12 gennaio 2019, NXT TakeOver Blackpool. Pete Dunne ha appena mantenuto l’NXT UK Championship sconfiggendo Joe Coffey. Dunne stringe questa cintura dal 20 maggio 2017, più di un anno e mezzo di regno; il Bruiserweight ha sconfitto tutto e tutti, si è imposto su chiunque, appare impossibile pensare a qualcuno con lo status necessario a detronizzarlo.

Poi nell’arena risuona una musica, “Sinfonia n° 9 in mi minore”, Antonìn Dvořák, sul titantron non vi è che uno sfondo bianco, ma il pubblico nell’arena comprende benissimo di chi si tratta e appena compare esplode in un boato. Una figura imponente, massiccia, si staglia al centro dello stage, le mani dietro la schiena, lo sguardo fisso al campione, alle sue spalle compare una scritta: WALTER. Mentre si dirige verso il ring, dietro al cappotto nero che porta indosso si legge la scritta “ring general”; quando la musica cessa, il pubblico continua a intonare la sua theme song. WALTER entra nel ring, lo sguardo sempre fisso su Dunne, Joe Coffey prova a tornare sul quadrato, ma viene rigettato fuori con un Big boot ed ecco che il pubblico inizia a intonare il suo nome: “Walter! Walter! Walter!”. Questi torna verso Dunne, gli si piazza davanti, riporta le mani dietro la schiena, si impettisce, lo scruta, lo fissa; Pete Dunne esegue la sua classica taunt, cerca di farsi grosso, ma il pubblico ormai lo ha capito: è lui. Colui che detronizzerà uno dei campioni più longevi di sempre, colui che porrà fine al regno del Bruiserweight. WALTER è arrivato in WWE.

Com’è stato possibile che WALTER risultasse non solo uno sfidante, ma addirittura un campione credibile, in meno di due minuti di apparizione on screen? E non solo per chi già lo conosceva, ma anche per gente come me, che magari lo aveva solo sentito nominare o tutt’al più aveva visto qualcosa di lui su YouTube. Perché WALTER mi ha conquistata così facilmente?

Perché sono una donna di facili costumi forse? No signore e signori, c’è di più, molto di più.

Il debutto di WALTER è stato, semplicemente, perfetto. Aveva tutto: la theme giusta, l’attire giusto, la posa, il portamento, il nome, il “phisique du role” se così vogliamo dire. Tutto si è amalgamato perfettamente, non c’era un solo dettaglio che stonasse nella presentazione di questo personaggio: è cazzuto, è forte, è cattivo, è tosto, è austriaco!

WALTER non ha deluso le aspettative e nel maggio del 2019 ha posto fine al regno di Pete Dunne, durato 685 giorni. Da quel momento in poi ha mantenuto la cintura del roster inglese per un totale di 870 giorni. Vero, c’è stato quasi un anno di pandemia di mezzo in cui NXT UK non poteva essere mandato in onda, ma si è comunque trattato di un regno impressionante, impensabile, inimmaginabile. Anche WALTER, come Dunne prima di lui, ha battuto tutto e tutti, ma stavolta la WWE ha deciso di non puntare sul nuovo acquisto di turno, bensì su qualcosa di diverso, optando per una costruzione insolita, ma che a me piace particolarmente: uno dei precedenti sfidanti, Ilja Dragunov, che aveva inizialmente fallito l’assalto al titolo, ha affrontato un percorso di crescita e maturazione che lo ha reso pronto a sfidare nuovamente il campione, stavolta con esito positivo. Una storyline particolare, che, ripeto, si vede molto raramente in WWE, forse perché si tratta di un progetto a lungo termine e sappiamo bene come a Stamford spesso abbiano difficoltà con tali concetti. Tutto perfetto dunque: un debutto perfetto, un regno perfetto, una conclusione di regno perfetta.

Nel bel mezzo del suo regno, WALTER ha anche formato una stable, l’Imperium, i cui membri ad NXT USA hanno tenuto alta la memoria del loro leader mentre questi era bloccato causa Covid. Ma adesso, nel 2022, anche lo stesso WALTER ha deciso di stabilirsi negli Stati Uniti, raggiungendo i suoi colleghi. Dopo una sconfitta in un 3 vs 3 a New Year’s Evil, WALTER ha disputato il suo primo match ad NXT 2.0 sconfiggendo Roderick Strong e annunciando che d’ora in poi sarà noto come Gunther. Anzi: Günther.

Ora

Tralasciamo il fatto che il nome scelto per l’austriaco sia quello di un generale nazista, tralasciamolo un attimo. Perché comunque di riferimenti a un certo periodo storico molto buio la gimmick di WALTER ne aveva già avuti; diciamo che stavolta ci siamo solo spinti un pelo oltre.

Provo a immaginarmi la stessa scena iniziale: la musica che suona, il titantron bianco, una figura imponente che si staglia sullo stage, il cappotto, il cipiglio, poi quel nome: Günther.

No, non sarebbe stato perfetto, non sarebbe stato “così” perfetto. La sinfonia n°9 in mi minore avrebbe avuto una nota stonata.

E quindi non capisco perché farlo adesso. L’unica spiegazione che mi viene in mente è un qualcosa legato ai diritti sul nome, per cui magari la WWE ha voluto crearsi un nome tutto suo, così che se e quando Günther se ne andrà dalla federazione non potrà utilizzare tale nome.

Ci vorrà del tempo per abituarmi a questo nuovo nome, ci vorrà del tempo per abituarmi a come verrà utilizzato Günther ad NXT 2.0, visto che è improbabile che seguirà lo stesso percorso avuto ad NXT UK.

Non mi è stata consegnata una sinfonia perfetta, quindi, ma una melodia in costruzione. Una cover, un riadattamento, un arrangiamento. E adesso sono ugualmente curiosa e spaventata all’idea di scoprire come suonerà una volta terminata.

Il cambio di nome, per quanto nota stonata, non basta certo a cancellare tutto ciò che WALTER è stato fino ad ora e sinceramente non basta neanche per non farmelo piacere più, sarebbe stupido e insensato. Diciamo che sullo spartito è comparsa una nuova chiave musicale. Vedremo dove ci porterà.