La settimana di wrestling del fan mediamente appassionato è scandita in modo cadenzato, routinario, diuturno: lunedì RAW, martedì WWE Backstage, mercoledì NXT ed AEW Dynamite, giovedì si riprende fiato (o qualche show arretrato) e venerdì si termina con Smackdown, prima del weekend spesso e volentieri costellato di show di una o più federazioni. A questo si aggiungono (per i più appassionati) Impact, NJPW, NWA e via discorrendo.
Un ciclo infinito, un otto cubano che pensavamo non potesse mai terminare, un po’ come le giornate di fantacalcio, la routine lavorativa o scolastica, le partite di calcetto con gli amici e chi più ne ha più ne metta. Il mondo come lo conoscevamo prima si è congelato, è rimasto sospeso in un limbo dove tempo e spazio assumono valori relativi: in questa gigantesca rivoluzione pandemica, anche il wrestling è annoverabile come danno collaterale. E quanto è difficile parlarne.
Si perché noi che scriviamo su questo sito (parlo per la maggior parte almeno) non siamo giornalisti, esperti o terapeuti, non siamo nelle condizioni di trattare di morti, di cataclismi, di pandemie: non siamo qualificati per parlarne in modo più o meno approfondito. Siamo fan di wrestling come voi, ma per una questione di divertimento, svago o per gioco siamo più attratti dalla tastiera che dallo schermo: that’s all. Ed in questo momento storico quanto ha senso parlare di wrestling? Questo mi chiedevo tra me e me.
Tuttavia forse questo articolo ruberà un paio di minuti della vostra giornata, magari si scatenerà una discussione o semplicemente un dialogo. Magari strapperò un sorriso con una delle mie consuete stupidaggini, magari stimolerò un pensiero costruttivo: ho deciso di seguire questo binario di pensiero, dunque teniamoci compagnia almeno per pochi minuti, poi torneremo a contarci i peli sul petto o a guardare malinconici dalla finestra facendo riflessioni profonde sui massimi sistemi.
La WWE ci sta provando, eccome se ci sta provando. Wrestlemania avrà luogo in due giorni distinti, 4 e 5 Aprile a porte chiuse nel Performance Center. Una scelta che non ha scale di grigio, può essere letta solo come estremamente coraggiosa (e dettata probabilmente da obblighi che non nemmeno possiamo immaginare) o estremamente discutibile ed assurda sotto un numero piuttosto ampio di punti di vista. NXT invece, brand che come ricorderete seguo da distanza ravvicinata, risulta essere sospeso sino a data da destinarsi. Dal mio punto di vista, credo che la stessa WM potrebbe non avere luogo se le misure restrittive negli States dovessero divenire maggiormente stringenti: seppur vi fosse il rispetto di quelle attuali, uno show che prevede uno spettacolo comunque di contatto non penso sia propriamente qualcosa di facilmente giustificabile. Ad ogni buon conto, mi andrebbe di spendere due parole sul match tra Rhea Ripley e Charlotte, un momento che avrebbe sancito la massima esposizione mai raggiunta per un talento NXT e che invece potrebbe tramutarsi in un pauroso autogoal.
L’obiettivo principe di questo match, ovviamente, dovrebbe essere quello di “fare” Rhea Ripley. Un talento quasi totalmente made in WWE, giovanissima, che va contro la più grande lottatrice di tutti i tempi, anch’essa forgiata all’interno della stessa tana delle tigri: una storia che si scrive da sola, dalla quale la Ripley sarebbe uscita con uno starpower nuovo, amplificato, figlio di reazioni roboanti del pubblico in special modo se si fosse andati per una suo vittoria “inaspettata”. Anche una sconfitta, ed un eventuale successiva riconquista del Titolo, avrebbero potuto dare un lustro maggiore alla giovanissima lottatrice, che tanto avrebbe tratto da questa contrapposizione e tanto avrebbe imparato a livello professionale da Charlotte, che per tempi, capacità di selling e capacità di utilizzo delle sue lunghe leve (le due hanno una fisicità piuttosto simile, ma l’atletismo della Flair per ora è su un altro pianeta) avrebbe potuto dare alla Ripley quel quid in più. Certo, il match avrà comunque luogo ma l’effetto sperato stiamo pur certi che non verrà ottenuto.
Hogan vs The Rock è da molti etichettato come match più importante di tutti i tempi, memorabile ed eccellente nonostante un tasso tecnico non proprio di primissimo taglio. Eppure il pubblico rese grande questo incontro titanico, ogni mossa veniva accolta con un boato ed ogni singolo momento di stasi era colmo di elettricità ed applausi scroscianti. Il silenzio, il rumore dei bump sul ring che echeggiano in un’arena diversa, per quanto encomiabili, non possono non mettere una certa tristezza. E mentre per molti degli atleti coinvolti vi saranno altre occasioni per brillare, in virtù del loro status, Rhea non avrà mai una seconda chance di dare una prima impressione: è l’atleta che più potrebbe essere danneggiata da questa situazione paradossale, dunque preferirei che questo match fosse cancellato dalla card e spostato quando ci saremo lasciati questo brutto periodo alle spalle, per salvaguardare l’esordio “in grande” per questa atleta.
Ora lascio la parola a voi. Mi limito solo a ripetere una frase del grande Edoardo De Filippo “Adda passà a nuttata”, deve passare la nottata.