Sì è spento in silenzio, senza molto clamore, complice anche il 10° anniversario della scomparsa di Benoit, una morte talmente assurda che ancora ci sconvolge oggi.

Ma il 23 Giugno una pagina importante del Wrestling Hardcore giapponese e non solo si è spenta all’età di 66 Anni: Tetsuo Sekigawa, alias Mr. Pogo, “L’imperatore dei Death Match” come amava farsi definire, è morto durante uno dei tanti interventi chirurgici che negli ultimi anni aveva dovuto subire per rimediare ai tanti danni e infortuni fatti nella sua lunga e devastante carriera di wrestler Hardcore.

 

Nato nel 1951 a Isesaki, Gunma, Pogo aveva debuttato nel 1972 in NJPW, dopo essersi allenato nel loro Dojo; l’anno successivo è mandato negli USA, a lottare in Stampede e nel circuito NWA; verso la fine degli anni 70 si fa notare e inizia a lottare contro atleti come Kevin Sullivan, Blackjack Lanza, Ted DiBiase e arrivano anche i primi titoli.

Nel 1985 torna in Giappone in NJPW, Ma negli USA e in Centro-America ha conosciuto il Wrestling Hardcore e capisce che può essere un’occasione da sfruttare; l’occasione gli arriva nel periodo 89-90, quando, come altri atleti, approda nella FMW fondata dal “Padre Eretico” dell’Hardcore giapponese Onita.

(Pogo in FMW)

Insieme a Tarzan Goto, Onita e Matsunaga, costituirà lo schieramento di punta della FMW, con alcuni dei Deatmatch più assurdi mai visti nella storia del Puroresu: come l’Exploding Barbed Wire Cage Deatmatch contro Onita nel 1993 o il Fire Deatmatch contro Matsunaga nel 1992 in W.I.N.G, solo per citarne alcuni.

Di Pogo il pubblico apprezzava l’insana follia e crudeltà: esteticamente sgraziato, con la pancetta, un face-paint che più che omaggiare il Kabuki, sembrava percularlo, i cavalli di battaglia di Mr.Pogo era il suo inseparabile falcetto con catena (chiedete a Masato Tanaka e alla sua schiena, ancora oggi mi sento quasi male quando Pogo gli pianta la lama DENTRO la schiena durante un loro scontro) e le Fire Ball a tradimento che sparava in faccia agli avversari, il tutto con un sadico sorriso a 360 denti che nemmeno il Joker di Killing Joke.

Terry Funk, Masato Tanaka, Hayabusa: tutti sono passati sotto i colpi di questo folle Profeta dell’Hardcore giapponese, secondo per follia e allo stesso tempo aura di mistico solo ad Onita.

Pogo come Onita e molti altri non si sono arresi alla fine della FMW e hanno continuato a portarne lo “spirito” in altre avventure e sigle (Pogo è apparso diverse volte in tutti i progetti “celebrativi” di Onita); nel 2005 l’ultimo Match ufficiale, ma le rimpatriate e i One More Match non sono mai mancati, complice quella sindrome da Randy The Ram che anima ogni veterano del ring, fino alle ultime apparizioni nella serie di show prodotti dall’amico/rivale Mr. Gannosuke nel 2012.

Pogo se n’è andato prima del ritiro di Onita, che avverrà nell’Ottobre di quest’anno: sicuramente avrebbe voluto esserci all’ultimo Match del suo collega/amico/rivale di tanti scontri in FMW, anche lui, come Onita, ha avuto la sua “seconda chance” con l’Hardcore; un tipo di Wrestling che appare ancora ben lungi dall’essere morto, vedendo la scena internazionale.

Se la WWE ancora tende ad anestetizzare i Match “extreme” (guardatevi l’Ultimo PPV a tema “Hardcore”), realtà come Impact e Lucha Underground tengono ancora alta la bandiera internazionale delle stipulazioni estreme, così come ancora in Messico la LUcha Extrema è ancora molto in voga e con ottimi maestri (Pentagon Jr. ne è un esempio calzante) e anche in Europa e nelle Indies USA (Jimmy Havoc e Matt Tremont, giusto per fare due nomi, ottimi wrestler oltre che straordinari profeti estremi) e anche in Giappone, nonostante la occidentalizzazione della NJPW e altre compagnia in ripresa ma distanti dalla “filosofia eretica”, BJW e altre realtà minori tengono alta quella bandiera.

 

Riprendo la frase con cui la Pagina FB Best Of Wrestling: Extreme & Ultraviolent match ha salutato la notizia della morte di Pogo:

“Oggi il Paradiso è un po più violento”.

 

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Enrico Bertelli “Taigermen”