In tempi moderni è molto pericoloso cambiare nome ad un atleta “straniero”. L’accusa di razzismo verso chi “tratta diversamente” gli atleti non nati su suolo nazionale è sempre dietro l’angolo, e sembra abbia colpito la dirigenza quando in origine a Mustafa Alì fu rimosso il primo nome, di chiare origini mediorientali. Eppure l’atleta stesso ha smentito queste voci, relegandole al rango di semplici illazioni, dichiarando su SportsKeeda: “Credo che la gente prenda troppo personalmente le cose. Io sono particolarmente legato al nome Mustafa, significa molto per me, ma la dirigenza non ha pensato ‘Vogliamo avere problemi con questo ragazzo per cui togliamogli il primo nome’. È stata una decisione oculata”.
Un favore ai fan
L’atleta, che oggi risulta il primo contenente al titolo intercontinentale di Gunther, e che sembra stia vivendo una personale “rinascita” all’interno della compagnia, ha proseguito dicendo che tale scelta era mirata a favorire il “sostengo del pubblico” ad Alì, quindi per motivi decisamente opposti. La compagnia avrebbe rimosso il primo nome per ovviare ad un “intoppo” che si verificava nei cori del pubblico, spesso indeciso se inneggiare il nome di “Mustafa” o “Alì“. Il lottatore ha chiarito che “Questa situazione capita spesso. Hanno ritenuto che, se hanno un solo nome da decantare, sono più propensi a farlo. Ma poi ho chiesto che potessero riferirsi a me con un solo nome, mantenendo però il nome completo. Fu così deciso ed ha funzionato”.