Tornato in occasione della Royal Rumble, la nuova avventura di MVP in WWE sta andando molto meglio di quanto preventivato, con il suo ruolo di manager di Bobby Lashley che sta ottenendo palcoscenici sempre più importanti. Il wrestler era mancato tanti anni dalla corte di Vince McMahon lavorando per molte compagnie come per esempio Impact Wrestling.

Interessante pensare che MVP non doveva nemmeno tornare davanti gli schermi televisivi. Qualche settimana dopo la Rumble, infatti, avevamo annunciato che probabilmente quello che avrebbe combattuto di lì a poco a Raw sarebbe stato il suo ultimo match. La volontà di cambiare ruolo era emersa anche sui social dell’atleta che aveva in un certo senso salutato il suo pubblico prima di calarsi nei panni del producer.

MVP Riconoscente a Vince McMahon

MVP ha raccontato ai microfoni di Lilian Garcia e del suo podcast di quanto sia riconoscente a Vince McMahon per la sua carriera: “La WWE mi ha dato l’opportunità che la società non mi avrebbe mai dato. Quella di avere un salario minimo, Vince McMahon mi disse ‘Vero, hai fatto delle cose sbagliate, ma tutti qui hanno un’opportunità. Tu te la sei meritata’. Mi ha dato la possibilità di diventare un wrestler conosciuto internazionalmente e così mi sono riscattato anche verso la società”.

MVP in prigione

MVP, il cui nome di battesimo è Alvin Antonio Burke Jr. è nato a Liberty City, nei dintorni di Miami e suo padre era un agente di polizia. Si è unito ad una gang quando aveva solo 12 anni, che da band di ragazzini che facevano graffiti si è presto trasformata in una vera banda criminale. Ha trascorso sei mesi al riformatorio dopo un furto e a 16 anni è stato condannato ancora una volta per pene molto più gravi: rapina a mano armata e rapimento. La pena è stata di 18 anni e mezzo, di cui solo 9 realmente scontati. Durante la prigionia si è convertio all’Islam e ha cambiato nome in Hassan Hamin Assad.