Purtroppo, ciò che tutti temevamo è realmente accaduto: a Super ShowDown, Goldberg ha sconfitto Bray Wyatt, laureandosi così nuovo Universal Champion. Una vittoria che ha molti elementi in comune con la precedente conquista del titolo universale da parte di Da Man: oltre ai più effimeri paragoni temporali, dato che entrambi i successi hanno avuto luogo a cavallo tra febbraio e marzo, pure questa volta a rimetterci è stato un wrestler che stava vivendo un buon periodo, suscitando così l’ira del pubblico, proprio come accaduto con Kevin Owens nel 2017.
Infatti, anche i più distratti saranno in grado di rendersi conto quanto questa sconfitta abbia danneggiato la figura di The Fiend: per l’appunto, dopo aver passato un lungo periodo nel quale sembrava quasi dotato di immortalità, l’ex guru si è trovato a dover soccombere dopo una sola Jackhammer, perdendo tutta la credibilità costruita nel corso degli ultimi mesi. È pur vero che, più ci si avvicina alla vetta, più sarà fragoroso il tonfo in caso di caduta, ma è da sottolineare come questa battuta d’arresto sia stata gestita nella maniera meno elaborata possibile, danneggiando fin troppo uno dei cavalli di battaglia della federazione di Stamford.
Ma, per fortuna, la sorte ha voluto concedere una seconda possibilità a Bray Wyatt: a poco più di 24 ore di distanza dal nefasto evento, infatti, The Fiend ha colto la palla al balzo, approfittando del ritorno di John Cena per sfidarlo apertamente ad un incontro uno contro uno in vista della prossima edizione di Wrestlemania. Un avvenimento che ha più chiavi di lettura da prendere in considerazione.
Prima di tutto, io non mi ritengo del tutto soddisfatto in merito alle modalità con le quali si è consumata questa richiesta: non parlo tanto del discorso del leader della Cenation, che, almeno dal mio punto di vista, è stato perfetto, bensì dell’attitudine del maligno. Infatti, avrei optato più per un’aggressione classica mentre il wrestler di Boston si dirigeva nel backstage, chiudendo la puntata con un primo piano della maschera di Wyatt vittoriosa di fronte alla sua nuova vittima.
Così facendo, i due avrebbero potuto costruire nel corso delle settimane una rivalità molto accesa, facendola culminare nello scenario migliore possibile, ovvero il Grandaddy Of Them All. Invece, i writer hanno preferito puntare su un Wyatt nuovamente debole e non più spietato ed assetato di sangue come succedeva a fine 2019. Ma, probabilmente, questa scelta è stata dettata dagli impegni lavorativi di John Cena, che, con tutta probabilità, sarà assente per tutto il corso della Road To Wrestlemania, fatta eccezione per qualche raro caso. Quindi, probabilmente, era necessario prendere una decisione rapida che sancisse il match con immediatezza. Per questo, rispetto la decisione presa.
Conclusa questa riflessione, ammetto che uno scontro tra i due mi incuriosisce molto: per quanto la decisione di far perdere l’ex guru nella loro precedente rivalità sia stata totalmente errata, ho adorato la psicologia della faida svoltasi nel periodo di Wrestlemania 30, cosa che mi porta a pensare che pure in questa occasione i due saranno pronti a dare spettacolo.
In più, una possibile vittoria del fautore della Firefly Fun House cancellerebbe prontamente la pesante sconfitta in Arabia Saudita: chiaramente, è anche vero che vincere un incontro del genere con in palio un titolo mondiale sarebbe stato perfetto, ma già una prova di forza chiara e netta come un’ipotetica vittoria contro un 16 volte campione del mondo nello stage più importante di tutti darebbe nuova linfa vitale a Bray Wyatt.
Allo stesso tempo, però, non escluderei a priori una sconfitta di John Cena, dato che, a conti fatti, l’ultima vittoria in un match singolo del bostoniano allo Showcase Of Immortals risale addirittura a Wrestlemania 31, dove Mr. Hustle, Loyalty and Respect strappò il titolo degli Stati Uniti all’allora imbattuto Rusev. Da segnalare poi che, nell’ultimo match disputato da Cena in questo particolare ppv, il performer ha subito una sconfitta netta contro The Undertaker, che lo ha superato in meno di tre minuti. Insomma, i presupposti per vedere John Cena vincere ci sono tutti, anche se una sconfitta del genere porrebbe la definitiva parola fine sul personaggio di The Fiend e, probabilmente, pure sulla carriera in WWE di Bray Wyatt.
In poche parole, la definizione perfetta per descrivere questa situazione è “luci e ombre”: non solo perché la sfida tra questi due personaggi rappresenta la contrapposizione tra le due perfette incarnazioni di bene e male, ma pure perché, a un mese dalla disputa dell’incontro, si possono individuare tanti aspetti positivi quanti lati negativi. La linea di confine tra pura luce e ombra sconfinata è talmente sottile da risultare quasi impercettibile, ma non ci resta ancora molto da attendere, in quanto nella notte tra il 5 ed il 6 aprile capiremo da che parte si vorrà schierare la federazione.