Torno a riprendere un discorso interrotto dopo quasi un anno. Voglio prendermi un po’ di spazio e aprire un mio personale nuovo capitolo nella mia storia di sul web. Ho iniziato, scrivendo per tanti anni di TNA, quando ci credevo davvero che potesse essere qualcosa di rilevante, ed in parte lo è stata pure, ed aprirne un altro: proviamo insieme a ragionare della nuova forza trainante del wrestling mondiale, proviamo a “fare cultura” sulla NJPW.

Vorrei fare questa premessa, nella speranza che l’approccio a questo pianeta culturalmente lontano anni luce dalla WWE sia il più sano possibile. Personalmente, e come me molte altre persone nel mondo, vedono tanto wrestling e lo considerano un’arte e come tale la considero. Ciò che vediamo nel ring durante un match, può essere, come in alcune discipline sportive come il pattinaggio artistico, tradotto in cifre con parametri che sono oggettivi, allo stesso tempo il resto deve e può essere lasciato al gusto dello spettatore.
La premessa l’ho sentita necessaria perché la New Japan Pro Wrestling assolutizza questo concetto più di chiunque altro, soprattutto per chi ha negli occhi la WWE e poco altro. Negli anni, la crescita, è stata così impressionante da averci regalato l’anno passato, un’annata straordinaria e il buzz mediatico ha portato molte persone ad avvicinarsi al prodotto.
Per analizzare una compagnia di wrestling conviene sempre partire dal campione, nel nostro caso “tale” Kazuchika Okada, “l’uomo che sta facendo piovere soldi” sulla compagnia di Tokyo. Per parlarne non voglio dare niente per scontato.

Allenato da una vecchia conoscenza della WWE, Ultimo Dragon, passa dalle parti della TNA nel 2010 circa e non viene considerato. Uno dei migliori talenti della sua generazione, a perdere tempo nello show secondario, ancora ringraziamenti sentiti a Scott D’Amore.
Tornato in Giappone inizia l’ascesa, vince titoli, match storici, diventa il volto della New Japan e si carica sulle spalle un intero movimento. Arrivando velocemente alla recente attualità, campione IWGP Heavyweight dal luglio 2015.
La NJPW ha costruito il suo recente successo puntando su pochi ma incisivi punti, il fatto che abbia fatto breccia nel mercato mondiale, è stato un piacevole imprevisto per la compagnia nipponica. E se non avete capito che Okada è la fottuta roccia su cui hanno costruito tutto, gli ultimi dieci anni di WWE vi confuso più del dovuto.
Dimostrazione del successo imprevisto è ancora l’incapacità di proporre un network neanche vicino agli standard minimi. Hanno per le mani il prodotto più caldo del business degli ultimi dieci anni e sono indietro dieci anni sul fronte social e web.

Il fatto è che se riesci a poter pescare dalle compagnie che operano nel tuo paese, giovani talenti come Okada, Naito, Tanahashi, Shibata, Ibushi e Nakamura, per citare i più in vista per varie ragioni, vuol dire che hai già spostato il piatto della bilancia dalla tua parte e fatto straordinariamente fruttare gli investimenti mirati sulla nascita di talenti homemade. Approccio autoctono tipico del Giappone di un tempo, ma che mai passa di moda da quelle parti.
Okada è il proseguo di una storia e di una tradizione, fate pace con questo. Abbiamo sofferto così tanto la scelta dell’uomo immagine Roman Reigns in WWE negli ultimi anni, che ci siamo dimenticati che quando una compagnia sceglie un solo uomo immagine per lungo tempo, non sempre è un male. In Giappone, per anni, le varie compagnie hanno puntato su pochi nomi, estremizzando la questione negli anni di Inoki.
Rendere Okada un “icona pop” in un Giappone che, rispetto al passato, aveva perso interesse per il wrestling è stata ed è la scelta migliore possibile. Non si è trattato di un passaggio di consegne, alla Austin-Rock a John Cena, è stato radere al suolo tutto e ripartire da zero.

Se rilasci una dichiarazione del genere “Se la gente pensa che il Giappone sia un piccolo stagno, allora ricostruirò lo stagno con le mie stesse mani e lo renderò grande come l’Oceano Pacifico”, vuol dire che hai gli attributi per reggere tutta la pressione del mondo. Permettere al mondo intero di associare il tuo volto alla compagnia per cui lavori è la tattica di marketing più vecchia del mondo. È bastato scegliere il migliore.
In tutto questo non ho citato il fattore Kenny Omega, ma concedetemi questo editoriale di rientro come fosse un manifesto di intenti più che una analisi sulla stretta attualità. Di Wrestle Kingdom è stato detto di tutto e di più, la prossima volta che mi leggerete sarà passato New Beginning in Sapporo e sicuramente vedremo cose interessanti.