Heath Slater è un personaggio curioso ai miei occhi, che pur con un talento discreto è sempre stato “dimenticabile”. E quando c’è da immaginare campioni, storyline e cinture è sempre l’ultimissimo della lista: caso vuole che adesso si ritrovi in una situazione molto particolare.
Non è stato draftato né a Raw, né a Smackdown, l’unico, l’ultimo della lista che si presenta come “free agent”, si ritrova nel bel mezzo di un push che potrebbe essere un punto di svolta nella sua carriera. Ovviamente stiamo parlando della parte più bassa della card e la “svolta” nella migliore delle ipotesi potrebbe essere sulla falsa riga dei 3MB o i recenti #socialoutcasts, non molto lontano dal comedy.
Slater l’ho sempre considerato un wrestler molto “old school”, senza entrare nello specifico del lottato, ha, aldilà del personaggio e della gimmick che interpreta al momento, un approccio con il pubblico particolarmente marcato riguardo alla capacità di interazione diretta. Non costruendo un “rapporto”, ma esaurendosi nel brevissimo periodo, per chiarire senza dubbi chi è l’heel e chi il face. Quello che in un house show, è quasi pane quotidiano.
Non mi stupisco, anzi sono d’accordo, ad averlo individuato in tutto l’intero roster come quello più capace di andare a presenziare e interagire su tutti i livelli. Si è parlato, visti i rapporti tra WWE e EVOLVE, di qualche sua incursione per andare a “saggiare” il terreno e ovviamente al bisogno dove può servire da NXT in sù.
È qualcosa di utile? Bah, adesso è difficilissimo riuscire a comprendere il come prenderà piede questo ruolo, che potrebbe partire comedy ed evolversi in qualcosa di diverso, oppure no, addirittura essere apripista per altre collaborazioni ed interferenze, fino addirittura a toccare il rapporto WWF-ECW della metà degli anni novanta, come novello Jerry Lawler.
Quello che mi piace è il ruolo di variabile, che se viene utilizzato come nell’ultimo Smackdown per dare un pop a Rhyno è stupido, ma se viene utilizzato con più impegno, può essere ponte per segmenti e momenti interessanti. Sempre non dimenticando l’orizzonte del low card; certamente c’è da considerare che la divisione in due roster è fondamentale per Slater adesso, visto che abbassa drasticamente il livello di competitività.
Se, infatti, nei main event di soluzioni ce ne sono a bizzeffe, per dare un po’ di dignità ai futuri special events monobrand, sarà importantissimo poter contare su “attori” capaci di interpretare numerosi ruoli, dal saper mettere in piedi un match decente a, altrettanto importante, creare momenti di puro intrattenimento senza scadere nei soliti clichè di quel wrestling vecchio e stantio.
Ha Slater la capacità di fare questo? Si, ma non da solo ovviamente, essere bookato come un jobber degli anni novanta spezzerebbe le gambe a chiunque; sarà perciò fondamentale un atto di coraggio seppur minimo che permetta di gestire in maniera lungimirante questo riflettore, che volenti o nolenti e seppure in maniera decisamente diversa dal solito, è sulla testa dell’esperto Heath.
One Man Band
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