In queste righe, mi è stato affidato il compito di parlare di un lottatore, anzi del lottatore che riuscirà ad avere maggiori soddisfazioni nel 2017 e ovviamente, non avendo la sfera di cristallo, darò il mio parere, che sicuramente, a fine anno non si sarà realizzato…o forse sì…
Trovare l’equilibrio tra il tifo, la simpatia e la realtà è sempre difficilissimo e quasi mai riusciamo a sintetizzare in un nome le aspettative per l’anno che verrà. Mi viene in mente il gennaio dello scorso anno, dove i rumors per il debutto di AJ Styles, si spegnevano in un pessimismo cosmico… ”Perché figurati se gli fanno vincere qualcosa dopo essere stato il volto della TNA”. Ed è stato in modo praticamente unanime indicato come wrestler dell’anno. Adesso quindi, capite la “pressione” che mi mette addosso questo giochino.
Veniamo da due anni in cui la WWE non è riuscita per diverse variabili a concretizzare il piano di sostituire John Cena con Roman Reigns. È indicativo del fatto che abbiamo superato una delle pietre miliari di tutta la storia, praticamente il dogma che ha guidato l’opera di Vince McMahon da sempre: un solo lottatore non salva una compagnia. Ma è ormai un “movimento” con più correnti stilistiche che deve essere la spina dorsale di una compagnia come la WWE. Ormai, parliamoci chiaro, anche la suddivisione tra prodotti del vivaio WWE e prodotti Indie, è troppo limitativo. Il pubblico di appassionati è ormai composto da persone che non devono cercare su Google chi è Bobby Roode o Shinsuke Nakamura e di conseguenza, io credo, che la conoscenza e cultura dello spettatore medio del prodotto wrestling si sia alzata negli ultimi anni.
Questo vuol dire che la frammentazione e la forbice dei gusti si è allargata in maniera impressionante, rispetto a dieci o quindici anni fa. Posso gradire Dean Ambrose o Seth Rollins, ma allo stesso tempo non posso dire che Sami Zayn o Kevin Owens siano dei pessimi lottatori. Questo per dire che se in passato era molto più facile trovare un volto che sinterizzasse questa “forbice”, adesso è praticamente impossibile. Penso di non dire una fesseria, dicendo che se Roman Reigns avesse avuto il suo apice nel 1995 e non nel 2015, avrebbe funzionato senza problemi.
L’immagine che accompagna l’articolo vi ha fatto magari storcere il naso o magari no. Alla fine, come dicevo all’inizio si tratta di un giochino, che ci fa divertire all’inizio di ogni anno, che vale come indicare il nostro favorito per la Rumble, per il Money in the Bank o sul prossimo ritorno o debutto importante. E se devo stare al gioco, quello di dire solo un nome, dico Finn Balor. Lo dico ricordando il trattamento che ha avuto nel debutto nel main roster e la vittoria del titolo Universal allo scorso Summerslam e la sensazione che la WWE voglia riprendere il discorso interrotto bruscamente in estate. È un lottatore apprezzato in maniera universale e ha il potenziale, non solo di poter dare tantissimo come lottatore, ma anche di riuscire ad integrarsi perfettamente in storyline già pronte che richiamino il suo passato giapponese e che lo possano aiutare ad avere un presente e un futuro importante anche con sfidanti inediti.
Limiti ne ha mostrati e li mostrerà anche al suo rientro, ma voglio credere che non verrà abbandonato totalmente, tenendo in considerazione che a metà a anno ci sarà quasi sicuramente il draft e chissà cosa potrebbe succedere, ma a quel punto non mi aspetto niente di meno di un match importante per lui a Wrestlemania, magari in un virtuale passaggio di testimone tra il migliore del 2016, AJ Styles e quello che, forse, potrà essere il migliore del 2017…