Le compagnie di wrestling sono tra le entità con maggiori difficoltà economiche in questo momento di emergenza globale. Non potendo produrre nessuno show dal vivo, viene a mancare loro il core business, proprio come accade a tante piccole attività di tutto il mondo. Se le più grandi hanno la possibilità di continuare in qualche modo il loro lavoro, altre, più piccole, non hanno molte fonti di reddito alternative e si vedono costrette a lasciare a casa wrestler e dipendenti.

Tra le compagnie che stanno risentendo senz’altro della crisi c’è il colosso giapponese della New Japan Pro Wrestling. La compagnia fondata da Antonio Inoki ha annullato tutti gli eventi previsti fino al 4 maggio e ha da poco incontrato il governo insieme alle altre più importanti promotion del paese. Malgrado ciò la compagnia sta pagando tutti i dipendenti ed il 90% dei suoi collaboratori sta facendo smart working, continuando operosamente a lavorare da casa per preparare il futuro del brand.

Al momento non sono previsti licenziamenti e la compagnia sembra essere in grado di resistere al blocco degli sport nel paese. La pandemia di COVID-19 non è stata profonda come in Italia, con circa 9000 casi e meno di 200 persone decedute, ma due giorni fa il presidente Abe ha esteso lo stato di emergenza a tutto il paese, in precedenza riservato solo all’area di Tokyo e altre sei prefetture. L’obiettivo è quello di arrivare all’80% di distanziamento sociale, ma per farlo sarà difficile rivedere eventi sportivi a porte aperte ancora per diverso tempo.

L’idea delle società giapponesi sarebbe quella si seguire l’esempio della WWE e della AEW, cominciando a produrre alcuni show a porte chiuse, quando il governo lo riterrò opportuno. Per molte compagnie, comunque, le porte chiuse non sono una soluzione, poichè fanno della vendita di biglietti il loro business principale.