Uno dei problemi massimi che Jon Moxley si è sempre portato dietro è stato quello di essere incollocabile. Che vuol dire? Tolto dalla zona del main event, dove pare esprimere appieno il suo personaggio da brawler, pare mancare della attitudine giusta per fare un passo indietro e dare spazio ad altri. In AEW si è notato: via dalla zona titolata, ha faticato a trovare una nuova strada. Dopo tutto è stato uno dei principali artefici del successo della compagnia per quasi due anni, reggendo pure la cintura massima in un momento storico complicato.

Conclusa la storia con Kenny Omega ha navigato a vista. Ha sì ottenuto una title shot ai titoli di coppia, ha sì combattuto in molti match privi di valore, ma ha anche iniziato a cambiare punto di vista di se stesso. Come se, dopo due anni vissuti col piede sull’acceleratore, avesse necessità di restituire tutto ciò che aveva ricevuto. Ecco allora lo spazio dato all’amico Eddie Kingston, ecco i pin presi in maniera sorprendente, le sconfitte e i momenti di difficoltà con avversari anche di caratura meno importante (i 2.0 e Daniel Garcia).

I nuovi arrivi gli consentono di ragionare su un futuro decisamente importante, dopo tutto i feud con CM Punk e Bryan Danielson, ma anche Cody e Malakai Black si scrivono quasi da soli. Ma al momento ha trovato finalmente una collocazione adatta al suo status e ai suoi desideri. Il bello della AEW è che permette ai propri wrestler di togliersi degli sfizi, cercando contestualmente di soddisfare le esigenze dei fan, che su certi match metterebbero la firma.

Mox avrebbe messo la firma sullo sfidare i giapponesi che rispetta e adora di più. E trovare una dirigenza che lo lascia fare, è una manna dal cielo. Per questo si sta esaltando, si sente libero di fare, di darsi da fare, come un bambino che entra a Disneyland e i genitori gli fanno fare ciò che vogliono. A 35 anni può ritrovarsi faccia a faccia con Minoru Suzuki, Yuji Nagata, Satoshi Kojima. E poi toccherà prima o poi a Hiroshi Tanahashi e chissà chi altri. Si intreccia col collega e amico Lance Archer, ha attorno conoscenze di una vita come Homicide e Eddie Kingston. Quando rientrerà dall’infortunio, anche Sami Callihan incrocerà il suo sguardo.

E’ una condizione molto protetta, sì, ma anche ideale per contenere la fedeltà di un wrestler. Saper di poter contare su tutte le opportunità che avresti voluto cogliere in passato, è lo sbocco ideale per continuare a fare bene. Dopo tutto voleva liberarsi delle catene, il buon Mox. Alla fine ci è riuscito.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.