Può un wrestler essere “speciale” per ogni compagnia in cui lavora? Generalmente i wrestler hanno 1/2 nomi nel corso della loro carriera. Capita di rado che possano spingersi ad avere più identità, a meno che non rientrino in compagnie dedite a personaggi mascherati o dalla grande simbologia. Poi c’è John Hennigan, il wrestler perfetto per tutti.

Il buon Hennigan nelle indy ha ottenuto spesso risultati importanti. Lo aiuta il suo fisico, la sua avvenenza, la notorietà ottenuta in WWE – nonostante non sia mai diventato un loro caposaldo. Ogni qual volta si liberi da Stamford, le compagnie fanno a gara a chi riesce a prenderselo. In genere lui accetta tutti, e lo fa con una dedizione quasi maniacale.

Come wrestler, rimane sempre lui. Come nome, cambia. È incredibile come abbia una identità differente per ogni progetto, come cambi il modo in cui essere riconosciuto. È il pubblico, fedele, lo segue. E le promotion, fedeli, lo seguono. Dunque perché registrare un nome quando puoi essere “speciale” per tutti?

Aveva iniziato come Johnny Blaze. Poi Johnny Nitro. Quindi John Morrison. Nelle indy è finito per essere Johnny Superstar e John Hennigan. Ad Impact è stato Johnny Impact. A Lucha Underground è toccato Johnny Mundo. In alcune promotion latine è stato Johnny Religion. Nello show della GCW a cui parteciperà nelle prossime settimane sarà Johnny Caballero.

Cambia cognome, ma non cambia nome. Si adatta. È buono per ogni evenienza. E alla fine un altro wrestler così disponibile come lui, dove lo trovi?

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.