Il calendario e, soprattutto, le alte temperature, ci informano che giugno è finito e che ci siamo ufficialmente lasciati alle spalle i primi sei mesi del 2020, un anno che passerà alla storia per aver condizionato il mondo intero. Ordunque, prima di vedere cosa ha in serbo per noi l’altra metà del 2020, coglierei l’occasione per rispolverare le pagelle di metà anno e valutare come la WWE abbia gestito in questi sei mesi le sue tante (troppe) cinture. Come avvenuto per la fine del 2019, dividerò gli articoli in tre puntate, a cominciare da Raw.

WWE Championship: il titolo massimo di Raw rimane saldo alla vita di Drew McIntyre da fine marzo, dopo averlo conquistato nella surreale atmosfera di una WrestleMania deserta. Per i primi tre mesi il titolo è stato detenuto da Brock Lesnar, che si è portato dietro tutte le critiche relative alla sua gestione da campione part-timer, con l’aggiunta di aver squashato impietosamente Kofi Kingston ad ottobre dando una immeritata fine al suo regno di campione. La faida è iniziata molto bene, in quanto l’eliminazione di Lesnar nel Royal Rumble match da parte di McIntyre è stata accolta da un’ovazione del pubblico, amplificatasi quando poi McIntyre è uscito trionfante dalla Rissa Reale. Il match di WrestleMania alla sottoscritta non è affatto piaciuto, ma trovo superfluo dilungarmi in merito. McIntyre al momento ha difeso il suo titolo in PPV contro Seth Rollins prima e contro Bobby Lashley poi, in due match che, seppur qualitativamente diversi, hanno entrambi ottenuto pareri positivi; in più, durante gli show settimanali, McIntyre ha dovuto confrontarsi non solo con lo sfidante di turno ma anche con i suoi sgherri, scelta compiuta nell’ottica di renderlo un campione sempre più credibile. Il prossimo avversario di McIntyre sarà probabilmente l’ex tag team partner Dolph Ziggler e spero che ciò possa portare alla terza difesa titolata di buon livello, se non ottimo. Dispiace che Brock Lesnar si sia defilato così, ma questo è ormai un tratto caratteristico della gestione di The Beast. Ottimo lavoro.

United States Championship: dopo la gestione altalenante del 2019 abbiamo avuto un deciso cambio di rotta, in quanto Andrade ha tenuto saldamente alla vita la cintura per quasi sei mesi, vincendola in un house show a fine dicembre contro Rey Mysterio e perdendola circa un mese fa a Raw contro Apollo Crews. Nonostante ciò, la gestione del titolo US ha continuato a fare acqua da tutte le parti: la faida contro Rey Mysterio è proseguita culminando in un Ladder match a Raw, poi la sospensione di Andrade causa violazione del Wellness program ha costretto la WWE ad affiancare Angel Garza a Zelina Vega, creando una stable ispanica dalla gestione confusa e che per la maggior parte del tempo si è scontrata contro altri ispanici, come Humberto Carrillo e il sempreverde Mysterio. Il titolo non ha fatto parte della card di WrestleMania 36 sebbene Andrade lo abbia difeso in più occasioni in altri show, ma ha disputato principalmente match in tag assieme a Garza, per poi perdere il titolo a Raw in favore di Apollo Crews e fallendo nel successivo rematch del Kickoff di BackLash. Per quel che riguarda Crews, ha vissuto un mese sicuramente pieno, prima respingendo le offerte di MVP di diventare un suo cliente e subodorando anche un possibile turn heel. Nell’ultima puntata di Raw Apollo è stato prima sconfitto da MVP e poi attaccato da Lashley, vedremo se ciò si tramuterà in una sfida titolata. Al momento la confusione pare ancora regnare sovrana. Insufficienza.

Raw Women’s Championship: il 2020 ha continuato ad essere l’anno di Becky Lynch, la quale ha incominciato alla grande sconfiggendo Asuka alla Royal Rumble, poi incominciando un feud contro Shayna Baszler il quale ha portato all’attesissimo incontro di WrestleMania 36, terminato a sorpresa con la vittoria della Lynch, scelta che ha perplesso molti, tanto più che la Baszler aveva praticamente squashato l’intera divisione femminile di Raw durante l’Elimination Chamber match. Ci si è chiesti se la scelta del cambio di titolo non fosse stata rimandata causa Covid e se ci si dovesse aspettare un rematch tra le due a Summerslam se le condizioni lo avessero permesso, invece Becky ha stupito tutti rendendo pubblico il suo stato di maternità e “consegnando” il titolo alla vincitrice del MITB Ladder match, Asuka. Un’uscita di scena storica, senza dubbio. La giapponese durante il suo regno ha avuto modo di confrontarsi con le rimanenti Horsewomen, scontrandosi più volte con Charlotte Flair, Bayley e Sasha Banks; ha difeso il titolo dall’assalto di Nia Jax, sebbene solo per doppio count out (scelta discutibile), ma è anche riuscita a sconfiggere finalmente Charlotte Flair per sottomissione, sebbene la Flair fosse stata precedentemente infortunata da Nia Jax. La sua sfidante per Extreme Rules sarà Sasha Banks e visto lo stato delle cose non è da escludere che vogliano affidare tutti i titoli alla coppia Bayley&Banks, scenario che sarebbe sicuramente interessante ma che forse potrebbe risultare troppo complicato da gestire. Anyway, al momento l’uscita di scena di Becky non sembra aver gettato il titolo femminile di Raw nel dimenticatoio, tutt’altro, l’atmosfera è più viva che mai. Gestione solida.

Raw Tag Team Championships: “e così siete campioni di coppia?” “Sì, ma niente di serio” verrebbe da scrivere. L’anarchia generale causata dal WAIRUS ha colpito appieno gli Street Profits, campioni di coppia di Raw sin da fine gennaio e protagonisti di innumerevoli segmenti . . . particolari. I campioni hanno alternato difese titolate, anche di buon livello, contro wrestler come Seth Rollins, Austin Theory, Garza e Andrade, a segmenti puramente comedy con i loro amici-nemici Viking Riders, segmenti culminati nel match (circa) di BackLash. In realtà abbiamo avuto una difesa titolata più seria in quel di Raw che sembra aver decretato, al momento, la fine della faida. Gli Street Profits non sono stati presenti nell’ultima puntata di Raw e ad oggi non è ben chiaro chi potrebbero essere i loro sfidanti, forse nuovamente Garza e Andrade ma i due appaiono in odore di split. Se non altro, a differenza del titolo US, la confusione generale è stata intenzionale e i segmenti comedy tutto sommato hanno intrattenuto. Inoltre almeno loro hanno preso parte a WrestleMania 36. Pienamente sufficiente.

24/7 Championship: inseriamo ancora una volta questo titolo nelle pagelle di Raw. Mi sono recentemente espressa in merito, esternando il mio disappunto per la questione Gronkowski, perciò andiamo veloci. La gestione comedy continua a farla da padrona e se per il primo trimestre del 2020 i nomi gravitanti attorno alla cintura erano quelli di Mojo Rawley, R-Truth e Gronk, al momento la “faida” principale dovrebbe essere tra i soli Truth e Akira Tozawa. Va comunque detto che Truth ha avuto l’occasione di difendere il suo titolo in coppia con Drew McIntyre a Raw, ma a parte ciò i match continuano ad essere molto brevi e fatti di comedy e roll up, o pestaggi pre-match come avvenuto con Bobby Lashley. Sufficienza politica.

Da notare, a margine, come tutti i campioni di Raw siano al loro primo regno, cosa che potrebbe intendersi con una rinnovata voglia di osare o di sperimentare, anche se ovviamente non si tratta del primo regno in assoluto (vedasi Asuka o gli Street Profits). In generale, complice forse il clima particolare che porta ad essere più magnanimi, la gestione dei titoli di Raw pare procedere bene, con giusto qualche incidente di percorso qua e là, vedremo se SmackDown otterrà pareri altrettanto positivi. Intanto fatemi sapere se vi trovate d’accordo o meno con la sottoscritta.