Paul Heyman è uno dei personaggi più apprezzati della WWE attuale. Giusto e legittimo da parte della Federazione, dunque, capitalizzare sull’ ottimo momento di fama di questo fantastico manager: signore e signori ecco a voi la review del DVD “Ladies and Gentleman, my name is Paul Heyman”. Please Enjoy.

Chapter 4. WWE Rollercoaster

Heyman appare a Raw, tra l’incredulità di molti, compresi i suoi ex “commilitoni”, alcuni dei quali convinti (raccomando la visione della storia della ECW di Burbed Wire City) che Paul avesse un piano in mente in grado di salvare il lavoro di tutti. Piano o non piano, a distanza di quasi un decennio si riforma al tavolo di commento il duo composto da PH e Jim Ross, con una variante in più: Vince McMahon in cuffia. La scarsa propensione all’ascolto da parte di Heyman porta Vince a cercare un posto maggiormente adatto alle sue capacità, quando lo stesso Paul si avvicina al Chairman per parlargli di questo giovane prospetto indicatogli in OVW di nome Brock Lesnar. Da li, magia.

Heyman diventa un mentore per Lesnar dentro e fuori dal ring, capace di spiegargli in modo semplice ma diretto la psicologia dietro un semplice incontro di wrestling…e Brock è voglioso di apprendere. Il giovane mastodonte albino diventa una spugna, straordinariamente intelligente a dispetto del suo aspetto primordiale e perfettamente consapevole della sua devastante esteriorità. Ma per Paul vi sono, ancora una volta, altri piani.

Qui il documentario offre ampio spazio a Stephanie McMahon, diretto “superiore” in linea gerarchica di Heyman. Steph riconosce che l’ex Director della ECW ha sempre goduto di una comprensione dei business senza eguali, e proprio per questo gli affida un compito ingrato: divenire head booker del B-Show della Federazione, Smackdown.

Heyman descrive lo show Blu, testualmente, come la “p*ttana della WWE”. Eppure anche in questa occasione vede il tutto come un’opportunità: essendo Vince un drogato per la competizione, perché non offrirgli un rivale “in casa” rendendo il B-Show per eccellenza uno show in grado di rivaleggiare con il ben più blasonato spettacolo rosso? Ed ancora una volta Heyman supera le aspettative di tutti. Grazie agli “Smackdown Six” ed al suo genio creativo Paul prende Benoit, Angle, Eddie & Chavo, Rey Mysterio ed Edge e li rende sei dei tasselli fondamentali dell’intera federazione. Questi talenti erano in WWE già da qualche anno eppure nessuno, prima di Heyman, era mai riuscito a vederli per quei main eventer che, in effetti, erano. Anche Cole e Taz a tavolo di commento insidiano la storica supremazia di Lawler e Ross, grazie alle varie ri-registrazioni effettuate da Heyman in fase di post produzione. Smackdown supera Raw nei ratings, vende più merchandising e, neanche a dirlo, offre uno show molto più maturo ed appetibile. Tuttavia, Heyman rimane fedele a se stesso anche dopo questo successo che, egli stesso definisce, il più importante traguardo creativo della sua carriera.

Paul non riesce a scegliere quali battaglie combattere e quali no, suscitando le ire di Steph e Vince. Ogni idea proposta in sede creativa deve passare, a prescindere dal vaglio di Vince, che di contro osteggia in alcuni casi Heyman per dimostrare, una vola in più, chi è che comanda. Heyman diventa un elemento scomodo, un asset prezioso ma tutto sommato inutilizzabile e viene esiliato in OVW, nel settore di sviluppo, in quanto aveva un contratto che lo vincolava per 5 anni alla WWE. Senza contare che, per Vince McMahon era meglio “Avere Heyman nel castello a pisciarci dentro, piuttosto che tenerlo fuori per farlo pisciare da li”. Punto di vista legittimo.

Sta di fatto che ancora una volta Heyman fa di un ridimensionamento un’occasione, ed in OVW riesce a fare ciò che tutto sommato gli è sempre venuto facile: lavorare con giovani talenti in rampa di lancio. In OVW Heyman trova un CM Punk grezzo ma dalle enormi potenzialità, che salva dall’oblio in quanto in WWE non si sapeva di preciso cosa fargli fare, e riesce a creare star come Mr. Kennedy e Beth Phoenix, voce decisamente lusinghiera in questa fase del DVD. Anche qui, neanche a dirlo, Heyman si lascia menomare dai suoi limiti caratteriali e viene ancora una volta accantonato.

Nel 2005, da un’idea di Shane Mc Mahon (vicino all’acquisto della ECW nel 2000) e complice una vendita inaspettatamente elevatissima del DVD “Rise and fall of ECW”, la WWE mette su “One Night Stand”, un’ultima serata di tributo dell’oramai defunto marchio estremo. Tuttavia Shane, di concerto con Heyman, è intenzionato ad utilizzare le tre famosissime lettere per creare un nuovo web show, in cui vecchia e nuova guardia si sarebbero fusi in modo tutto sommato innocuo. Purtroppo, però, Vince ci mette lo zampino trasformando il webshow in un’ulteriore brand, snaturato sino al midollo. Secondo Heyman e Styles, se lo show avesse avuto qualsiasi altro nome sarebbe potuto essere decente, invece il voler affermare un’identità raffigurata solo da tre lettere senza significato non è stato pagante. Heyman lotta strenuamente per mantenere un minimo di controllo sullo show ma invano: lo scontro con Vince è di quelli violenti, ed una volta terminato l’ultimo viaggio in aereo due parole vengono impresse a cuoio nella mente di Paul. Mai più.

Considerazioni: Questa parte del DVD gira e rigira attorno ad un unico punto fisso: il rapporto bipolare tra Heyman e Vince McMahon. Paul è reduce da un periodo in ECW in cui il suo estro creativo, comprensivo anche di un volontario disinteresse verso i limiti imposti da interessi “superiori”, era privo di qualsiasi filtro o controllo: gli unici limiti erano costituiti dal budget della ECW e dalla forza di gravità. Mettere un cavallo di razza così scarsamente propenso all’essere addomesticato sotto un padrone dispotico ed accentratore come Vince, presentava già all’origine dei problemi che non sarebbero potuti sfociare in null’altro se non in una rottura violenta. Non importava quanto Heyman fosse bravo o eccellente nel proprio lavoro: il non riconoscere l’autorità di Vince ed il non saper accettare un “no!” secco per risposta hanno portato il geniale anarchico a durare poco in qualsiasi ruolo ricoperto, a dispetto dei risultati eccellenti sempre e comunque ottenuti. Interessante sentire il punto di vista di Steph, mentre sarebbe stato ancor più interessante ascoltare quello di Vince, grande assente di questa frazione del DVD che lo vede a tutti gli effetti come co-protagonista in contumacia.

 

Chapter 5. The Return

Heyman viene coinvolto in molti progetti tra cui un libro su Lesnar, il lancio di un videogioco della UFC, il tentativo di acquisto della compagnia di MMA Strikeforce ed infine il lancio di una web series con il socio Mitchell Stuart, “Heyman Hustle”.

Dalla serie i due creano un’azienda pubblicitaria, la “Looking4Larry” che tra gli altri pubblicizza il gioco WWE 2K14 realizzando anche un discreto successo. E poi, neanche a dirlo, una nuova svolta investe la vita di Paul Heyman.

Lesnar ritorna nel 2012 la puntata di Raw successiva a Wrestlemania, livellando John Cena…ed il suo portavoce, inizialmente, sembra dover essere John Laurinaitis. I piani non vanno lisci come previsto, ed una volta terminato un angle decisamente poco pagante, Brock sussurra a Vince “Dovresti chiamare Paul”. E non fatico ad immaginare quanto possa essere persuasivo un gorilla albino di 200 kg. Heyman ritorna come “avvocato” di Lesnar, per mantenere viva la sua presenza negli show televisivi a causa del limitatissimo numero di date disponibili, ma l’attuale World Champion non è il solo a beneficiare dei servigi di Paul E.: anche CM Punk si consolida come Paul Heyman Guy, e dopo una faida decisamente bella e qualche singhiozzo (Ryback, Axel e Cesaro) finalmente l’avvocato può dedicarsi esclusivamente alla Bestia, avendo un ruolo centrale in occasione della fine della Streak di Undertaker, in uno dei momenti più memorabili degli ultimi 20 anni di wrestling. E scusate se e poco.

Heyman a distanza di anni ha trovato la sua reale dimensione per garantire un’eccellenza apparentemente duratura: quella di performer. Se ci pensiamo, all’inizio della sua carriera Heyman nasce come manager, dunque si tratt a tutti gli effetti di un ritorno alle origini. E forse, come da lui stesso ammesso e come sottolineato da Steph nel documentario, la paternità è stata in grado di regalargli quel pizzico di serenità e maturità in più necessari per non essere solo un fuoco fatuo, ma un costante faro nella notte.

Il personaggio interpretato da Heyman non è mai stato così over, e non è mai stato così meticolosamente e costantemente proteso verso l’eccellenza: l’occasione di potersi godere i frutti del proprio lavoro assieme ai figli, forse, ha contribuito in modo essenziale affinchè Heyman potesse diventare uno dei, se non il, manager più importante della storia recente e non del wrestling. Di sicuro, senza timore di smentita, Paul resta attualmente il miglior mic worker in circolazione, degna controparte di un animale di fisicità che deficita tremendamente proprio in tale campo. Potremmo tranquillamente dire che si, Heyman e Lesnar attualmente sono i Campioni del Mondo.

Il DVD si conclude con le parole di Heyman dedicate ai talenti del futuro, privi di quei limiti che solo l’esperienza può purtroppo imporre. Secondo lui, l’esperienza ti insegna cosa NON fare: tuttavia, per innovare e per garantire la continuità del prodotto, occorre che vi sia coraggio di osare, liberi dai vincoli dettati da un bagaglio empirico che, a volte, può essere un traino anziché un aiuto. In particolare Paul si sofferma su Renee Young, uno dei prospetti più brillanti della WWE attuale pur non essendo una performer in senso stretto.

I miei figli sono la mia eredità, il mio lascito al mondo. Tutto il resto è ciò che mi sono divertito a fare nel frattempo.”

E così, con questa bella frase, si conclude un’opera ben strutturata ed una visione assolutamente digeribilissima.

 

Considerazioni finali sul DVD: La parte finale, come giusto che sia, è volta a descrivere un lieto fine, in cui Paul ha finalmente raggiunto la sua pace interiore grazie all’apporto fondamentale dei suoi figli ed al ruolo che più gli si confà (almeno in WWE): quello di performer con una certa libertà creativa riguardante il proprio personaggio. La fine della streak è un dettaglio appena accennato, sicuramente perché sarà una storia da descrivere a parte in un secondo momento, motivo per il quale anche il passato come manager di Undertaker non è stato minimamente sfiorato.

Il DVD in generale, inutile dirlo, mi è piaciuto molto, al punto da farne una review per poter condividere questa esperienza sia con chi il documentario l’ha visto, sia con chi ha intenzione di vederlo, sia con chi invece leggerà solo questo corposo pezzo sentendosi pago e satollo. Il Documentario è stato ben fatto, mantenendo la traccia di oggettività offerta in qualche DVD recente (quello di Punk su tutti, ma anche quello su Bret Vs Shawn) ed avendo una grandissima forza: il proprio protagonista. Heyman è un essere umano curiosamente interessante. La sua vita, i suoi schemi mentali, i suoi successi e le sue esperienze lo rendono decisamente un protagonista di una storia che vale la pena raccontare. A questo aggiungiamo l’enorme lavoro dello staff coinvolto (i pezzi storici recuperati in questo DVD, foto e filmati di backstage compresi sono assolutamente succulenti) e la consistente capacità produttiva della WWE ed otteniamo un documentario ben fatto dal punto di vista visivo, ottimamente montato e ben raccontato grazie alle voci di (quasi) tutti i protagonisti che hanno giocato un ruolo importante nella vita del nostro manager preferito.

Dovessi definire Heyman in una parola, userei il termine “perfezionista”. Ascoltando un’intervista di un mesetto fa durante il podcast “MMA Hour” con Ariel Helwani, papabile per essere l’host di questo DVD a dire dello stesso Heyman, Paul racconta un aneddoto su un segmento di backstage, in cui avrebbe dovuto piangere per meglio vendere la paura di affrontare CM Punk nell’epilogo finale nella gabbia d’acciaio.

Bene, pochi mesi prima il papà di Heyman viene a mancare. Per stimolare le lacrime, lo stesso ha usato una cravatta presa dall’armadio paterno, indossandola senza tuttavia soffermarvisi troppo…il resto lo avete capito: per stimolare le lacrime Paul ha volto lo sguardo alla cravatta un attimo prima dell’intervista, provando emozioni di dolore reali che tuttavia sono state travestite secondo la finzione dettata dalla storyline. Ed in quel momento ho capito. Ho capito perché Heyman è uno dei performer più completi di questa WWE, pur non essendo un wrestler.

L’impegno volto alla ricerca di una perfezione così assoluta nasce dalla dedizione e dall’amore. La dedizione verso il proprio lavoro e l’amore profondo verso la passione di una vita, unito al rispetto nei confronti di un’audience che in quel momento è portata a dimenticare la predeterminazione delle scene a cui assiste. Se buona parte del roster WWE seguisse l’esempio di questo performer, e se la stessa WWE mettesse nella condizione i wrestler di essere liberi di potersi esprimere appieno, oggi potremmo assistere ad un prodotto decisamente migliore di quello attuale.

Detto questo, spero che la review sia stata di vostro gradimento. Dopo 10 pagine di appunti, tre visioni del DVD e svariate ore al PC io non posso che ringraziarvi per essere arrivati sino alla fine di questa lettura. A tutti raccomando di vedere questo interessante documentario, che ben descrive la genesi di quello che, un domani, passerà alla storia come uno dei manager più importanti di sempre. Leggermente al di sotto del DVD di CM Punk, ma sicuramente tendente ad un voto sinonimo di eccellenza piena, questo prodotto WWE vale tutti i soldi spesi.

Voto finale al DVD: 8+

 

Danilo