Ultimamente, in quel di Raw, alcuni membri del roster di 205 Live stanno trovando spazio, quasi a volerci ricordare che, seppur formalmente, la divisione “pesi leggeri” appartiene al Monday Night Show; i Lucha House Party (i.e. Kalisto, Lince Dorado e Gran Metalik), infatti, sono ormai “ospiti” fissi dello Show rosso.
Il trio, per i pochi che non lo conoscessero, è formato da classici luchador mascherati che affrontano i propri avversari accompagnati da pinate di ogni forma e genere.
Ora, i più (direi giustamente) potrebbero storcere il naso nei confronti di una stable fin troppo stereotipata e razzista, che identifica una serie di atleti latini con preconcetti culturali spesso (o quasi sempre) non aderenti alla realtà.
Tutto vero, ma c’è un ma.
Lungi dal volervi tediare con concetti e idee che sono ben lungi dal wrestling, è importante considerare un dato che spesso (spessissimo) viene dimenticato: la WWE è un prodotto di massa, universale e globale.
Un prodotto, insomma, che deve cercare di piacere a tutti, di prendere, colpire (stordire) e catturare la più ampia fascia di pubblico.
I Lucha House Party, come altri tag team e lottatori, rispondono (banalmente) a questa esigenza.
Costituiscono, un riempitivo, nelle lunghe tre ore di Raw, per portare nel wrestling quel pizzico di folklore, decisamente kitsch, che nel prodotto made WWE è sempre presente.
Dopotutto, però, resta un peccato che atleti dotati tecnicamente come Kalisto, Lince e Metalik siano costretti a questa “macchietta”, ma forse, in mancanza di questo (seppur poco encomiabile) incarico non riuscirebbero a ritagliarsi uno spazio nella federazione.
Forse, in qualche misura, anche i membri del Lucha House Party sono stati colpiti dalla “maledizione della maschera”. Mi riferisco a quel vincolo di insuccesso che pare essersi legato inscindibilmente a qualsivoglia lottatore mascherato che ha calcato il ring dopo Rey Mysterio.
Il povero Sin Cara (ex Mistico), presentato in (#)pompa magna, ha visto la sua carriera sfiorire errore dopo errore.
Anche gli ex mascherati, per ora, non hanno ricevuto miglior sorte: Sami Zayn (ex El Generico) è stato tormentato da una serie di lunghi e (ahimè) ripetuti infortuni.
Insomma, forse è meglio così, forse è inutile chiedere e aspettarsi più di tanto da atleti che, all’interno di “Casa WWE” più di tanto non possono fare, accettando semplicemente, citando gli antichi, che “ad ognuno spetta il suo”
-Claudio-