‘Cause my monsters are real, and they’re trained how to kill
And there’s no comin’ back and they just laugh at how I feel
And these monsters can fly, and they’ll never say die
And there’s no goin’ back, if I get trapped I’ll never heal
Yeah, my monsters are real
Perché i miei mostri sono reali e sono allenati ad uccidere
E non c’è via di fuga e loro semplicemente ridono per come mi sento
E questi mostri possono volare, e non diranno mai “muori”
E non c’è via di fuga, se vengo intrappolato non guarirò mai
Sì, i miei mostri sono reali
Così recitava un passaggio di una splendida canzone degli Shinedown, dedicata ai “mostri interiori” che ci popolano e ci fanno diventare “mostri” a nostra volta.
In questo editoriale volevo parlarvi degli ultimi fatti accaduti in MLW, ma non ho resistito a non parlare di una cosa che riguarda il presente e probabilmente il futuro della presenza di un lottatore nella federazione.
E’ sulla bocca di tutti la situazione che ha fatto emergere accuse di violenza domestica nei confronti di Davey Richards, accuse che Richards nega (o ha negato inizialmente), che ha portato in poche ore diverse realtà a rescindere il contratto con il lottatore (OTT, Prestige Pro, Team Ambition) e lo stesso Richards ad annunciare il ritiro dal Wrestling.
La Notizia ha sconvolto i fan del lottatore e diversi colleghi, con l’ambiente già scosso dalle vicende che avevano portato all’arresto in Messico del wrestler AAA Cuatrero, accusato di tentato femminicidio della compagna e wrestler Stephanie Vaquer.
Purtroppo episodi come questo non sono una rarità nel mondo del Wrestling, riportano alla memoria molte altre vicende, recenti e passate, così come non è nuovo, nell’immediato, l’effetto “terra bruciata” che si crea intorno a queste persone (basta ricordare quanto avvenuto con Starr, Ryan, Havoc e Scurll dopo l’esplosione del fenomeno #speakingout, ad esempio). Molto probabilmente, anche la MLW a breve annuncerà la rescissione del contratto con Richards, che sicuramente non vedremo ai taping di Aprile.
Parto con una ovvia premessa: Se confermato, Richards merita di pagare dal punto di vista legale e morale quanto fatto, come merita di essere tagliato fuori dalla scena, in questo momento; le azioni legali intraprese dalle federazioni e promotion fatte a seguito di quanto sta emergendo, sono le uniche possibili da fare e che, fan e opinione pubblica, si aspettavano fosse fatte.
Però spero e mi aspetto le stesse, una volta che il riflettore sulla vicenda di Richards si spengeranno, facciano anche un’altra cosa: lo aiutino.
Perché è facilissimo, sui social e nei commenti alle news, scrivere e augurare ogni male possibile a chi compie questo genere di reati ed atti (un riflesso quasi pavloviano), meno scrivere che, oltre alle dovute punizioni, il soggetto autore di questi atti venga preso e seguito da persone e specialisti; non è una giustificazione, quello che sto scrivendo, ma un dato oggettivo: spesso dietro a questo genere di azioni e reati, si nasconde pregresse violenze subite o assistite, da chi le compie.
Abusi domestici, scolastici, sul luogo di lavoro, patite nell’infanzia o nell’adolescenza, spesso nel cerchio dei familiari e parenti. un cerchio che spesso è difficile, senza un aiuto e un sostegno, interrompere e chiudere, che si espande e “passa” di generazione in generazione, di padre o madre in figli.
Oltre alla pena giudiziaria, spero e auspico che Richards, ma anche Cuatrero, vengano messi davanti a un percorso di recupero e aiuto psicologico, che non vengano lasciati solo con loro stessi e con il “mostro” dentro di loro; perché spesso, per soffocare quel mostro, ci si affida ad altri mostri e “demoni”, come l’alcool, le droghe o, nel caso dei wrestler, spesso ad abuso di medicine e antidolorifici.
L’abbiamo letto troppo spesso, abbiamo visto e rivisto troppe volte questo copione, abbiamo letto troppe volte “si poteva evitare questa tragedia, i segnali erano evidenti”; spero che, chi di dovere, aiuti Richards ad affrontare questi “mostri”, per lui e anche perché, se confermate le accuse, non possa più ripetere quanto fatto e non possa più nuocere a se stesso e agli altri.
I mostri sono reali. E fanno più paura di quelli immaginari.
Enrico Bertelli “Taigermen”