Anche Battleground è stato un flop. A parte il match iniziale, l'andamento lento ed insoddisfacente in termini di booking del pay-per-view ha fatto storcere il naso a molti, non senza strascichi anche all'interno della stessa WWE.

Quello che emerge è che la cura Triple H si è interrotta da tempo per garantire il solito minestrone condito dalla formula (una volta) vincente della compagnia. I tag team sono spariti, le nuove leve non sono giunte a ridosso del main event, nel main event troviamo sempre le solite facce degli ultimi dieci anni. Più Roman Reigns.

La frase della settimana è stata: "ho pagato tot euro/dollari per vedere Ambrose vs Rollins e poi non l'hanno fatto. Non comprerò mai più un ppv WWE". Le ultime parole famose. Crediamoci, ma anche no. Ed è proprio questa diffidenza che spinge la WWE  a sfruttare il match più atteso da molti come una rissa nel backstage degna di un Raw qualunque su un treno magico. Però occorre capire due cose: oggi (e forse per il prossimo anno e mezzo) Rollins e Ambrose sono due midcarder, la compagnia li vede così e continueranno così. Nel momento in cui esiste una sola cintura, dubito anche potranno mai sfiorarla, checché si abbiano valigette in mano. E per quanto possano dare spettacolo, sono atleti di contorno, non due moneymaker, a differenza di un Reigns che non è un moneymaker ma rispecchia ogni centrimetro di altezza peso e muscoli del modello WWE. Un modello che probabilmente non paga più, ma non abbiamo riscontri.

Sono certo che se posto al cospetto di Brock Lesnar, Reigns verrebbe fischiato tanto quanto verrebbe fischiato un John Cena. Ma volenti o nolenti, l'assioma della WWE, a cui Triple H è piegato a 90, è che oggi fanno vendere i big man. Ecco perché non importa nulla di Rollins e Ambrose, perché si aspetta Summerslam col rischio che il match possa venire peggio di come speriamo. La WWE punta al vecchio usato sicuro, punta su Cena e su Orton, sul worker Kane e sul modello Reigns. Dietro c'è l'abisso: Bray, Cesaro, Miz, Ziggler, Rusev, Big E. oltre a non avere il profilo di main eventer che la WWE, sono lontani anni luce da quelli là davanti. Se le persone vogliono vedere questi nuovi volti devono dimostrare di volerli. Se il segmento più visto di Raw vede Cena o Triple H o Orton o chiunque altro della solita ciurma, si possono inneggiare Punk e Bryan allo sfinimento che nulla cambierà.

Ecco, all'improvviso Punk e Bryan hanno lasciato un vuoto incolmabile. Lanciati alla rincorsa di un nuovo modo di vedere il wrestling, piegati da aspirazioni e infortuni, non hanno trascinato nuovi volti al loro cospetto. Oggi quindi dobbiamo assistere alla millesima sfida tra Orton e Cena, alla novecentesima faida tra Kane e Cena, al milleduecentesimo confronto tra Orton e Triple H. Ecco, alla fine si torna sempre lì, alla replica che va avanti dal 2004, a quelli che fanno vendere il prodotto, al cospetto dei quali Rollins e Ambrose valgono appena una rissa nel backstage.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.