Sono passati venticinque anni, fra 5 giorni. Quel giorno, il 13 ottobre del 1995, i bestioni non c’erano. Mancavano i due metri di Scatt Hall, Kevin Nash e Hunter. Mancavano i loro kili. Era tutto finito da poco, un House Show scialbo, come tanti, ancora di più in quei giorni nei quali tanti ragazzi erano in Europa, per un Tour importante. La macchina era affittata e il giorno dopo avrebbero avuto un altro House Show, a pochi chilometri. Birghamton, New York, distava poche ore da Syracuse, sempre New York. Quindi la fermata, immancabile, in uno di quei bar luminosi, era ancora più comoda. Erano in tre, 1-2-3 Kid, aka Sean Waltman, altro membro della famigerata Kliq, e Davey Boy Smith, l’uomo che quella sera Shawn Michaels, il terzo e ultimo uomo, aveva sconfitto conservando la cintura di campione intercontinentale, lo stesso uomo che anche la sera dopo avrebbe sconfitto mantenendo la cintura di campione intercontinentale, o almeno, che avrebbe dovuto sconfiggere.

Già perché non tutto andò secondo i piani. Quella serata che doveva essere una festa, come sempre veleggiata su un fiume di alcol, non andò nel verso giusto, anzi, prese proprio una piega pessima.

La piega non ha un nome, o almeno non lo si conosce. Ciò che sappiamo è che ballava in mezzo alla pista, sinuosa e sexy, con la pelle velata di sudore e i capelli che si muovevano aggraziati, facendo risaltare forme giovani e vive. La notarono tutti. La notò Shawn Michaels, un trentenne che si credeva onnipotente in quel periodo della sua vita, soprattutto perché era abituato a essere circondato da tre colossi. Tre colossi che però, come detto, quella sera non c’erano.

Qualcuno in quel bar quella ragazza l’aveva già notata, e l’aveva fatto parecchio tempo prima. Era un ragazzo, un marine, che si chiamava Douglas Griffith. A Douglas non piacque affatto il comportamento di HBK, che nonostante gli avvertimenti indiretti, per esempio del padrone del locale, Tony Alberti, e di sua moglie, Donna Jones, continuava ad “importunare” la giovane ballerina.

Alla fine Alberti e sua moglie riuscirono a convincere HBK e soci a lasciare il locale prima che scoppiasse una rissa, e la donna li condusse alla macchina con l’intenzione di portarli via. Ci volle un sacco di tempo. I tre erano ubriachi fradici e a quando si dice, l’alcol faceva il palio nei loro corpi con svariate medicine e antidolorifici, e chissà con cos’altro. Alla fine però la donna riuscì a farli salire in macchina, ma mentre si apprestava a partire, le cose cominciarono a mettersi male.

Griffith, infatti, aspettava Shawn, Davey e Shawn fuori dal locale. Conosceva Donna e le chiese per quale motivo stesse andando in giro con quel gruppo di Wrestler falliti, che altro non erano, secondo lui, che delle false Superstar. Questo bastò a far scattare la scintilla. Una scintilla, però, ben presto spenta. I colpi dei Pro Wrestler, per la vergogna divina di dei della strada come Harley Race o Haku, arrivarono malamente a segno e mentre due amici, anche loro marine, tenevano a bada Davey Boy Smith abbastanza facilmente, Griffith massacrava HBK. Senza pietà. Gli schiacciò la testa fra sportello e macchina, lo colpì al volto con gli scarponi militari, lo malmenò con calci allo stomaco.

Quando Davey Boy Smith riuscì a liberarsi, allontanò il marine che accidentalmente gli mise un dito nell’occhio cercando di colpirlo. Sean Waltman, invece, scappò, senza ferite od occhi neri, ma senza orgoglio.

Non che gli altri due l’orgoglio lo conservarono, si chiaro, ma per lo meno le ferite di guerre le portavano sulla pelle. Alla fine Donna Jones riuscì a portarli dai paramedici e poi in albergo. I tre marine se ne andarono e probabilmente in quel bar non avrebbero più rivisto Pro Wrestler, per lo meno non uno di quei tre.

La cosa ebbe strascichi, in tutti i sensi. HBK, come detto campione intercontinentale, dovette lasciare la cintura. A vincerla fu Dean Douglas. Nel Backstage la storia venne raccontata e discussa e i tre membri della Kliq impegnati in Europa quella notte, se la presero con Waltman e Smith per non essere riusciti a difendere Shawn Michaels. Entrambi ammisero le loro colpe ma dissero che proprio come lui, erano profondamente ubriachi. Non fa nulla se poi venne fuori che Sean Waltman l’unico che fece fu mandare al vento qualche calcio alto con l’intento di non prendere nessuno, o che tirò fuori la scusa di essersi voluto fasciare le mani per non rovinarsi le nocche. Non fa nulla se Davey Boys Smith, uno degli uomini maggiormente pushati come Power Wrestler nella WWF, non riuscì a sbarazzarsi di due ragazzini, seppur militari.

Anche Vince McMahon si arrabbiò molto e la versione che ne tirarono fuori, fu che i marine erano in realtà nove. In nove fecero due occhi neri a Shawn Michaels. L’avvocato dei marine minacciò di tirare fuori gli steroidi i un’eventuale causa, cosi Vince McMahon decise di convincere HBK di evitare la denuncia. Il tutto finì dimenticandosi e il polverone sollevato diede l’opportunità di mandare ancora più Over Shawn, che di li a poco avrebbe vinto la sua seconda Royal Rumble consecutiva e avrebbe poi vinto il titolo WWF a Wrestlemania. Insomma, tutto, alla fine, andò bene per loro.

E fu questa la stessa identica osservazione di Robert Mascari, avvocato dei militari: “Avremmo dovuto fare causa noi, tutto andò bene a loro, che fecero i milioni un anno dopo”. Forse si Robert. Forse è per questo che loro sono diventati Vince McMahon e Shawn Michaels.

Le critiche però, non mancarono dentro il Business. Bill Watts ha affermato pochi giorni dopo, che avrebbe licenziato entrambi se fosse stato in suo potere, perché avevano perso. Jim Ross disse che, anni a dietro, perdere una rissa in un bar significava essere dei deboli. Tutti i veterani non la presero bene e, come già accennato, chissà che cosa avranno pensato Haku, Harley Race o Jim Neidhart, quelli che, quando qualcuno li chiamava false Superstar, non davano tempo a nessuno di aspettarli fuori, perché sarebbero stati loro a non aspettare, nemmeno un secondo.