I turn heel sono da sempre quegli elementi che nel wrestling sono in grado di scioccare e attirare grande attenzione, specialmente quando vedono protagoniste delle superstar che nel corso della loro carriera sono riuscite ad entrare nel cuore dei fan grazie alla loro empatia e al loro talento sul ring.
In questo la WWE è riuscita negli anni a regalare momenti emozionanti, rendendo ancora più splendenti le stelle del suo firmamento e mettendo in evidenza le qualità di acting che, alle volte, in un baby face faticavano ad emergere. La storia ci insegna che, però, non è tutto oro quel che luccica e alle volte si potrebbe andare incontro all’incepparsi del meccanismo e ad un arenamento di tali situazioni, oltre a limitare il potenziale degli atleti stessi.
A detta di molti wrestler e di noi fan, è più difficile recitare la parte del “buono” in grado di creare quella connessione con il pubblico che fa tremare le fondamenta delle arene degli Stati Uniti. Negli ultimi anni si è sempre cercato di colmare quel vuoto lasciato da un certo John Felix Anthony Cena Jr. senza successo, a parte in rare eccezioni come Becky Lynch e Daniel Bryan.
Personalmente, questa figura l’avevo individuata in Johnny Gargano, un ragazzo di origini salentine che si è fatto strada con le unghie e con i denti dalle indy fino ad arrivare a Stamford con uno stile di lotta più unico che raro, che lui stesso ha definito “Lucharesu”. Basti pensare all’ovazione riservatagli al suo ritorno lo scorso settembre, con i cori “JOHNNY WRESTLING!!! clap- clap- clap clap clap” che non gli permisero di proferire parola per quasi due minuti e mezzo e al boato al termine del suo promo quando, dopo le voci su un possibile call up nel main roster, disegnò nell’aria “NXT 4 Life”, riportando alla mente un’icona come Bret Hart.
Quello di Johnny era il profilo perfetto per essere il top face della federazione negli anni a venire: uno che partiva sempre dalla posizione di underdog, sposato con una delle lottatrici più talentuose ed esperte dell’intero locker room (arriveremo anche a Candice), dotato di un parco mosse eccellente e con un fisico ed un viso umano, da “troppo uno di noi” come direbbero alcuni miei illustri colleghi.
Il suo primo ed unico regno, seppur breve, è stato accompagnato da una delle rivalità più esaltanti degli ultimi anni anche grazie alla complicità di una nemesi eccellente come Adam Cole, che poteva davvero consacrarlo come il volto del brand giallo nero e, chissà, anche del main roster. Il destino ha però voluto che la sua strada si incrociasse nuovamente con il suo eterno amico/nemico Tommaso Ciampa, con l’ennesimo tradimento nei confronti del Blackheart che ha portato al violento match cinematografico che ha coinvolto anche Candice LaRae. Da qui il turn heel dei coniugi Gargano. Ma a chi, e soprattutto, quanto gioverà questa scelta?
Per Candice LaRae può davvero rappresentare il punto di svolta della sua carriera all’alba dei 35 anni. Sempre proposta come la mamma chioccia delle ragazze che si facevano le ossa a NXT, penso che il suo turn l’abbia messa in una posizione nella quale non si era mai trovata, ovvero come una concreta minaccia per la campionessa in carica, a dispetto della suo ruolo fisso di “moglie di” utile soltanto ad agire da spalla nelle faide del marito.
Dopo aver giocato un ruolo fondamentale durante WarGames e alle Survivor Series, Candice ha preso fiducia dei suoi mezzi e ha deciso di non essere più l’amica del cuore di tutte le sue concorrenti, ma di agire da donna determinata e disposta a fare qualunque cosa per raggiungere la vetta. Oltre ad avere una caratterizzazione ben definita e un character decisamente più riconoscibile, ora sembra essere lei l’elemento forte della Power Couple, sia durante i segmenti a Casa Gargano, sia durante i match nei quali viene spalleggiata dal suo compagno.
Per Johnny Gargano, invece, sono convinto che il turn heel difficilmente porterà a dei risultati in termini di efficacia del personaggio. La motivazione di base era anche azzeccata, con l’eterno rapporto di amore/odio con Ciampa e la frustrazione data dal tifo sfrenato che il pubblico riservava al Sicilian Psycopath nonostante le sue azioni terribili in passato.
Quello che trovo problematico è la successiva caratterizzazione di Johnny Wrestling, sia nel ring che fuori. Dal punto di vista del lottato il cambiamento è stato praticamente nullo: Johnny lotta sempre con il cuore, partendo con lo sfavore dei pronostici dato dal suo fisico che, in un NXT che sta dando sempre più spazio ai big man, lo pone spesso e volentieri in una posizione di svantaggio.
Difficilmente lo abbiamo visto ricorrere direttamente a tattiche subdole per arrivare alla vittoria, se non grazie all’intervento, manco a dirlo, di Candice. L’evoluzione della sua gimmick sembra essersi fermata all’ultimo incontro con Tommaso Ciampa, per poi sfociare in un tentativo di annoying heel che, per natura dell’uomo stesso, non riesce ad essere convincente. Johnny continuerà sempre ad essere uno di noi, che aspetta la cena seduto a tavola con gli occhi a cuore rivolti verso la moglie o che le chiede di reggergli la scala mentre cambia una lampadina fulminata.