In genere non sono mai infastidito da opinioni diverse dalla mia, penso sia uno degli approcci maggiormente improduttivi della nostra società, purtroppo talvolta dilagante in alcuni ambiti. Senza toccare o sfiorare discorsi sui massimi sistemi, e rimanendo saldamente ancorato alla trivialità di un argomento come il pro wrestling, talvolta “parlare di ruestling” diventa davvero complesso per una serie di motivi plurimi.

 

Innanzitutto la parzialità in relazione a federazioni, tipologie di lottatori e la loro storia rende talvolta qualsiasi tipo di discussione sterile: non esiste argomento logico capace di smuovere una mente cementata sulla propria posizione. In seconda istanza il web, l’anonimato, i nicknames, gli avatar, tutti elementi volti ad una comoda spersonalizzazione, rendono la presa di posizione forte e talvolta prepotente una soluzione di rifugio sempre possibile, tanto basta posare il cellulare o spegnere il monitor per non proseguire in quella avventura logica che può essere una conversazione su un argomento stupido o comunque leggero. Perché, SPOILER ALLERT, il wrestling non è una cosa seria in senso assoluto.

Tutto questo preambolo per arrivare all’argomento dell’editoriale di oggi, ossia alla gestione di due lottatrici “verdi e lanciate”, Bianca Belair ad NXT e Ronda Rousey nel main roster, soffermandomi maggiormente sulla prima per motivi di cronaca.

Senza paragonare le due in termini di valore assoluto – sarebbe ingiusto ed impietoso – entrambe sono state protettissime dalla WWE (una sconfitta solo per la ragazza nel settore di sviluppo)  e sembrano protese verso i vertici massimi dei rispettivi show di appartenenza. Ronda, in particolare, quest’anno dovrebbe occupare per la prima volta nella storia del wrestling il Main Event di Wrestlemania assieme a Becky Lynch (e Charlotte?), realizzando l’utopia rosa di Stephanie, creando ancora una volta, stavolta per davvero, qualcosa di storico per le donne in spandex.

Mi capita continuamente di leggere critiche nei confronti di Ronda, nei confronti di Becky, nei confronti della gestione di questa faida. Premesso che tutti siamo defettibili e qualsiasi situazione puo´essere definita come migliorabile, credo che (con molta fortuna) la WWE si sia trovata per le mani un vero e proprio tesoro per tempi e coincidenze: un’edizione di Wrestlemania dove per distacco nessuna storyline e nessuna stella maschile potrebbe minimamente insidiare il livello di interesse e starpower messo su dalle donzelle. Ronda deve migliorare, siamo tutti d’accordo. Ma se dovessi incapsulare il senso di RR nel wrestling, prenderei il promo di due settimane fa a RAW: la performer (over come pochi) inizialmente era impacciata, arrabbiata, frustrata dalla reazione del pubblico che non voleva altro che incitare Becky, e più Ronda si inceppava e più il pubblico incalzava. Una situazione non semplicissima da gestire per il piu´consumato dei veterani, figurarsi per una rookie sovraesposta. Eppure.

Eppure dopo il promo di Lynch Ronda cambia marcia, riesce a canalizzare tutta la reale frustrazione accumulata pochi minuti prima e mette giù il promo migliore della sua giovanissima carriera, minacciando in modo serio, anzi serissimo e letale la povera Lynch. Dal canto suo, “The Man” avendo assorbito le anime di Stone Cold e CM Punk è oramai divenuta l’epicentro di entrambi gli show, con tutti i McMahon naturali ed acquisiti che a turno tentano di avere interazioni con lei, in vista di una WM che si prospetta in ogni caso estremamente interessante. Anche sul quadrato, Ronda in alcuni momenti forse appare leggermente macchinosa, ma basta vedere il suo match con Jax ed il suo ultimo incontro con Sasha per capire la sua enorme versatilità, oltre alla sua incredibile capacitá di effettuare transizioni credibili nelle sue sottomissioni e di fingere uno striking credibile come…nessuno nel main roster, forse solo O’Reilly ad NXT. Il suo unico problema sono ritmi e proiezioni, ma anche lì con il tempo migliorerá esponenzialmente, stiamone pur certi. E non sará l’unica.

A me sinceramente il match tra la Baszler e Bianca non mi è dispiaciuto affatto, anzi. Penalizzato in parte dalla sua collocazione all’interno della card (provateci voi a fare bellissima figura dopo il match dell’anno, è come mangiare un onesto panino al prosciutto dopo burro e caviale), questo incontro di certo non passerá agli annali come il miglior match femminile della storia dello show giallo, ma non è stata quella esemplificazione di inesperienza millantata da taluni spettatori dal palato particolarmente fino. Le transizioni nella fase finale sono state ottime, lo storytelling legato sia alla treccia di Bianca che all’isolamento degli arti da parte della Regina di Picche è stato rimarchevole, la durata non eccessiva: nonostante questi spunti positivi, il tutto è stato accolto da alcuni in modo neanche tiepido, ma tendente al freddo glaciale.

Guardando il primo MYC, con Bianca con alle spalle praticamente un solo anno di esperienza sul quadrato, rimasi a dir poco esterrefatto dalla sua forza, dal suo atletismo e dal suo carisma. A distanza di poco piu´di un anno (ad Aprile Bianca festeggerá i suoi 3 anni di contratto ad NXT, e dunque nel pro wrestling) la cugina smarrita di Will Smith è un’atleta non solo migliorata, ma meritevole della posizione affidatole ai vertici della federazione di sviluppo. L’unica alternativa sarebbe stata Io Shirai, ma francamente Shayna ha giá avuto una faida eterna con Kairi Sane, ed un ulteriore faida simile (non identica) avrebbe potuto leggermente stufare.

Dunque le critiche tutto sommato ci stanno, ma entro certi limiti. Queste due atlete hanno un’esperienza limitata e soprattutto hanno la grossa macchia di non essersi laureate all’accademia della crusca del wrestling (prima era la ECW, poi la ROH ed oggi NJPW), è vero, tuttavia NONOSTANTE la loro inesperienza riescono a non sfigurare e non far sfigurare in contesti decisamente ad elevatissima pressione. Il futuro si prospetta sia rosa che roseo per la divisione femminile in WWE, semplicemente diamo loro tempo.

…stay frosty!