L’immagine e la citazione vedono protagonista Bray Wyatt, in realtà il plauso è più ampio e con tanti co-protagonisti, tutti allo stesso piano. Dal punto di vista del passato Extreme Rules “primo” special event dell’anno, meglio dire della nuova stagione, la WWE lancia un segnale chiaro, senza dubbi di smentita.
Wyatt che batte John Cena, Shield che sconfigge l’Evolution e Daniel Bryan che lotta un main event che si conclude con un highlight che non ci scorderemo tanto facilmente. Se chiudo Extreme Rules in una scatola, senza pensare al futuro, è stato non solo la gioia di tanti tifosi smart, ma il frutto maturo di tanti investimenti che la compagnia ha fatto, nell’ottica di cucire addosso ai sopracitati, la credibilità dei “vecchi” talenti. In un colpo solo lo Shield e Wyatt hanno raggiunto un livello di star power che fino a qualche mese fa sembrava un miraggio. Con, tra le righe, un Wade Barrett che è andato over, Dio solo sa come; con molte premesse positive per mesi floridi di successi anche per l’inglese, che sì, è prossimo al tour in madrepatria, ma che allo stesso tempo ha trovato la quadratura del cerchio nell’interazione con gli spettatori, in un ruolo heel che gli permette di esprimersi al massimo.
Un discorso particolare lo meritano Ambrose, Rollins e Reigns, che sempre più si stanno conformando verso una mai avuta solidità di gruppo; una stable che in ogni occasione dimostra la propria solidità di fazione. E se a un certo punto, pochi mesi fa, in molti erano sicuri di uno split alle porte di Wrestlemania, la WWE ha invece percorso la strada opposta, serrando le fila dei tre. Una scelta che a Extreme Rules ha pagato 100 a 1. Spesso la testardaggine della compagnia ha portato all’insuccesso di molti, questa volta si è dimostrata lungimirante: soprattutto con Roman Reigns.
Che tutti aspettano come il nuovo Big Man che dovrà occupare il posto nella storia dei grandissimi e che, con una sapienza degna dei booker della vecchia scuola, non stanno bruciando.
E mentre Cesaro e Daniel Bryan, hanno avuto la consacrazione a Wrestlemania, tanti ragazzi hanno potuto brillare e strappare le luci della ribalta in una notte che magari tra qualche anno sarà ricordata come una pietra miliare. Ma chi veramente ha sbancato è Bray Wyatt, che dovrà ringraziare John Cena per il resto della sua carriera. Nessun altro, infatti, è riuscito a far fare scintille come l’eterno campione. Un personaggio esagerato come quello di Wyatt, aveva bisogno di arrivare al limite per arrivare dove è arrivato. Certamente si può discutere la forma con la quale il risultato ha sorriso alla Family, ma non certo il risultato ottenuto.
Ma la cosa più “scandalosa” è che nel giro di un anno, la geografia della WWE sia cambiata, da un periodo nel quale la parola stable era un tabù ai giorni nostri nel quale le stable partono dal low card, fino alle vette del main event. L’aria è cambiata, tanto.