L’edizione numero diciassette di Slammiversary ci ha lasciato con uno scenario inedito per Impact, quella che sembrava una collaborazione ”tranquilla” con la NJPW è diventata qualcosa di grande a tutti gli effetti. Jay White ha chiuso il ppv presentandosi sotto gli occhi di un Kenny Omega appena riconfermato campione massimo. Lo stesso lottatore poi è stato protagonista della puntata successiva spiegando le motivazioni che lo hanno portato a presentarsi qui.

Ovviamente il tutto è molto interessante in ottica futura, ma fa emergere uno spettro che la presenza di Kenny Omega negli ultimi mesi aveva rimesso nell’armadio. Prima la All Elite Wrestling, ora la New Japan Pro Wrestling, chi sarà la prossima a mandare alcuni dei suoi uomini migliori qui nel tentativo di creare appeal e interesse dei fan per guardare lo show? Eppure qualche cosa di interessante c’è stato, abbiamo avuto diversi personaggi negli ultimi due anni che un minimo hanno catalizzato l’attenzione del pubblico.

Certo la pandemia e gli show a porte chiuse non hanno aiutato, e nel tentativo di trovare del positivo in ogni cosa, questi 500 e passa giorni potevano essere l’occasione di fidelizzare più persone per le puntate televisive, i risultati però non hanno detto questo e anzi, in alcune occasioni si è arrivati a dei picchi negativi che nemmeno prima si erano visti. Eppure qualcosa di buono si era fatto, basti pensare all’inizio della storyline di Tessa Blanchard campionessa della cintura maschile, al ruolo meraviglioso avuto da Sami Callihan che più di tutti si è speso per mandare over anche i cameramen, a Moose che nonostante l’impegno e l’enfasi iniziale nella storyline con Omega con il successivo rinnovo contrattuale che sembrava pronto ad esplodere.

Diversi giornalisti avevano parlato di questa incapacità di creare la propria superstar, di rendere riconoscibile un wrestler anche fuori dalle orbite dei fan ordinari, e non parlo di John Cena o Roman Reigns, ma di qualcuno che quando viene nominato, possa essere accomunato al nome di une federazione che seppur piccola, c’è e c’è stata nel momento in cui tutte le altre hanno chiuso le serrande in attesa di un miglioramento generale.

La figura di spicco potrebbe anche esserci, ma insieme ad essa ci deve essere la volontà di una compagnia di puntare su di lui, creando storyline a lungo termine, e non utili a portare due persone in un match di uno special event. Probabilmente l’ho già detto troppe volte, l’uomo su cui puntare è sempre lui, Moose.

Sarà Jay White a riuscire a fare una cosa del genere e a dare un’identità a Impact? Forse sì, perchè a livello carismatico è fenomenale e se lo fai combattere contro un mostro come Omega quelli che saranno i loro match, di sicuro saranno godibili. Il problema sorge quando poi vedremo la card di un prossimo ppv e vedremo sfidarsi nel main event il campione AEW e un detentore di una cintura NJPW. E cosa c’è di Impact?…