Sin dall’inizio, la All Elite Wrestling si è distinta per un utilizzo di personaggi che potessero essere in qualche modo oscuri e funzionali ad un racconto anche fuori dal normale. Darby Allin si fece notare in questa maniera. Jimmy Havoc pure. Poi nacque il Dark Order, che col tempo ha preso a normalizzarsi e a puntare su diversi versanti, non ultimo quello del comedy. Ed ora il roster è rimasto sguarnito di wrestler che potessero avere nel proprio personaggio e nel proprio stile una certa duttilità e imprevedibilità.
Malakai Black porta quella ventata di imprevedibilità. La porta dal nome, dal background, dalle idee, dal tipo di personaggio che mette in scena. E’ pazzesco, ad esempio, come stia proseguendo il filo logico aperto in WWE, quando Murphy gli “cavò” l’occhio contro i gradoni. Un modo per dire ai suoi fan: guardatemi qui adesso, il racconto continua. E continua con una presentazione giustamente dark, in piena coerenza con quel che ha sempre rappresentato nella sua carriera, da Tommy End a questa nuova conformazione.
Non è scontato neppure il suo utilizzo. Perché non è standard come Andrade o Christian Cage. Perché è un talento, ha “appena” 36 anni e può dire ancora tanto per molto tempo. Perché può tanto ritrovarsi a “danzare” in singolo, quanto guidare una stable, quanto trovarsi un partner col quale provare a scalare le competizioni di coppia. E’ adattabile a qualunque contesto senza dover per forza essere un main eventer, ma sicuramente potendo essere spendibile anche ai piani alti. Anche perché, diciamocelo, ha tantissimi match da mettere sul piatto.
Si inizia con Cody. Guarda caso, tutti passano da lì prima o poi. Ed è uno di quei match che Rhodes avrebbe sognato se fosse stato ancora in giro per le indy. Poi c’è tutto un paniere di opzioni: da Moxley a Omega, da Page ad Allin, da Guevara ad MJF, Miro a Penta El Zero Miedo, da Lance Archer a Jungle Boy. Fino a Sting. Perché no? Questi due, faccia a faccia, potrebbero creare davvero qualcosa di notevolmente importante, avendo in sé tutte le basi per una buona e durissima storia. E con tutti questi, Black potrebbe passare dall’hardcore allo stile tecnico, dal “match normale” a quello più spettacolare, senza mai perdere di vista le qualità che lo hanno contraddistinto in tutti questi anni.