Le indy stanno male, il 2019 non è un grande anno. Dopo alcuni periodi decisamente floride, la scena mondiale non sta più dando i frutti sperati. Non sono le piccole o medie compagnie a soffrire, anzi alcune stanno salendo progressivamente di livello. Sono quelle più conosciute a perdere valore, a rotolarsi sul pavimento in attesa di tornare una discesa e dunque idee nuove, fresche. Non mancano problemi di ogni sorta, discussioni, wrestler che se ne vanno sbattendo la porta, altri che vengono cacciati a calci nel sedere.
Escludiamo per un attimo la Beyond, la GCW e la Chikara. La prima con “Uncharted Territory” e il sostegno del brand “We Are Independent” sta sfornando gli eventi giusti al momento giusto, con una sequenza di storyline molto buone. La GCW anima il piacere dei fan più hardcore, cambia spesso direzione senza mai perdere la bussola, dà in pasto atleti che sono stati grandissimi e che ancora oggi danno le piste a tanti. La Chikara ha il suo stile, fatto bene e proposto dignitosamente. Hanno perso un po’ di ottimi mestieranti ma loro scuola rimane una delle migliori negli States ed è da lì, da quella lucha comedy che prosegue il racconto delle storyline. Loro fanno, hanno l’esperienza adatta e soprattutto la base opportuna (in conoscenze e in volontari) per rimanere lineari.
Le altre? Pensiamo alla Major League Wrestling (MLW): partita fortissimo, al massimo delle sue potenzialità, si è ingolfata. Alcuni wrestler hanno lasciato, altri non si sono sentiti abbastanza valorizzati, hanno aggiunto al reparto creativo personaggi che non hanno quasi mai brillato per eccezionalità (Cornette, Konnan) e il pubblico si è allontanato, poco ma è si è allontanato. Aggiungeteci una maggiore concorrenza nel far firmare contratti e avete il succo del discorso: tanto, tante cose, tanto di tutto.. ma niente. Gli show non hanno più mordente e il backstage è spesso una polveriera.
La EVOLVE è quasi sparita, come ai bei tempi. La CZW sta affogando nelle liti tra dirigenza e wrestler (ormai migrati in gran parte verso la GCW). La AAW prosegue discretamente perché ha un roster ottimo, ma i match vengono nel 90% lottati con sufficienza, quasi ciabattati. La Ring Of Honor è in agonia, persa nella collaborazione con la NJPW e in un roster via via più scarso. La House of Hardcore era e rimane il giocattolino di Dreamer che nulla aggiunge a ciò che abbiamo già visto centinaia di volte. Nessuna riesce ad avere una scatto d’orgoglio, una spinta verso l’alto, un moto di rivoluzione. Tutto piatto, quasi sopravvissuto.
E la nostra Europa? Almeno noi ci salveremo, no? No.
La WXW con la perdita di WALTER, Timothy Thatcher e Ilija Dragunov a tempo pieno, si è concentrata così tanto su Lucky Kid perdendo lo sguardo su tutto il resto. Il campione è Bobby Gunns, che discreto è e discreto rimane, ma non ha abbastanza forza per tenere alto il nome della compagnia. La Progress è diventata una comica: perde sempre più pubblico ai suoi show, non gira più come un tempo e nella pratica a pochissimi interessa cosa accade negli eventi visto che le stesse cose può vederle a NXT UK nel giro di poche settimane. E la ICW? Non pervenuta, in versione compagnia ombra rinnegata dai suoi stessi wrestler di maggior notorietà e costretta a ripiegare su ragazzi che non hanno alcun appeal. Persi nel vuoto cosmico, non riescono neppure a riempire le arene dei Fight Club.
Che fine farà la scena? Sia chiaro, è solo un momento di crisi, fisiologica. Ci sono momenti di grande successo e altri meno. Mai era capitato che tutte le compagnie grosse cadessero tutte assieme, come sabbia. Dovremo avere pazienza, attendere che la marea passi. Chi rimarrà in piedi farà risorgere i vecchi fasti. Gli altri verranno salutati senza troppi complimenti.