Un tempo la Royal Rumble è stata a 20 uomini, non è neppure andata in onda in televisione e non regalava alcuna title shot. Il titolo mondiale non veniva messo in palio, e il vincitore non contava niente. E quando ha cominciato a contare, risultava un preambolo di Wrestlemania senza una propria valenza. Dopo la vittoria sorprendente di Ric Flair, tutto è cambiato. Abbiamo avuto vincitori diversi, edizioni a Raw, riconoscimenti storici: oggi lo conosciamo come il match dei match nell’anno WWE.

L’idea originaria fu di Pat Paterson e prevedeva 20 uomini in un incontro sullo stile delle battle Royal fracassone. Il sistema deciso fu quello della lotteria: due entrano, si sfidano per due minuti e a seguire entrano tutti gli altri. L’idea serviva a privilegiare i big man e la loro credibilità, non è un caso che il primo vincitore fosse One Man Gang nel 1987. Un esperimento che non accolse il favore del pubblico e che non venne neppure mostrato in tv. Eppure un anno dopo venne riproposto su USA Network nel medesimo modo: ad Orlando, il trionfo fu quello di Jim Duggan, nell’unica vera soddisfazione della sua carriera. Una vittoria che non gli diede granché, ma che servì a testare la reazione del pubblico. Forse per la presenza di qualche ragazzo interessante (Bret Hart fece il record di permanenza, One Man Gang quello di eliminazioni, Don Muraco Tito Santana e Jake Roberts si distinsero con le loro azioni, Ultimate Warrior fu una meteora), forse per i match extra proposti nell’evento, forse per la storica firma del contratto per il match tra Hulk Hogan e Andre The Giant, la Royal Rumble diede ai McMahons una parvenza di specialità. Dopo una nuova vittoria ininfluente (Big John Studd, 1989), abbiamo avuto le affermazioni di Hulk Hogan, Ric Flair e Yokozuna. Finalmente la Rumble iniziava a prendere corpo e a premiare i main eventer.

La Royal Rumble però ha vissuto anche edizioni diverse dal ppv classico. Ad esempio nell’edizione di Raw del 15 giugno 1998, Kane e Mankind vinsero una Tag Team Royal Rumble sopravvivendo alla presenza di numerosi midcarder (tra i quali Bradshaw, Steve Blackman, Farooq, The Headbangers e altri). In palio una title shot ai titoli di coppia, ma anche un match durissimo a seguire contro Steve Austin e The Undertaker. Era un periodo di grandi cambiamenti post ritiro di Shawn Micheals e quei quattro avevano monopolizzato con bravura il main event. Qualche mese dopo invece andò in scena la “Corporate Rumble” che mise di fronte i membri della Corporation di Vince McMahon contro la D-Generation X: Chyna ebbe la meglio all’ultimo proprio sul Chairman e riuscì a guadagnare l’ingresso come numero 30 alla rissa reale avvenuta due settmane dopo.

Altro vincitore di carta fu invece Jerry Lawler nel 2011 quando conquistò a Raw la possibilità di sfidare The Miz in un match valevole per il WWE Title. Diverso il destino di Eddie Guerrero che il 29 gennaio 2004 si garantisce a Smackdown la title shot che gli cambierà la vita: nella sfida finale con l’acerrimo nemico Kurt Angle, riuscì a prevalere e conquistare la possibilità di sfidare Brock Lesnar a No Way Out – e come andò a finire lo sappiamo tutti. La WWE però ha proposto anche altre due Rumble fuori dagli schemi televisivi, entrambe nel 1994 ad uso e consumo del pubblico degli house show: la prima fu a 30 uomini e si disputò il 17 gennaio, con la vittoria incredibile di Owen Hart al termine di un match lunghissimo ed estenuante; il secondo vide sul ring appena 18 atleti, il 9 maggio ad Osaka, e toccò ad Undertaker fregiarsi dell’affermazione eliminando il non facile Bam Bam Bigelow. È particolare come i due vincitori non ebbero grandi soddisfazioni nel ppv ufficiale: il canadese venne eliminato da Diesel nel Rumble match dopo esser rimasto appena poco più di quattro minuti sul ring e dovette assistere alla vittoria (divisa con Lex Luger) del fratello Bret, col quale poi lotterà un grandissimo match a Wrestlemania; il becchino invece fu sconfitto da Yokozuna in un Casket Match col titolo WWF in palio, mettendo fine ad un feud di buona rilevanza. Tantissime furono le interferenze al fine di rinchiuderlo nella bara: Crush, The Great Kabuki, Genichiro Tenryu, Bam Bam Bigelow, Adam Bomb, Jeff Jarrett, The Headshrinkers (Samu and Fatu) e Diesel. A seguito di quel match, Undertaker rimarrà fuori dalle scene quasi tutto l’anno per curare un infortunio prima di tornare a battagliare un finto se stesso.

Infine l’altra faccia della Rumble sono i numeri:

3 – le vittorie di Steve Austin. Hulk Hogan, John Cena, Batista, Triple H e Shawn Micheals han vinto due sole volte. Quest’anno il record del Rattlesnake proseguirà visto che nessuno dei sopracitati sarà parte del match a 30 uomini

40 uomini – nel 2011 andò in scena l’unica Rumble con ben quaranta atleti sul ring. Vinse Alberto Del Rio eliminando per ultimo un orgoglioso Santino Marella. Durante il match si distinsero CM Punk (7 eliminazioni partendo col numero 1, oltre 35 minuti di permanenza ed eliminato da Cena) e John Cena (7 eliminazioni entrando col numero 22, oltre 34 minuti di permanenza ed eliminato da The Miz)

Un’ora e nove minuti – la Rumble più lunga della storia rimane quel del 2002, vinta da Triple H superando Kurt Angle nel finale. Mattatori The Undertaker (7 eliminazioni in otto minuti partendo col numero 8, venne mandato incredibilmente fuori ring da Maven) e Steve Austin (7 eliminazioni in ventisei minuti, messo fuori ring da Angle durante il final four con Triple H e Mr Perfect).

Un’ora e due minuti – la permanenza più lunga in una Rumble è appannaggio di Rey Misterio, vincitore nel 2006 eliminando Triple H e Randy Orton in sequenza. Questo match non è stato né il main event (Kurt Angle vs Mark Henry) né il pre main event (John Cena vs Edge)

12 – le eliminazioni effettuate da Roman Reigns nella Rumble del 2014. A cadere sotto i suoi colpi furono: Seth Rollins, Goldust, Dean Ambrose, Dolph Ziggler, Kevin Nash, The Great Khali, Sheamus, El Torito, Antonio Cesaro, JBL, Luke Harper. Fu eliminato per ultimo dal vincente Batista.

44 e 19 – sono i record detenuti da Kane: 44 sono le eliminazioni effettuate in 19 edizioni del Royal Rumble Match (dal 1996 al 2016). Quest’anno potrebbe festeggiare la ventesima partecipazione. Molto distante Shawn Micheals con 39 eliminazioni in 12 eventi.

Questa è l’altra faccia della Rumble. Non mi resta altro che salutarvi e augurarvi una buona visione per l’evento di domenica.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.