Ogni volta che ascoltiamo, leggiamo o guardiamo le storie dei Pro Wrestler, in un modo o nell’altro vengono fuori due parole: “inseguire” e “sogno”. Sempre chi racconta esprime il volere, la forza e la determinazione con i quali è arrivato al traguardo tanto ambito: diventare un Professional, guadagnarsi la vita combattendo su un quadrato, mettendo in gioco il proprio corpo e la propria anima. Vale lo stesso se si sta parlando di statunitensi, europei, giapponesi o messicani. Vale lo stesso se il sogno si coltiva da bambini, da ragazzi o da adulti, magari per una vocazione arrivata in ritardo o per seconda scelta, magari dopo il football o dopo le MMA.

C’è una storia però che più di tutte racchiude il senso di queste due parole: “inseguire” e “sogno”. E’ la storia di due ragazzi cresciuti in uno dei paesi più difficili del pianeta, nel quale la povertà ti può spingere nella maggior parte dei casi al narcotraffico o alla morte, o nel peggiore dei casi, quello nei quali i primi due coincidono, a entrambe.

Si chiamano Arkángel Divino e Último Maldito. Le loro città adesso distano circa un’ora e mezza, un’ora e un quarto se fatta di fretta. Quasi dieci anni fa, però, i due vivevano sotto lo stesso tetto, perché sono fratelli. Il loro padre si chiama Destroyer, ed era un Wrestler che all’inizio degli anni 2000 non ebbe grande fortuna, tanto da dover restare a lavorare nella sua città, Aguacalientes. Quando decise di portare i suoi figli a uno spettacolo “dei suoi”, ma nel quale lui non lottava, riuscì a trasmettergli una passione che fino a quel momento non li aveva sfiorati, almeno non da vicino.

Entrambi rimangono affascinati da ciò che è la Lucha Libre ed entrambi convincono il loro padre a cominciare ad allenarli. Lui lo farà. Lo farà nella stanza che non si usa mai, quella che c’è in tutte le case. Lo farà su un materasso. Lo farà con difficoltà, ma lo farà.

I due ragazzi sembrano avere talento, ma quando nasci povero, in un paese altrettanto povero, è difficile convincere chi ti sta vicino a lavorare anni prima di arrivare alla fama, alla gloria, al denaro. E’ più facile diventare un pusher, o un killer. E’ più facile fare tutto senza fare niente. I due ragazzi però hanno la testa a posto e decidono, coadiuvati dal loro vecchio, di diventare Pro Wrestler, perché guadagneranno i loro primi soldi esibendosi, ma non nel modo che noi tutti abbiamo in testa.

Arkángel Divino e Último Maldito vanno tutti i giorni nello stesso semaforo con una sedia e una scala. Quando scatta il rosso, scatta la rissa. I due cominciano a volteggiare di fronte agli automobilisti, che spesso e volentieri rinunciano alla partenza immediata per poter vedere come finisce il Match. Il Match finisce sempre con una sediata, dopo che Arkángel Divino abbozza su Último Maldito, sempre e comunque, quella che diventerà la High Speed Mistica, la manovra resa famosa da Mistico e che viene eseguita dal giovane arcangelo in maniera più rapida e probabilmente già all’epoca più plastica.

I due ragazzi non si arrendono e continuano giorno dopo giorno a finire al semaforo, per sfogare la loro passione e aiutare la famiglia. I loro sforzi vengono presto ripagati e uno dei loro video finisce nelle mani di Konan, uno dei Wrestler, talent scout e Promoter più importanti della scena messicana. Konan li consiglia prima ad alcuni Promoter indipendenti, che organizzano Show senza effige, poi, colpito sempre di più dai loro progressi, li booka per la sua Crash. E’ l’inizio della fine dell’inseguimento e l’inizio del sogno.

Arkángel Divino e Último Maldito cominciano una vertiginosa discesa verso il successo, che li porterà, oltre a esibirsi con regolarità nella Crash, anche alla CMLL, alla AAA e tutte le compagnie messicane importanti e non. Tutti vogliono “Los Luchadores Urbanos”, tutti vogliono le due nuove sensazioni che vengono, letteralmente, dalla strada.

Questa volta non ci sono storie ingrandite, difficoltà gonfiate o scorciatoie. Questa volta davvero il sogno è stato inseguito e raggiunto. Questa volta, ancora una volta, il Professional Wrestling ha scritto e consegnato un grande esempio ai posteri, contro tutti quelli che vogliono vederci soltanto stupidi omoni in calzamaglia che sfuggono da un avversario. Questa volta gli omoni non sono tanto omoni, non sono tanto stupidi e soprattutto, sono riusciti a sfuggire dal più grande avversario, il degrado della terra nella quale sono nati. Hanno spiccato il volo, alzato la loro bandiera e dimostrato che se si vuole, con qualsiasi disciplina, si può essere fieri e onesti.