Circa un anno fa, Lance Archer decideva di lasciare definitivamente la NJPW e accettava la corte della All Elite Wrestling. Merito di Cody Rhodes che con lui voleva lavorarci, creare qualcosa di interessante. Ma se notiamo bene lo stint iniziato il primo aprile del 2020, ci accorgiamo che non è stato un pesce d’aprile, ma neanche un wrestler così centrato come all’inizio ci si sarebbe aspettato.

Al suo fianco c’è un Jake Roberts che via via è diventato sempre meno influente, anche a causa del Covid. Per il resto è stata data carta bianca ad Archer di fare essenzialmente una cosa: rompere le palle a tutti. E farlo senza mai cambiare idea sul proprio status. Chiunque avesse pensato ad un recente turn face, ha pensato male. Infatti ha solo spostato di qualche centimetro il proprio percorso, senza mai venire meno a quello che è veramente. Ovvero un gigante che c’ha voglia di menar le mani con chiunque gli capiti a tiro.

Io lo definisco perciò l’attaccabrighe. Cominciò prendendo di mira Marko Stunt, poi passò a Cody per la finale del torneo per il titolo TNT. Ha vissuto una estate anonima per poi ritornare prepotentemente dopo All Out, quando conquistò una title shot al titolo difeso da Jon Moxley. Quindi la serie contro Eddie Kingston e i suoi mercenari (The Butcher and The Blade), match durissimi e dalle diverse stipulazioni, vissute con alterne fortune. La partecipazione al ladder match di Revolution e ora la nuova sfida.

Ma perché Sting? Perché è un attaccabrighe che ama le sfide. E ama scontrarsi con coloro che stima o di cui ha un odio viscerale. In questo caso si parla di stima reciproca: era il 10 maggio del 2020 quando Stinger scrisse su Twitter un messaggio di complimenti e supporto ad Archer, che rispose ringraziandolo. Ora si trovano entrambi senza programmi: l’uno ha protetto e reso grande Darby Allin; l’altro, preso atto del cambio di attitudine di Eddie Kingston, ha concluso il suo lavoro.

Il dubbio è capire se davvero i due si sfideranno sul ring. Anche se in un contesto cinematografico, Sting non si è risparmiato a Revolution. Ed ha un vecchio contenzioso con Jake Roberts sin dai tempi della WCW. Roba di 30 anni fa, certo, ma che ancora i fan ricordano con un buon piacere – soprattutto quelli di vecchia data. Stimolare il ricordo dunque è il miglior modo per far partire questo feud. E Archer ha mantenuto intatta la sua identità: è intervenuto dal nulla a rompere le scatole ad una Icona, la sua preferita. Mica male.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.