C’è una piccola luce, nella categoria femminile AEW. Che da tempo, troppo tempo, fa fatica a crescere nonostante abbia in rosa alcune atlete ormai pronte e cresciute per rendere al massimo delle proprie possibilità. Problemi di “scrittura”, si è detto per anni. Non che siano cambiati, quei problemi. Ma oggi, forse, siamo davanti ad una idea non nuova ma un minimo interessante quanto basilare.
Saraya è stata ben accolta al debutto, ma poco supportata poi. Non è strano, si tratta comunque di una ragazza ferma da tanto tempo per vari motivi, che aveva perso il suo appeal sul ring e che al ritorno non ha fatto strabuzzare gli occhi (anzi). E allora, in ottica di supporto alle colleghe, perché non cambiarle faccia?
Dalla prima volta ha fatto notare una presunzione che difficilmente altre del roster avrebbero potuto esprimere. Ci ha provato Britt Baker, ma ha un modo di attirare il pubblico che non è semplice odiarla. Saraya ci può riuscire. E quell’attacco a Willow è stato un defluire di arroganza tenuta sotto scacco da mesi.
Toni Storm le è venuta dietro. Sicuramente in maniera molto “repentina”, dato che avvisaglie vere e proprie non c’erano state. Hikaru, che pareva vicina al turn, è rimasta nel mezzo, tra ciò che avrebbe voluto esprimere e ciò che è il suo personaggio, lontano da velleità heel. Per lei le cose si fanno complicate, soprattutto quando dovrà scegliere da che parte stare.
Jamie e Britt non cambiano ciò che sono, ma si trovano davanti delle avversarie che stanno ora più cattive di loro. E da queste non dovranno solo difendere se stesse ma anche uno status: Saraya ha fatto intendere che ora saremo di fronte ad un “homegrown vs outsiders”. Per scongiurare un “Takeover”, dovranno cercare ogni possibile alleanza.
Non la troveranno in Ruby Soho, che si è rilanciata con uno strepitoso quanto pericoloso Street Fight. Non la troveranno, perché stare nel mezzo è un modo per avvalorare dubbi (è comunque una ex WWE) e per marcare il territorio (rimanere face e presentarsi al cospetto della Hayter con la possibilità di una title shot al titolo).
Ma la storyline appare possa essere lunga e coinvolgere anche altre ragazze. Per sbaragliare tutte, l’inserimento di Jade Cargill potrebbe essere la chiave di volta. Con risvolti imprevedibili: potrebbe sia diventare una pupilla di Saraya e andare a prendersi il titolo dalla Hayter nel lungo periodo; sia diventare il nome di punta (stavolta davvero) della AEW, risolvendo il feud a suo favore.
Di certo, il proposito della bolla è giusto. Va scritto bene, con una precisa attenzione ai dettagli, senza dover ricorrere agli swerve tanto cari nel passato a Bischoff e Russo per sorprendere gli spettatori. Una storyline scritta bene, lineare, vale di più di una piena di colpi di scena inutili.