In più di un articolo, fra quelli che ho scritto su questo sito, ho accennato al fatto che il wrestling sia una mia passione pluridecennale, che ha avuto un impatto non indifferente sulla mia personalità e sulla mia stessa vita.

Per più di dieci anni ho visto show di wrestling, ho giocato a videogiochi di wrestling, ho ascoltato canzoni usate come musiche di ingresso e ho comprato merchandising legato al wrestling di vario genere; cavolo, scrivo anche su un sito di wrestling.

Tuttavia, per quanto sia stata forte tale passione, fino a poco tempo fa non avevo mai assistito a un evento di wrestling dal vivo.

Quest’anno, però, ho deciso che fosse il momento di colmare la suddetta lacuna; il piano originale era quello di scegliere fra una delle tappe che la WWE avrebbe fatto in Italia ma, dopo un illuminante confronto con gli altri ragazzi della redazione di Zona Wrestling, un’idea malsana passò per le nostre teste: visto che il prezzo di un biglietto per la puntata di Raw prevista a Manchester non era tanto più elevato rispetto a quello di un biglietto per un live event a Bologna o a Roma, perché non assistere ad una vera e propria puntata di Raw, lo show che per anni ho (e abbiamo) visto in televisione? Per me, d’altronde, abitando in Sicilia, si sarebbe trattato comunque di una trasferta abbastanza lontana.

Così, io, BazingaHWF e Simone Carroccia decidiamo di tentare la corsa ai biglietti di Raw e, con tanta trepidazione, attendiamo il 24 aprile, giorno di messa in vendita dei biglietti. Dopo un quarto d’ora di follia, tra siti sovraccarichi e sold-out pressoché immediato delle prime file, ognuno di noi riesce ad accaparrarsi i biglietti per Monday Night Raw. Insomma, il tutto assume i caratteri dell’ufficialità e, da lì in poi, inizia un lungo, lunghissimo interminabile countdown verso il 9 novembre, la data fatidica dello show.

Pochi giorni prima della partenza, decido di completare il pacchetto prendendo anche i biglietti di Smackdown e, finalmente, il 7 novembre, insieme a un caro amico (accollatosi anch’egli questa pazza idea), si vola verso Manchester!

Dopo due giorni trascorsi a girare per le vie e le piazze della bellissima e accogliente città del nord dell’Inghilterra, arriva finalmente il giorno dello show; la prima sorpresa arriva grazie ad una dritta (e ringrazio tanto chi me l’ha fornita) che mi permette di scoprire l’hotel dove alloggiano i lottatori.

Mi reco lì, entusiasta a dir poco vista la possibilità di incontrare i wrestler che, per anni, ho visto in TV e, a dispetto della pioggia, trovo tanti appassionati in attesa di conoscere i propri idoli; il primo che vedo è il disponibilissimo quanto fisicamente impressionante Cesaro, un vero gigante molto gentile e più che propenso a scattare una foto e a fare quattro chiacchiere; esilarante poi l’incontro con Big Show che, nel vedermi impacciato col telefono (sia perché poco abituato agli autoscatti che, ovviamente, emozionato per la situazione in cui mi trovavo), mi dice “You’re not used to do selfies, aren’t you? WTF!?”, per poi scattare lui stesso la foto con me; stavo morendo dalle risate!

Gentilissimi anche Xavier Woods, Tyler Breeze (che ha mantenuto la sua classica espressione durante la foto), Darren Young, Natalya, Damien Sandow e, soprattutto, Byron Saxton che, pur di scattare la foto, ha attraversato tutta la barriera umana venutasi a creare all’uscita di servizio.

Dopo la fantastica mattinata (e una visita all’Old Trafford nel pomeriggio), arriva, finalmente, il momento di recarsi alla Manchester Arena (con tanto di maglia del Nexus) per assistere a Monday Night RRRRRaw!

Dopo una lunga, ma ben gestita, fila, si entra all’interno della struttura e, una volta varcata la porta di ingresso…

…mi trovo dinanzi ad un colpo d’occhio meraviglioso: le luci, il ring, il titantron e il pubblico già in vena di cori, tanto che il mio ingresso è accompagnato dagli ormai classici New Day Rocks, a cui mi unisco prima ancora di prendere posto.

Non pago, il pubblico di Manchester mi consente anche di togliermi lo sfizio di partecipare ai cori “Let’s go Cena/Cena Sucks”, fatti nonostante l’assenza del rapper di Boston.

Questo video su YouTube ha catturato alla perfezione quei momenti.

Qualche minuto di attesa e, dopo un bellissimo video che ripercorre i momenti più belli dell’ultima Wrestlemania, si comincia con Superstars, entra Lilian Garcia, subito dopo tocca ai commentatori Rich Brennan e Byron Saxton e, poco dopo, il primo lottatore: Bo Dallas, con un ingresso che risulta particolarmente scenografico dal vivo, con l’occhio di bue che si concentra sul lottatore una volta salito sul quadrato.

Entra poi il suo avversario che, a sorpresa, è Fandango, e tutta l’arena inizia a intonare la sua musica di ingresso; il match è breve e viene vinto dal ballerino, giusto per permettere al pubblico di Fandangheggiare un altro po’.

Il secondo match vede opposti Stardust e gli Ascension (molto bella la loro entrata) a Ryback (con tanto di cori Feed Me More pronunciati da tutti i presenti) e soprattutto i Dudley Boyz, leggendario tag team che, fino a pochi mesi fa, non avrei mai pensato di vedere dal vivo; bel match, concluso con l’altrettanto leggendaria 3D e tutti pronti per Raw!

Dopo gli ingressi dei commentatori (tra cui, per la mia gioia, JBL) e la sigla, lo show viene aperto da Triple H e si parte con il karaoke di “King Of Kings”, cantata a squarciagola da me e tutti i presenti; dopo i ringraziamenti di rito a Seth Rollins, arriva Roman Reigns subissato di fischi da tutto il pubblico. E’ poi il turno di Big Show (con annesso altro karaoke), fischiato anch’egli (ma sempre meno di Roman Reigns), e inizia il primo match del torneo per il vacante WWE World Heavyweight Championship.

L’incontro, come testimonia la ola che avrete notato in TV, non è stato particolarmente apprezzato dal pubblico; vittoria dell’ex Muscle dello Shield e altri fischi.

Sullo stage arriva poi Kevin Owens, molto apprezzato dal pubblico, che finisce, però, per diventare oggetto di sfottò da parte del canadese che si fa beffe di quei tifosi inglesi che si ritengono superiori agli americani; il match con Titus o’Neil, anch’egli ben accolto dal pubblico, si conclude con una pop-up powerbomb, mossa improvvisa che, vista dal vivo, mi ha particolarmente gasato.

E’ stato poi il turno del match femminile tra Becky Lynch e Paige, entrambe le lottatrici accolte in maniera particolarmente calorosa, soprattutto la nativa Paige; dopo un bell’incontro fra le due, seguito dalla PTO applicata all’irlandese sul tavolo dei commentatori e dall’arrivo di Charlotte in aiuto dell’amica, il Torneo per il Titolo Mondiale continua con Dolph Ziggler e The Miz; ancora una volta si va di karaoke delle theme song di entrambi che disputano un ottimo incontro, vinto dallo Show Off.

Entrano poi Alberto Del Rio e Zeb Colter; dopo aver ascoltato la mitica theme song del messicano, i due recitano un promo e annunciano il match che l’indomani vedrà opposto Del Rio a Stardust.

Tocca poi a Natalya e Naomi combattere, vince la canadese ma il Team BAD sbeffeggia la lottatrice proveniente dall’Hart Dungeon, mentre il pubblico ha occhi e voce solo per Sasha Banks.

Arriva poi la sorpresa: Wayne Rooney, centravanti e capitano del Manchester United è lì ad assistere alla puntata, insieme a Darren Fletcher (altro calciatore, con un passato nello United), e viene preso di mira da Wade Barrett durante l’ingresso dell’amico Sheamus, che affronterà Cesaro.

Questi, al proprio ingresso, è accolto da un boato pazzesco e tantissimi membri del pubblico, tra cui il sottoscritto, mostrano con orgoglio i cartelli “Cesaro Section”.

Sapete tutti come è andato il match, con lo schiaffo di Wayne Rooney al connazionale BNB, e la vittoria di un Cesaro acclamato in maniera straordinaria.

E’ poi il momento di Dean Ambrose (altro boato) e, soprattutto di Tyler Breeze che, dopo tanti anni trascorsi ad NXT, finalmente, debutta in WWE e non nego che mi abbia fatto molto piacere assistere al primo incontro nel main roster di un lottatore che avevo adocchiato in tempi non sospetti; l’incontro viene vinto da Dean Ambrose ma Prince Pretty non sfigura affatto.

E’ poi il turno di un 6-men tag team matchche vede opposti Neville e gli Usos agli osannati New Day, con tutta la platea che batte le mani al loro ingresso per poi fare partire i classici cori “New Day Rocks” (o Sucks, a seconda delle vostre preferenze). Esilarante il momento in cui Xavier Woods usa il trombone per accompagnare le mosse dei propri compagni di stable..

C’è spazio anche per il leggendario Ric Flair, che saluta il pubblico e invita tutti ad assistere anche a Smackdown il giorno successivo, con una lunga serie di WOOO pronunciati da tutti i presenti.

Ora, lungo la serata sono stati mandati in onda dei promo che sembravano annunciare l’ingresso di Bray Wyatt, facendomi tirare fuori vanamente il telefonino per usarlo a mo’ di torcia durante il suo ingresso; finalmente, però, il leader della Wyatt Family si presenta sullo stage; il colpo d’occhio durante la sua entrata è veramente meraviglioso, qualcosa di molto suggestivo.

The Eater of Worlds intende rendere omaggio, a proprio modo, ai Brothers Of Destruction, ritenuti ormai privi di poteri e motivazioni ma…gong…si sente il ritocco della campana…gong…gong… e parte la celebre Graveyard Symphony e, con la folla in visibilio, ecco Undertaker e Kane che avanzano con loro lento incidere verso il ring; due icone di questa disciplina, due leggende, due eroi di infanzia sono lì, a pochi metri da me: un’emozione straordinaria e, fino a poche settimane prima, del tutto inaspettata.

Poco dopo, arriva la Wyatt Family e inizia la rissa, che si conclude con una doppia Chokeslam sul leader della Family, con il pubblico che non ha più voce per gridare.

La puntata si conclude con Undertaker e Kane che alzano i pugni al cielo, ma lo spettacolo continua all’uscita della Manchester Arena, con gli spettatori che continuano a fare cori.

L’indomani, si torna all’Arena (stavolta con la storica maglia Best In The World di CM Punk) per assistere a Main Event e Smackdown; la prima sorpresa è il dark match che vede opposti Viktor degli Ascension e nientemeno che Finn Balor, il campione di NXT con tanto di cintura al seguito. Durante l’ingresso, tutto il pubblico imita le pose dell’irlandese (uno dei pochi cenni di vita di un pubblico più smorto del giorno prima) e poi esulta alla sua vittoria.

Inizia poi Main Event, con un Adam Rose che si rivolge al pubblico in maniera furiosa per averlo illuso di essere una star, salvo poi scaricarlo pochi mesi dopo il suo debutto; ci pensa Jack Swagger a sconfiggere e mettere a tacere il fu Leo Kruger, con tutto il pubblico che “in a loud and clear voice” grida con lui: “We The People!”.

Dopodiché, arriva il momento in cui ho perso i lumi della ragione e ogni forma di autocontrollo: dopo 5 mesi di assenza dagli show televisivi che avevano ridotto al lumicino le mie speranze, entra Damien Sandow, per di più nella sua vecchia veste di Intellectual Savior of the masses, la veste che lo aveva reso uno dei miei personaggi preferiti in assoluto in WWE; credo di aver causato mal di testa e orecchie stonate al mio amico e a tutti quelli seduti accanto a me, ma dettagli.

Il colpo di grazia alle corde vocali arriva con l’ingresso successivo, l’altra sorpresa: THE ONE MAN BAAAAAAAAND, BABYYYYYYY!!!

Heath Slater, che da anni mi diverte come pochi, è il suo avversario; per me è un vero e proprio dream match. L’incontro si conclude in pochi minuti e Damien Sandow trionfa con una nuova mossa finale.

Il main event è l’incontro tra Becky Lynch e Sasha Banks, al cui ingresso spendo quel poco che resta della mia voce; quest’ultima vince e, finalmente, dopo due giorni di “Amazing” risuona nell’arena “Sky’s The Limit”, la theme song dell’ex NXT Women’s Champion.

Inizia quindi Smackdown, non prima di aver assistito all’ingresso di Booker T e Jerry Lawler; il pubblico più pacato ha reso l’atmosfera un po’ meno suggestiva del giorno precedente, ma lo show è stato comunque di buon livello.

I Wyatt aprono la puntata cercando di rispondere alla brutta figura rimediata il giorno prima, e lanciando la sfida ai Brothers Of Destrucion in vista di Survivor Series, con un Fandango che viene usato come carne da macello per Braun Strowman.

Neville, poi, affronta e sconfigge King Barrett avanzando nel Torneo per il Titolo Mondiale; quest’ultimo, resta sul ring e viene raggiunto da Undertaker, per un segmento che, solo una volta tornato a casa, scoprirò non essere stato ripreso dalle telecamere.

L’inglese provoca il Deadman in maniera irriverente, salvo poi beccarsi ben due Tombstone che lo mettono a tacere.

Arriva poi della grande sorpresa, in termini di risultati, con Kalisto che sconfigge Ryback con una Salida del Sol dal paletto, mentre Alberto Del Rio ha, prevedibilmente, la meglio su Stardust.

Il main event, invece, ha visto scontrarsi gli Usos, da una parte, e Luke Harper ed Erick Rowan dall’altra; il match, ben combattuto da entrambe le parti, si conclude per squalifica quando Bray Wyatt e Brawn Strownman intervengono a danno dei fratelli samoani, finché non si sente la voce di Undertaker che dichiara di accettare la sfida indetta dal leader della Wyatt Family.

Lo show televisivo si conclude, ma un’ultima chicca è riservata ai presenti, con l’hardcore dark match tra Bray Wyatt e Roman Reigns, vinto, ahimè, da quest’ultimo.

Uscito dall’Arena, dopo aver salutato il collega BazingaHWF (seduto nei sedili della fila accanto), si torna in hotel per preparare tutto in vista del ritorno a casa.

E’ stata un’esperienza fantastica (che spero di ripetere il prima possibile), una gioia continua dal primo all’ultimo minuto e tengo a ringraziare i miei colleghi di Zona Wrestling, in particolare coloro che ho avuto il piacere di conoscere dal vivo e che hanno condiviso con me questa meravigliosa avventura, ovverosia BazingaHWF e Simone Carroccia, i quali hanno reso l’idea molto più fattibile di quanto non pensassi, il mio amico Andrea, che mi ha accompagnato in questo viaggio senza esitazione alcuna, tutti i ragazzi e le ragazze che ho incontrato all’hotel e all’arena, ognuno dei quali sprizzava passione genuina per il wrestling da tutti i pori, e tutti i lottatori e le lottatrici che si sono fermati per una foto e per scambiare quattro chiacchiere.

Vedere la WWE dal vivo è qualcosa di indescrivibile per un appassionato, se avete l’opportunità di assistere ad un qualsiasi evento, fatelo, non ve ne pentirete affatto.

ChristiaNexus