Ci siamo fatti più o meno una idea precisa delle dinamiche dei due show della WWE, nuove per certi verse e vecchie come il wrestling per altre. Vorrei fosse chiaro il fatto che penso fermamente, che nel momento attuale, la compagnia non potesse fare scelte migliori con Daniel Bryan e Mick Foley, ma questo non significa che siano i nomi migliori in assoluto per il ruolo del general manager. Sono convinto, infatti, che per nel caso di Foley, questi sia stato un ripiego temporaneo.

Azzardando un’ipotesi realistica, secondo me, l’esperto Mick è stato l’unico a rispondere alla chiamata estiva. I General Manager face alla lunga stancano e sono una palla al piede per lo show, a Raw, a maggior ragione, forse Triple H o forse qualcun altro in autunno dovrà essere una spalla più adatta se l’idea è tenere on-screen Stephanie.

Bryan, invece, rappresenta perfettamente questa nuova era, ripescato per il CWC sul Network, ha ancora una sorta di aurea magica con il pubblico e cosa non da poco ci da l’impressione di essere il fratello maggiore, anzi meglio dire l’ambasciatore di questa commistione tra lo stile WWE e il panorama indie.
Per sommi capi e riassunto in poche frasi, è questo il mio pensiero su queste due figure, che per certi versi, però, risultano essere superflue. E di conseguenza la domanda delle domande: in uno show così impostato con un livello superiore, anche decisionale, che compare con continuità ha senso avere i due operativi a confutare le proposte dei superiori? Adesso no, in futuro può creare interesse se c’è una netta spaccatura tra Shane-Bryan e Stephanie-Foley. Il concetto per fare funzionare più o meno decentemente due roster è innanzitutto “l’ordine” che le figure autoritarie devono imporre e dare la sensazione al pubblico di avere. Certamente fino a dopo Summerslam siamo in una situazione di passaggio, ma se mi metto nei panni dello spettatore casuale, il cartello lavori in corso è fin troppo fastidioso adesso. Non essendoci una chiarezza tra le divisioni, i titoli e cosa ci aspetterà in futuro in termini di special events, si ripercuoterà a breve anche sull’interesse degli show automaticamente.

Se il mio attore preferito è il protagonista di una serie tv senza capo ne coda, dopo qualche puntata, con tutta la pazienza possibile, ne vado a cercare un altra che mi intrighi di più. Questo ovviamente va aldilà della questione Foley-Bryan, che si stanno comportando con professionalità e riuscendo a interpretare un ruolo per nulla scontato, ma se loro sono i volti scelti dalla WWE come “protagonisti” di questa fase, automaticamente la nostra frustrazione potrebbe ricadere su di loro presto o tardi.
Cosa fare? Mah, semplificare a più non posso ovvero definire “regole” che siano chiare allo spettatore sul funzionamento dello show, come è stato nel recente passato, Foley magari verrà sostituito a prescindere e probabilmente era previsto sin dall’inizio, ma sinceramente se Bryan venisse bruciato da questa gestione superficiale, mi dispiacerebbe non poco.