Cosa può spingere una federazione a mettere sotto contratto un ragazzo di appena 16 anni? Lungimiranza, certo. Ma anche la paura di farselo scappare via. Perché Nick Wayne di talento ne ha tantissimo e ultimamente si sta allargando a tal punto che tutti gli occhi sono su di lui grazie alle prestazioni in GCW e DEFY.

Chi è Nick Wayne

Nick Wayne è figlio di Buddy Wayne, una vita nelle indy del circuito NWA ed impegnato di tanto in tanto in alcune comparsate in WWF e WCW. Non ha ottenuto tantissimo in termini di vittorie, ma grazie alla sua professionalità ha potuto mettere su una accademia di wrestling nel quale il figlio è cresciuto.

Accademia in cui Buddy è pure morto, durante un allenamento, per un attacco di cuore. Paradossalmente da qui parte la storia di suo figlio Nick, che all’età di 12 anni e appena due mesi dopo il lutto debutta in uno show di wrestling. Al tempo aveva già maturato ben tre anni di allenamento dopo essersi appassionato per tanto tempo agli incontri nipponici e della vecchia NWA.

Eppure non sono né il chain e né lo strong style il suo parco mosse. È innamorato di Rey Mysterio e Eddie Guerrero, che proprio come lui iniziarono giovanissimi a lottare. Predilige l’high-flying e dimostra, show dopo show, che la giovane età non è un limite, anzi. Per migliorarsi, segue tanti match di Will Ospreay, che diventa il suo idolo e maestro.

I promoter impazziscono per lui

Ha solo 16 anni quando si ritrova a combattere contro Petey Williams e Alex Shelley. Ha solo 16 anni quando combatte un incontro di oltre 30 minuti contro Joey Janela. E tutto d’un tratto il colpo di fulmine: i promoter fanno a gara per chiamarlo, alzando la posta in palio. Nel giro di 4 mesi combatte in 10 promotion diverse e pure la GCW se lo accaparra per i suoi spettacoli.

Basta il talento per essere chiamati? Non solo. Nick Wayne piace. Piace molto al pubblico, e in poco tempo diventa uno dei babyface più ricercati. A tal punto che i veterani non si pongono problemi a chiedere un match con lui, e non viceversa. Si arriva così agli scontri con Christopher Daniels, Shane Strickland, Tony Deppen, Atticus Cogar. Si arriva così anche all’hardcore, al bladejob, al naso rotto, ai tanti acciacchi che ha già messo in conto e che per lui fanno parte del gioco.

Il contratto e quel sì inevitabile

Su di lui avevano messo gli occhi in tanti. Anzi tutti. Bisognava solo essere veloci nel comprendere il momento giusto. E così è stato inserito in un triangolo tutto marchiato AEW da cui non poteva scappare. Prima Daniels, poi Swerve (che ha firmato, pare, per Tony Khan), quindi Darby Allin che arriva col contratto e dice che un talento così non va perduto. E dopo essersi fatti fregare Ben Carter, stavolta sono corsi ai ripari.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.