Nei miei articoli di commento alle vicissitudini della All Elite Wrestling ho dovuto spesso mettere in luce la scontatezza dei risultati della compagnia. Storyline e match che in svariate occasioni sono stati semplici da pronosticare, con una direzione ben chiara di dove Tony Khan e i suoi collaboratori sarebbero voluti andare a parare. Però per una volta c’è da fare un plauso per aver sorpreso, in qualche modo.
Mi aspettavo che prima o poi gli Swerve in Our Glory sarebbero arrivati alle cinture. L’indizio che sarebbero potuti andare in singolo era sbagliato: Strickland è un fenomeno ma ha bisogno di tempo per imporsi; Lee a questi livelli è fisicamente incatalogabile, a differenza di quanto avveniva nelle indy. Dunque splittarli ora, dopo diverse buone prestazioni, poteva sembrare quantomeno singolare.
Assieme funzionano. E la vittoria di mercoledì scorso, sorprendente, come uno “swerve” finale, a voler cambiare le carte in tavola dell’ennesimo regno degli Young Bucks, rimodula l’ambiente della categoria di coppia, consentendo anche una nuova direzione, magari meno statica rispetto alla precedente. Se gli FTR e i fratelli Jackson facevano pensare ai “dream match” e i Jurassic Express erano il passaggio essenziale più che altro per la carriera di Jungle Boy, qui le cose sono diverse.
Strickland e Lee avranno l’onere di portare la categoria tag team verso una nuova fase. Sempre spettacolare, ma un po’ più varia e un po’ meno scontata. Già liberare il campo dai Bucks per un bel po’ è una soluzione ideale. Poi non mancheranno gli avversari presenti e futuri: nel pezzo dello scorso mercoledì ho fatto una lista di diversi team presenti in roster che possono impegnare i neo campioni e consentire loro di vivere un regno degno di essere ricordato.
Mi piace poi, in particolare, l’assunto di base della coppia. Secondo Sean Ross Sapp, Tony Khan li intende esattamente come Kobe Bryant e Shaquille O’Neal ai Lakers. Entrambi si sentono fondamentali, entrambi sentono di valere più dell’altro, ma sanno anche che da soli non possono essere in grado (non ancora, almeno) di essere decisivi. E così collaborano con l’unico obiettivo di conquistare cinture e successi. Perché, insomma, per gli split c’è sempre tempo. Per il momento vanno bene così.