In una recente intervista a Talking Tough, il WWE Hall of Famer Mick Foley ha discusso di vari argomenti, tra cui il match della sua carriera di cui va più fiero, perché è grato che non esistessero i social network ai tempi dell’Hell in a Cell del 1998 contro Undertaker, e tanto altro. Il match a cui fa riferimento Foley è uno dei più estremi della storia della WWE, poiché venne gettato da Undertaker dalla cima di una gabbia d’acciao di 5 metri, per ben due volte, riportando diversi danni su tutto il corpo. Un match così violento per gli standard del tempo che, secondo lo stesso Foley, deve avergli accorciato di qualche anno la sua aspettativa di vita.
Sul match di cui va più fiero
“Non è uno di quelli che la gente ha visto o che ricorda. Era in Giappone contro Terry Funk…Quella sera c’era poco pubblico. […] 150 fan in una piccolo palazzetto. È stato il mio primo barbed wire match (N.d.T. Un incontro dove le corde del ring sono sostituite dal filo spinato). Terry si preparava nello spogliatoio dei wrestler giapponesi, si era integrato nella loro cultura. Quindi non avevo avuto tempo di parlarci su cosa fare. Fu così che provammo qualcosa direttamente nel match, che lo rese speciale. Fu un incontro spettacolare! […] È quello di cui vado più fiero perché c’erano pochi spettatori, pochi soldi, ma sembrava come se quella notte le avessimo gettate noi le fondamenta di quella promotion. Per questo ne vado fiero.
“Sul perché è felice che non esistessero social al tempo del famigerato Hell in a Cell
“Mi stavano portando via in barella. Non sapevo se sarei riuscito a rialzarmi, ma dissi ad Undertaker che nel caso l’avrei fatto. Anche se poi stavo salendo sulla cella per la seconda volta, pensai ‘Beh, almeno la parte più brutta della serata è conclusa’. E poi andò anche peggio, fu una serata assurda. Fui fortunato, credo, che non ci fossero social media, perché con tutta probabilità avrebbe fatto tendenza un paio di giorni per poi sparire nel dimenticatoio. Al contrario, iniziò diventare una cosa sempre più grande, come una valanga che viene giù dalla montagna. Sai, passati sei mesi, era diventato ancor più grande di quando era successo. Ciò che mi ha colpito è che sia diventato parte della cultura popolare. Non solo americana, ma mondiale. Se guardi dei mondiali e assisti a un 3 a 0, all’improvviso saltano fuori i meme di Jim Ross che urla ‘Somebody stop the damn match!’ (N.d.T ‘Qualcuno fermi il dannato match!’, una delle frasi più celebri di Jim Ross durante l’Hell in a Cell tra Foley e Undertaker). […] Ho odiato a lungo buona parte di quel match perché non volevo che la gente mi associasse solo a quello. Tuttavia, col passare del tempo e con le tante domande che mi vengono poste al riguardo da gente che in quel periodo non era ancora nata, ragazzini di 10 o 12 anni, beh, ho capito di essere davvero fortunato ad essere ricordato.“