Intervistato da Sam Roberts nel suo podcast, Marty Scurll ha parlato del perché ha firmato con la ROH, del WWE UK Championship Tournament e perché Jack Gallagher porti un ombrello con sé nel ring.

Riguardo la sua firma con la Ring of Honor:

“La cosa che mi affascinava della ROH è che l’intera promozione si basi su ciò che si fa nel ring. E ho pensato che il mio personaggio abbia un enorme potenziale da per fare cose fantastiche, e affascinare il pubblico più di qualsiasi altro match. Volevo una piattaforma per mostrare tutto ciò, e mi è sembrato che la Ring of Honor mi avrebbe dato la libertà, la creatività e la piattaforma per farlo”.

Sul WWE UK Tournament:

“E’ stato un momento grandioso per il mercato inglese, ed una situazione magnifica per tre dei miei migliori amici: Pete Dunne, Trent Seven e Tyler Bate. Pnso, però, che un torneo come questo mi sarebbe andato stretto. Senza pavoneggiarmi, non voglio essere uno di 16 o uno di 82 partecipanti. Voglio fare tutto al meglio e al massimo, e questa è una delle principali motivazioni per cui ho firmato per la ROH. Non voglio essere uno in un gruppo. La ROH non aveva alcun lottatore inglese, e non solo non c’è mai stato uno come me lì, non c’è nessuno che sappia fare promo come me, lottare come me. Il mio personaggio è abbastanza unico nel suo genere, quindi questo era molto importante per me. Ho pensato che potessi emergere, e mi ha influenzato molto”.

Perché Jack Gallagher porta un ombrello sul ring?

“Ho saputo che è un enorme fan di Marty Scurll! Lo deve essere! Alla fine della fiera, se sei giovane e vai a lavorare in una nuova federazione e vuoi farti una nomea, e lasciare qualcosa nel pubblico, devi utilizzare ciò che va di moda in quel momento. Io ho usato elementi da persone che ho sempre ammirato, tipo Roddy Piper, CM Punk e Terry Funk, ed è ovvio che accada”. 

 

Come rende la sua gimmick più unica delle imitazioni?

“E’ una sfida per me, ed è anche per questo che sono emerso dal gruppo. Non c’è nessuno come me perché io rendo ogni cosa che faccio assolutamente mia in modo tale da renderla differente da come la farebbe chiunque altro. Se vedo qualcuno fare qualcosa che faccio io allora penso ‘Ok, non lo farò più”.