Nell’ormai lontano 2011 debuttò in WWE un nuovo luchador messicano chiamato Sin Cara; ad interpretare quella gimmick era Luis Ignacio Urive Alvirde atleta di spicco in Messico e conosciuto con il ringname di Mistico. La sua esperienza a Stamford non fu certo da ricordare e dopo 3 anni lasciò la federazione in rapporti tutt’altro che buoni. La WWE decise poi di mantenere in vita la gimmick di Sin Cara affidandola ad un altro atleta, ossia Hunico poi anche lui licenziato nel 2019. In una recente intervista con una tv messicana, il Sin Cara “originale” ha parlato dei suoi trascorsi alle dipendenze di Vince McMahon non escludendo un ritorno in futuro.

“Tornerei per zittire i critici”

Dopo la tutt’altro che memorabile esperienza in WWE, il Sin Cara “originale” è tornato in Messico tonando ad essere un atleta di primo piano utilizzando il ringname di Caristico. Il messicano in questi anni non ha mai dispensato dure critiche alla WWE dicendo di essere stato vittima di razzismo. Secondo quanto riportato da Wrestling Observer Newsletter, il wrestler, oggi 38-enne, ha nuovamente parlato delle sua esperienza in WWE in una recente intervista ad una tv messicana. Ecco le sue parole: “Tengo per me quell’esperienza. Sono una persona grata, qualsiasi cosa succeda. Mi diedero una opportunità per una ragione. Videro in me qualcosa e di questo gliene sarò sempre grato. Nonostante tutto ricordo con piacere quell’esperienza. Cosa successe? Molte cose, ma il razzismo è quella di cui si è parlato di più. Si, sono stato vittima di razzismo. Non ebbi ciò che mi era stato promesso. All’improvviso iniziarono a limitarmi sul ring. Gli dissi ‘Se mi avete messo sotto contratto è perchè avete visto che ho del talento’. Mi misero sempre più da parte. Il razzismo fu la ragione. Ci sono persone in WWE che non vogliono che i loro talenti nord americani vengano messi in ombra. Ero una star in Messico, in WWE non mi diedero ciò che meritavo. E’ andata come è andata. Se un giorno la WWE dovesse cercarmi di nuovo non direi di no. Tornerei in WWE per zittire i critici”.