Sarebbe bastato non dire niente, nella selva dei contratti di una compagnia poco chiara e altrettanto poco sicura, per fare una figura migliore di quella che fu fatta. Sarebbe bastato stare zitti, anziché inneggiare al proprio buon cuore per poi ridursi a un pessimo “lasciamo stare”, anche solo pensato e condito, fra sorrisini di circostanza e voltafaccia, per non fare capire che non si era, alla fine dei conti, in grado di portare a capo una situazione difficile si, ma non impossibile.

 

Jesse Sorensen è un Professional Wrestler che fortunatamente oggi può salire sul Ring e combattere. Ma nel corso della sua giovane carriera ha attraversato già  un momento tragico, spettacolarmente negativo, dal quale ha rischiato di uscire non solo con le ossa rotte, ossa importanti, ma anche con un curriculum ammazzato sul nascere. Perché Jesse Sorensen ha avuto a che fare con Dixie Carter, una donna che troppo spesso, nel bene e nel male, ha lasciato a metà le sue iniziative, rischiando di buttare nel più classico dei cessi, una creatura importante come era diventata la Total Nonstop Action e con lei alcuni dei suoi alfieri.

Jesse combatteva e combatteva bene. Lo faceva per la TNA e nello specifico per la X Division, una categoria che cercava di risanarsi dopo le perdite importanti, di nomi e prestigio. Purtroppo per lui il 12 Febbraio del 2012, durante uno degli eventi in PPV della compagnia, dovette perdere, cedendo a un Countout a causa di un infortunio. Il suo avversario, Zema Ion, nel corso di un First Contender Match a Against All Odds per l’X Division Title, gli frana addosso fuori Ring spezzandogli una vertebra.

Nel bel mezzo di un momento condito dal terrore, Jesse rifletteva sul suo futuro e valutava quale sarebbe stata la prossima mossa. Un infortunio come quello richiedeva, anche come dicevano i medici, almeno un anno, o forse più, di riposo, fra operazione e riabilitazione. La TNA, nella persona di Dixie Carter, promise di farsi carico dell’atleta, delle spese mediche, della riabilitazione e promise, inoltre, di lasciare un posto libero per lui al momento del suo ritorno sul Ring.

Si aspettava. Jesse cominciava ad essere negativo e diversi Rumor parlavano di un ritiro permanente dal mondo della lotta. La TNA lo mise in una posizione Extra Ring, come uno specchietto per le allodole che dimostrasse che loro, Dixie Carter in primis, non abbandonavano i propri atleti infortunati. Tutto si capì ben presto, un anno dopo circa. Durante la prima metà di Maggio del 2013, la gente cominciava a chiedersi quando avrebbero potuto vedere di nuovo Sorensen sul quadrato, ma la risposta era sempre la stessa: “non lo so, e non so nemmeno se tornerò a lottare”. Una risposta che metteva tristezza, più che altro, nei visi di coloro che prima di guardare al Wrestler, alla Superstar, guardano all’uomo, all’essere umano.

Fortunatamente però, i pensieri negativi spariscono quando Jesse afferma che tornerà sul Ring. Lo farà, non sarà però un ritorno, sarà un nuovo inizio. Una nuova avventura. Tutti pensano a una nuova Gimmick, a un nuovo Character, a un nuovo modo di esprimersi. Invece no. Nel Giugno del 2013 il profilo di Jesse Sorensen su Impactwrestling.com sparisce. Un mese più tardi la TNA annuncia il suo licenziamento.

Si pensa a qualche problema interno. Si pensa che l’atleta volesse staccarsi dal mondo del Wrestling. Si pensa tutto e non si arriva a niente. Sarà lui, invece, dopo qualche tempo a dipanare ogni dubbio. La TNA non lo avrebbe riportato sul Ring. Non volevano. Per questo, deciso, Jesse aprì il vaso di pandora. Rivelò come era difficile combattere per la TNA, perché era costretto a vivere On The Road con trenta dollari al giorno. Rivelò inoltre, che quei trenta dollari al giorno non erano affatto sicuri. Rivelò che fidarsi delle persone fu un errore madornale, perché quando si trovò senza soldi e con tutti i suoi conti medici da pagare, nessuno gli allungò una mano. Rivelò che alla fine dei conti sarebbe stato più facile, forse, finire di fare il Pro Wrestler, perché nessuno fra coloro che un Ring non l’ha mai calcato, sa che cosa significhi essere una delle pedine del gioco, rischiando di essere, sempre e comunque mangiato dalla regina nera, il male, senza che la tua di regina faccia niente per riportarti sulla scacchiera.

Quella sua regina era Dixie Carter. Lei avrebbe dovuto proteggerlo, cercare di mangiare i pezzi altrui per riportarlo nel punto esatto dal quale aveva dovuto scappare. Invece dopo tante parole preferì scaricare un condottiero. Uno meno. Quasi come a pretendere che la gente capisse che se la vita era stata fortunata con lui, lei poteva venire meno alla sua promessa. Non fece altro che rivelarsi per ciò che era.

Oggi Jesse Sorensen è ancora un Pro Wrestler. Ha lasciato le scrivanie di circostanza della TNA per tornare sul campo di battaglia e fortunatamente, per lui e per noi, il Ring è di nuovo la sua casa. Jesse Sorensen ci ha insegnato una cosa, che in certi contesti la completa assenza di conoscenza ed esperienza, può portare le persone a distruggerti, e non importa se quelle persone hanno il portafoglio pieno, perché la ricchezza di un conto in banca non sviluppa neuroni a piacimento, li cristallizza semplicemente facendoti credere onnipotente mentre intorno a te, tutto, rischia di distruggersi.

Direttore di Zona Wrestling. Appassionato di vecchia data, una vita a rincorrere il Pro Wrestling, dal lontano 1990. Studioso della disciplina e della sua storia. Scrive su Zona Wrestling dal 2009, con articoli di ogni genere, storia, Preview, Review, Radio Show, attualità e all'occasione Report e News, dei quali ha fatto incetta nei primi anni su queste pagine. Segue da molti anni Major ed Indy americane e non.