Mark Andrews, classe ’92, wrestler britannico che parteciperà al primo WWE UK Championship Tournament, è stato intervistato da WWE.com.

Ecco cosa significherebbe per lui vincere il UK Championship:
“Spero che questo possa essere il “palco” per me per mostrare al mondo cosa fino ad ora si sono persi. E’ la mia occasione per mostrare al mondo per cosa mi sono allenato nel corso degli ultimi 10 anni. Sono un wrestler “high-flying”, ma faccio parte anche di una band e provo a incorporare quella presenza con tuffi sulla folla (stage diving) e cose del genere, nella mia prestazione. Baso la mia vita sul motto “una sola vita, una sola occasione”. Penso proprio a questo mentre si avvicina il torneo, che si vive una sola volta. Spero che i fans WWE sostengano questo.

Ha anche parlato sull’affrontare il collega e amico Pete Dunne:
“Questa per me è probabilmente la parte più speciale di questo torneo. Ho affrontato Pete Dunne nel suo primo vero match. Lui aveva 12 anni, io 14. Da allora, abbiamo lottato l’uno con l’altro costantemente in tutto il mondo. Quando lui aveva 19 anni e io 21, abbiamo fatto un tour di 10 settimane in America, lottando più che potevamo. Siamo stati in hotel per alcune notti. Dopo ciò, abbiamo dormito su divani e questa situazione è durata per tutto il tempo, venendo pagati 20 dollari, quantità davvero basse, giusto per sopravvivere. Ho viaggiato per tutto il mondo con Pete. Se non fosse stato l’uno per l’altro, probabilmente ora non saremmo dove siamo. Ho imparato molto da lui e spero che anche lui abbia imparato da me. Oltretutto, ragazzi come Tyler Bate, il quale Pete ha dato una mano negli allenamenti, è stato parte del nostro gruppo. Ragazzi come Dan Moloney e anche Trent Seven, erano lì con noi.

E ha spiegato il vantaggio di avere uno stile volante:
“Lo faccio, perchè, come ho detto, la Gran Bretagna è nota per un wrestling basato a terra, sul tappeto, mentre lo stile “high-flying” si trova più che altro in posti come Messico e Giappone. Avere un wrestler high-flyer in U.K. è una rarità. Questo lo considero come un vantaggio. E’ un modo semplice per sfuggire da lottatori “mat-based” [che si basano sulla lotta a terra, ndr], o comunque da lottatori pesanti in generale. Questo mi distingue dal resto del gruppo se posso volare e capovolgermi intorno al ring e intrattenere il pubblico mentre lo faccio.”