Impazza nuovamente la sfida tra Raw e Smackdown. Pare scontato che le due fazioni si scontrino dato che la divisione dei brand ha tenuto banco per diverso tempo e quest’anno gli incontri saranno addirittura tre, e di diverso tenore: tra i main eventers, tra i midcarder e tra le ragazze. Sarà l’occasione adatta per far scattare nuovi feud e riempire i ppv successivi, oltre che una polizza nel caso in cui Goldberg vs Lesnar esca deludente. Ovviamente, pur potendo costruire qualcosa, questa volta la WWE non ha proposto una sfida diretta. I team sono stati scelti previamente dai rispettivi general manager e forse nelle prossime puntate avranno modo di operare alcuni scambi interessanti per attirare il pubblico.

Gli scontri sono utili a suscitare interesse. La Invasion fu un primo esperimento non propriamente riuscito di opporre due fazioni, contando sui tradimenti elementi discussioni possono sorgere in un team dove le primedonne iniziano ad essere tante. Nel 2005, credo la WWE avesse invece trovato la quadra adatta ad alzare il livello d’interesse e di qualità. La gestione fu certosina, per certi versi inaspettata. Fu la storyline che portò alla separazione definitiva tra Eric Bischoff e i McMahons, l’ultimo sussulto di una carriera da fiero perdente eppure sempre sulla cresta dell’onda. Fu la storyline che lanciò definitivamente Randy Orton nel gotha del wrestling, in navigazione tra l’inferno (le sospensioni per aver contravvenuto al Wellness Program) e il paradiso (l’inedita collaborazione con Edge). Fu la storyline dal quale prese vita la rincorsa di Rey Misterio verso la vittoria della Rumble e successivamente del titolo mondiale, con la WWE intenta a cavalcare e coprire la scomparsa di Eddie Guerrero avvenuta a poche settimane da quel Survivor Series 2005. Eddie e Randy sono stati in qualche modo collegati: il secondo prese il posto del primo nel team e andò a pescare il coniglio dal cilindro, esattamente come avrebbe dovuto fare Latino Heat se fosse stato in vita.

I team furono formati così: Raw schierò i campioni di coppia Kane e Big Show, le nuove leve Chris Masters e Carlito, e il leader perfetto Shawn Micheals; Smackdown rispose con Batista leader, JBL simpatico opportunista, Randy Orton e Bobby Lashley i giovani in rampa di lancio, Rey Misterio la mina vagante. Bischoff decise di portare in scena questa sfida bloccando un match di Smackdown nello speciale Raw Homecoming del 3 ottobre. Edge e Lita fecero da comprimari, mentre Theodore Long dimostrò in tutto e per tutto il suo animo debole e talvolta remissivo, salvo essere salvato addirittura da Boogeyman nella sfida diretta con lo stesso Bischoff. I due team erano ben fatti, quello blu era una “all-star” che non poteva non vincere e che mi portò ben presto a tifare per JBL e Batista con inusitata e infantile enfasi. Lo dovevano per Eddie, lo dovevano per un roster spesso spernacchiato. Ce la fecero nel modo più sorprendente possibile: Batista eliminato presto, Rey superstar, Shawn Micheals capace di rimontare un 3 contro 1. Vinse Randy Orton, ma gioia breve perché The Undertaker arrivò a sospendere i festeggiamenti per invitare The Legend Killer all’inferno di Armageddon.

Ancora oggi mi rimane negli occhi una puntata, quella di Raw del 21 novembre a Sheffield. Eric Bischoff e il Team rosso entrarono tronfi sul ring, sfottendo gli avversari e preparandosi ad una grande lotta. Arrivò anche il Team blu e fu rissa: nel parcheggio dell’arena le due fazioni prima si sfidarono faccia a faccia e poi si diedero una serie di colpi che misero kappaò Batista e, in parte, Rey Misterio. La puntata fu ricca di sconvolgimenti, dato che il main event fu un JBL vs Shawn Micheals forse non eccezionale ma certamente dal ricco starpower, previsti in un lumberjack match normalmente overbookato. Quando parve prossima la vittoria di Micheals, Orton intervenne assestando una RKO utile a scatenare una guerra sul ring. Il ritorno di Batista, con una fasciatura piuttosto evidente, fu la ciliegina per spazzare via i giganti Kane e Big Show, fin lì imbattibili. Un amarcord che ancora oggi conservo gelosamente non avendo avuto altra occasione così ben scritta e portata in scena negli anni successivi. Come dico sempre: quella fu l’ultima goccia di intraprendenza, fantasia e buona scrittura che la WWE regalerà fin lì. Dopo vi è stato un lento riciclarsi di storyline più o meno uguali, più o/e soprattutto meno riuscite che han portato al declino di ascolti vissuto ancora oggi.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.