Ormai praticamente in pensione, si può dire che Mark Henry sia stato un wrestler di successo. Malgrado sia stato a lungo frenato dagli infortuni, Henry è riuscito a riprendere in mano le redini della sua carriera e a togliersi qualche soddisfazione in termini di titoli e di longevità sul quadrato alla fine della sua avventura in WWE.
Il wrestler texano è stato sotto contratto con la WWE per oltre un decennio, riuscendo anche a diventare campione del mondo nell’ultima parte della sua carriera. Un percorso non semplice, in cui Henry ha dovuto contrastare anche qualche idea non proprio riuscita del booking team. Lo conosciamo come “The World Strongest Man” ma c’è stato un tempo in cui la WWE si riferiva a lui come “Silverback”. Uno pseudonimo che deriva dai gorilla adulti, certamente simbolo di forza bruta e potenza, ma che chiaramente andava a coincidere con il classico spregevole paragone tra primati e persone di colore, grave insulto razziale.
“Non mi piaceva” ha commentato Henry, “Sono andato dagli autori e gli ho detto ‘Non potete rivolgervi ad una persona di colore come ad un Silverback. Non sono una scimmia. Questo schifo finisce qui”. Henry ha raccontato di aver ricevuto l’appoggio di Vince McMahon alla sua richiesta: “Se non ti senti a tuo agio con questo modo di raccontarti allora dillo agli autori” gli avrebbe raccomandato il Chairman.
Oggi forse la WWE non avrebbe nemmeno considerato un soprannome del genere per un suo atleta, ma all’epoca la sensibilità verso determinati temi era probabilmenet inferiore e questi incidenti potevano ancora capitare.