come, per fare la differenza, bisogna essere all’interno e non all’esterno della struttura di cui si vuole far parte. Punto nell’orgoglio Heyman viene avvicinato dall’amico Eddie Gilbert, all’epoca sia performer che booker della Eastern Championship Wrestling, che lo convince a dargli una mano per aiutare i talenti con promo e vignette. La ECW era una federazione che ricorda vagamente la TNA di oggi: poche star fatte in casa e molti talenti ex WWE e WCW, non particolarmente desiderosi di far crescere il prodotto in generale ma piuttosto decisamente volti all’autoconservazione. Todd Gordon, proprietario della ECW, capisce che per tentare di fare quel passo in avanti bisogna osare e, complice qualche dissapore on Gilbert, passa lo scettro in mano a Paul Heyman, sino a quel momento piuttosto in disparte per rispetto nei confronti dell’amico.

Heyman fa rapidamente pulizia di tutti quegli atleti inutili o comunque poco volti alla causa per fare un’accurata cernita di giovani con del potenziale e tanta voglia di fare, lasciando comunque le porte aperte a qualche vecchia gloria vogliosa di rivalsa come Terry Funk, che in ECW godrà di una seconda, luminosissima giovinezza. Nasce così la EXTREME Championship Wrestling, una federazione che in un contesto cartoonesco ed edulcurato fece della violenza, del sesso, dell’estremo il proprio marchio di fabbrica. Ed è inutile dire che, negli anni ’90, vi era decisamente una fetta di mercato aperta a tale prodotto.

Qui il documentario da ampio spazio a Joey Styles, Tommy Dreamer, RVD, Raven e Gabe Sapolsky, che descrivono in modo dettagliato come Heyman fu capace di rendere un gruppo di wrestler piuttosto verdi ed inesperti delle vere e proprie star, riuscendo a manipolare ed indirizzare mille teste diverse, gran parte delle quali problematiche, in un’unica direzione, riuscendo a convincere un giovane trentenne che lanciarsi nel vuoto su una miriade di tavoli impilati fosse la cosa più giusta da fare in quel momento.

Heyman finalmente diviene ciò che sin da piccolo aveva sperato e sognato di essere: un vero direttore d’orchestra. In ECW Paul Heyman compone la sinfonia perfetta, ed i suoi strumenti erano non solo i performer ma anche il pubblico, vero e proprio worker che si sente sin da subito come parte integrante dello show. La ECW non era di Paul Heyman, era tanto sua quanto dell’uomo in sovrappeso in terza fila, e nessuno dei wrestler aveva l’impressione di lavorare PER Paul, bensì tutti erano convinti di lavorare CON Paul. E proprio per questo la lealtà nei confronti dei suoi atleti doveva essere sempre cristallina.

Paul dipinse la WWE e la WCW come i nemici, distaccando in modo palese il proprio prodotto da quello offerto dalla concorrenza. Eppure, il fan n°1 di questa giovane e rivoluzionaria Federazione era proprio Vince Mc Mahon: forse per una questione di identificazione o forse perché tutto sommato aveva capito sin da allora che la ECW non sarebbe mai stata una reale minaccia per il suo prodotto, Vince aveva uno stretto rapporto di collaborazione con Paul, e molti atleti della ECW approdarono alla WWE mentre di contro alcuni prospetti della WWE, come ad esempio Al Snow, furono “affidati” a Paul Heyman per affinarli e renderli over, un po’ come fanno le quadrone strisciate con giovani calciatori promettenti, prestandoli alle squadrette neopromosse.

Heyman fu più volte tacciato di essere al soldo di Vince, ma lui sostiene il contrario: gli unici soldi che furono versati alla ECW da parte della WWE furono quelli derivanti da una sponsorizzazione persa una volta “trasferito” Too Cold Scorpio alla federazione di Stamford, in particolare i 1000$ settimanali della Tommy Boy Records, casa musicale legata all’atleta di colore. Fatto sta che le due federazioni misero anche su una piccola “invasione” reciproca, contrapponendo l’armata Lawler alla ECW, palesando così lo strettissimo rapporto lavorativo intercorrente tra le due anche in ambito on screen.

Fatto sta che Heyman portò la ECW a vette mai sognate prima, accaparrandosi una fetta di mercato assolutamente ragguardevole e mantenendo, grazie alla sua mania di perfezionismo, un altissimo livello di intrattenimento, motivando sempre e comunque i propri atleti con discorsi pre show chiamati da Raven come gli “State of the Union”, grazie ai quali riusciva ad ottenere sempre e comunque il massimo, anche in fase economicamente discendente. Qui il documentario ci mostra frammenti di backstage in cui Heyman fa ripetere la stessa frase più di venti volte al performer di turno, oppure l’emblematico spezzone in cui descrive esattamente a Rhino i corretti movimenti da fare per esaltare il cocetto di “Rhino” e quello di “Cintura”, per far si che i due si identifichino nelle menti degli spettatori. Addirittura, per ottenere 30 secondi di vignetta a volte erano necessarie ore ed ore di riprese.

Lavorare CON Heyman dunque. Proprio in virtù di questo concetto, Dreamer viene coinvolto nel settore creativo, Bubba Ray in quello produttivo e Taz nella creazione e vendita del merchandising: sin da qui appare palese come il prodotto ECW eccedesse le dimensioni della sua infrastruttura, e come i performer fossero caricati di compiti che forse sarebbero dovuti essere deputati ad altre figure professionali. Il problema della ECW, tuttavia, equivaleva al motivo del suo successo.

La ECW era una controcultura. Proprio per questo, al tempo stesso era seducente ed appetibile ma anche scomoda per investitori importanti e sponsorship che sarebbero state più adeguate rispetto alle dimensioni assunte dall’output di vendita. La ECW andò incontro a problemi economici che portarono ad un lento ma inesorabile sgretolamento, in cui per produrre un PPV servivano necessariamente i soldi di quello precedente, tuttavia senza i soldi di quello precedente i PPV providers non erano disposti ad accettare la produzione di un nuovo show.

I talenti erano sottopagati o peggio non pagati, eppure grazie alla fidelizzazione creata da Heyman e grazie al fatto che ognuno di loro sentiva il dovere di dover andare on stage, la ECW continuò ad offrire violenza, sangue, tavoli ed ossa rotte. Nella fase finale Heyman viene descritto come esausto ed assente, oramai risucchiato dalla continua e quotidiana lotta per la sopravvivenza che lo ha portato a mentire ai propri atleti, garantendo pagamenti che, per alcuni, non sono mai arrivati. Il problema per molti era stata l’eccessiva assunzione di rischi a cui la gestione economica di Paul era andata incontro, in quanto era un creatore geniale in grado di scrivere uno show su un fazzoletto di carta ma incapace di avere una gestione oculata di un bilancio aziendale, contrariamente a Todd Gordon. Eppure nel DVD più che rancore emerge un’amara e rassegnata comprensione.

Per Dreamer, molti dei wrestler che hanno tacciato Heyman di avergli rovinato la vita non sarebbero mai stati nulla senza la visione della ECW creata dall’Evil Genius, e la situazione per certi versi era molto più scomoda per Heyman piuttosto che per un wrestler qualunque, in quanto lui non poteva abbandonare la nave. Fatto sta che dopo qualche ultimo vagito con Dreamer al vertice creativo, la ECW crolla su se stessa, e prima ancora che la bancarotta fosse formalmente dichiarata, secondo Styles per preservare le somme percepite sino ad allora dai performer, Heyman raccoglie l’offerta di lavoro aperta concessagli da Vince.

ECW was too big to be small, too small to be big”.

Direi che questa frase di Heyman gode di una perfetta eloquenza.

Considerazioni: La storia della ECW è stata scritta, vista e raccontata sino all’inverosimile. Eppure, mai come in questo DVD la figura di Heyman emerge, grazie a voci tutto sommato “oggettive” e poco faziose come Joey Styles, Raven, Gordon, Sapolsky, Dreamer e Mick Foley, in tutta la sua poliedrica complessità, dipingendo Paul come un genio creativo ed al tempo stesso un affarista goffo e distratto. Tutti i personaggi interpellati, in passato, hanno avuto beghe non da poco con il protagonista dell’opera: tuttavia il tempo trascorso, forse, è stato quello giusto per far si che la storia venisse fuori in modo oggettivo, poco viziato dal debito di gratitudine o dall’odio provato verso una figura piuttosto dicotomica ed emozionalmente confusionaria come quella di Heyman, autore unico della coinvolgente grandezza e della inevitabile rovina del fenomeno ECW. Sarebbe stato bello sentire anche Taz e Bubba Ray, tuttavia la WWE ha preferito non offrire ulteriore visibilità alla sua, pur distante, seconda.

 

Fine prima parte, appuntamento alla prossima settimana!

 

NM Punk