In un’intervista con il Wrestling Perspective Podcast, la star della AEW Malakai Black ha parlato della sua transizione dalla WWE alla AEW e di com’è cambiata la sua mentalità. Black ha anche parlato degli avversari che gli piacerebbe affrontare fuori dal suo setting attuale.

“Sono sempre aperto a tutto”

“Mi sto ancora abituando”, ha detto Black. “Avevo la mentalità del dojo, ero abituato a spazzare per terra e a pulire le palestre, è così che sono entrato nel mondo del wrestling. Ho sempre avuto quel principio, è per quello che durante gli allenamenti non ho quasi mai creato problemi a nessuno. Una delle cose che trovo più importanti è che i più giovani mi vedano come una persona con cui si può parlare liberamente, e la vecchia guardia capisca che sono sempre pronto ad imparare nuove cose e sono sempre aperto a tutto”.

“Ho pensato subito alla All Elite Wrestling”

Black ha anche parlato del suo interesse immediato per la AEW dopo il licenziamento, e di come gli piacerebbe avere una run in New Japan Pro Wrestling: “Sarò onesto, il giorno del licenziamento ho pensato subito alla AEW. C’erano un sacco di vecchi amici là. In una delle ultime conversazioni che ho avuto con Brodie Lee, riposi in pace, mi disse ‘Ameresti questo posto, ti ci troveresti benissimo e ti divertiresti da matti’. Mi è rimasto in testa. Una delle compagnie con cui voglio ancora fare qualcosa in futuro è la NJPW, sarebbe una bella chiusura del cerchio. Andare in Giappone è sempre stato un mio grande desiderio, è nella lista delle cose da fare. Speriamo di poterlo far succedere in futuro”.

Un rivale in Giappone

Un atleta che in questo momento non è in AEW che Black vorrebbe affrontare è KENTA. I due si sono battuti in WWE e Black vorrebbe rifarlo, questa volta in un ambiente diverso per vedere di cosa entrambi sono capaci realmente. “Una delle cose che vorrei davvero tanto è un match contro KENTA in Giappone, nel proprio ambiente”, ha detto Black. “Non in un setting in stile WWE. Non che ci sia nulla di male in quello, ma vorrei vedere cosa succede quando non c’è nessuno a dirci cosa dobbiamo fare e siamo noi a dirigere le operazioni, seguendo quello che sentiamo di voler fare. Penso che il suo lavoro al momento sia fenomenale, penso che di gente come lui ce ne sia al massimo uno per generazione. Ha influenzato molti di noi, sicuramente ha influenzato me. È sempre stato un ottimo atleta e un’ottima persona”.