John Morrison è fuori dalla WWE. Di nuovo. Ed è particolare che un wrestler di solito ben apprezzato da tutti non sia riuscito a trovare il suo posto in un mondo in cui diversi colleghi meno abili hanno avuto successo. Questioni di backstage o semplicemente l’esser inadatto al prodotto che da Stamford lanciano da 40 anni? Ha fatto di tutto per loro: dall’assistente di Bischoff al campione intercontinentale, fino a destreggiarsi nel comedy o ad esser un heel credibile al fianco di The Miz. Ma anche stavolta, la chiamata non è arrivata.

Le sue qualità non si discutono. O forse sì. Perché Morrison (o Hennigan, o Mundo, o Impact) è un wrestler disarmonico: ha un fisico tanto bello quanto mediamente considerabile con un moveset da flyer. Per funzionare davvero dovrebbe essere più asciutto o cambiare totalmente il suo modo di lottare, di atteggiarsi, di abbigliarsi. La soluzione infatti è una sola: se lo prendi, ci devi costruire qualcosa attorno. Altrimenti ti sarà completamente inutile.

Penso al periodo di Lucha Underground, quando funzionò. Ci riuscì perché era un contesto ed una narrativa profonda che gli consentiva di esplorare qualcosa di più del bel ragazzo con un moveset da peso leggero senza essere peso leggero. Il feud con Alberto El Patron lo lanciò verso lidi differenti, inesplorati, a tal punto che si parlò molto bene di lui in questa ottica. Non era più un wrestler complementare, ma il protagonista di un mondo attorno ad altri mondi. Ha vinto tutto lì, senza mai essere pesante.

Pesante lo è stato ad Impact, perché la sua presenza e il raggiungimento del titolo mondiale apparvero quasi una costrizione più che un piacevole passaggio. Non è rimasto nascosto a nessuno il fastidio che il suo continuo push comportava. Quando firmò nuovamente per la WWE fu come se si aprisse uno spazio enorme, dichiarò Rich Swann dopo averlo sconfitto a Slammiversary.

Bobby Lashley ha detto che secondo lui Morrison è una vera superstar. Che la WWE ha perso del tempo con lui, non capendo quanto valesse. Forse è così. O forse il buon Hennigan poco poteva dare in termini di business. Come lui, la WWE ne trova tantissimi. Nelle indy però nessuno è come lui. Nessuno può incidere sia in termini di match che di appeal come lui. E allora che ritorni ad esplorare quell’ambiente, almeno finché non avrà capito cosa serve al wrestling major affinché lo stesso possa elevarlo rispetto alla medietà in cui si è relegato per tanti anni. Altrimenti, davvero, cosa puoi fargli fare?

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.